Ddl Prestazioni sanitarie, audizione CIMO-FESMED: «Affidare diagnosi, prognosi e terapia ai medici in maniera esclusiva»

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Tra le richieste principali presentate dal Presidente Guido Quici, la reintroduzione dell’affidamento ai medici, in maniera esclusiva, di diagnosi, prognosi e terapia

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Guido Quici -presidente Cimo-Fesmed

La Federazione CIMO-FESMED è stata audita questa mattina dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati sul ddl “Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e altre disposizioni in materia sanitaria”. È stato sottolineato come, per ridurre i tempi di attesa per l’accesso ai LEA, occorra rilanciare l’offerta sanitaria investendo nel Servizio sanitario nazionale e riformandone l’organizzazione attraverso un intervento legislativo organico e di respiro più ampio, che porti alla soluzione delle vere cause dei tempi di attesa: la carenza di personale e di posti letto, di ambulatori e di strutture. 

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Tra le richieste principali presentate dal Presidente Guido Quici, la reintroduzione dell’affidamento ai medici, in maniera esclusiva, di diagnosi, prognosi e terapia: la precisazione “in maniera esclusiva” era infatti prevista nel testo originale ma è stata eliminata dal Senato, rendendo possibile una commistione di ruoli e responsabilità che rischia di compromettere la sicurezza delle cure.

Inoltre, Quici ha evidenziato l’importanza di includere rappresentanti dei professionisti sanitari nel Sistema Nazionale di Governo delle Liste di Attesa e nell’Osservatorio nazionale delle liste di attesa; ha sottolineato l’inefficacia delle soluzioni individuate per combattere le liste d’attesa, basate esclusivamente su prestazioni aggiuntive e su contratti precari; ha inoltre denunciato la decurtazione del 50% dei fondi stanziati dalla legge 213 del 30 dicembre 2023 per finanziare l’incremento della tariffa per le prestazioni aggiuntive dei medici dipendenti del SSN al fine di ridurre le liste d’attesa; infine, ha ancora una volta rimarcato la necessità di subordinare l’accesso ai fondi per la sanità privata accreditata alla firma dei contratti collettivi dei dipendenti.

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