Commissione antimafia nella sede Odg Sicilia, Cracolici: “Sostegno ai giornalisti minacciati, sono frontiera di libertà”

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Nel corso della seduta, che si è svolta alla presenza del presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Roberto Gueli, dei componenti del consiglio dell’ordine, dei componenti della commissione Antimafia: Fabio Venezia, Giovanni Burtone, Marco Intravaia, Marianna Caronia, Roberta Schillaci, dei direttori e i responsabili delle testate di informazione regionale, sono stati ventidue i giornalisti che sono intervenuti per raccontare le difficoltà nel fare cronaca oggi, tra minacce e leggi bavaglio

commissione antimafia odg sicilia

“Siamo qui per dare un segnale forte a favore di una categoria, quella dei giornalisti, che considero la frontiera più esposta per il diritto alla libertà in Sicilia e nel nostro Paese perché colpisce un valore essenziale per la criminalità mafiosa, che è la reputazione. Per questo oggi con la commissione Antimafia regionale manifestiamo la piena solidarietà, anche da parte dell’intero parlamento siciliano, nei confronti dei cronisti che vengono minacciati con diverse modalità: dalle querele temerarie alle intimidazioni a ogni tentativo di bavaglio. L’esercizio della libertà di stampa è sacro”. Cosi Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia, ha aperto oggi la seduta convocata per la prima volta nella sede dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, in un bene confiscato alla mafia. 

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Nel corso della seduta, che si è svolta alla presenza del presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Roberto Gueli, dei componenti del consiglio dell’ordine, dei componenti della commissione Antimafia: Fabio Venezia, Giovanni Burtone, Marco Intravaia, Marianna Caronia, Roberta Schillaci, dei direttori e i responsabili delle testate di informazione regionale, sono stati ventidue i giornalisti che sono intervenuti per raccontare le difficoltà nel fare cronaca oggi, tra minacce e leggi bavaglio. 

“Oltre che sul potere criminale e intimidatorio della mafia dobbiamo interrogarci sull’operazione culturale – ha detto Cracolici – che la mafia sta facendo per risultare attrattiva non solo sui social, ma anche attraverso manifesti inneggianti alla mafiosità di artisti neomelodici: c’è una vera e propria strategia di comunicazione di cosa nostra. Il tema della lotta alla mafia deve tornare a essere centrale a livello nazionale. L’ultima inchiesta dimostra che alla mafia ci si rivolge come fosse un’agenzia di intermediazione, per risolvere qualunque tipo di problema, dal posto di lavoro, al posto al cimitero o in ospedale. Colpirli sul piano del consenso sociale è uno dei compiti della politica e delle istituzioni”.

Durante la riunione è intervenuto il presidente dell’Ordine dei giornalisti Roberto Gueli: “Ringraziamo il presidente della commissione Antimafia, Antonello Cracolici, e la commissione per l’incontro proficuo di oggi – ha detto Gueli – i tanti colleghi presenti, che hanno subito minacce, hanno evidenziato un fatto: la categoria deve essere unita e fare un fronte comune per contrastare un mondo che non ama né il giornalista né il giornalismo, perché dà fastidio. Occorre fortificare la categoria, e la politica che legifera in questo deve essere in prima fila e dare una mano ai giornalisti che spesso sono lasciati soli”. 

“La commissione regionale Antimafia oggi ha voluto dare un segnale chiaro a sostegno dei giornalisti – afferma Roberta Schillaci, segretaria della commissione regionale Antimafia e vice capogruppo del Movimento Cinquestelle – che subiscono le minacce della mafia e delle organizzazioni criminali. Per questo abbiamo tenuto una seduta presso la sede dell’ordine dei Giornalisti di Sicilia, ribadendo la solidarietà al giornalista Salvo Palazzolo ed a tutti gli operatori dell’informazione in prima linea. Stiamo lavorando, come Antimafia regionale, ad una risoluzione per la tutela dei cronisti di giudiziaria che, talvolta con contratti da precari, rappresentano il bersaglio delle cosche e non solo con l’obiettivo di silenziarli. Dobbiamo creare una sinergia tra istituzioni ed editori, ma pure con le procure, affinché la libertà di informazione venga salvaguardata sempre. La lotta alla mafia deve essere pari alla lotta alla corruzione, fenomeno sempre più emergente davanti alla scelta delle cosche di abbandonare l’azione stragista. Oggi la criminalità organizzata è in grado di utilizzare mezzi sempre più sofisticati per delinquere e per corrompere, per questo occorre che lo Stato sia nelle condizioni di avversarla con strumenti idonei”.

 “L’attività dei giornalisti in Sicilia è garanzia di democrazia e libertà in una terra spesso ricca di contraddizioni. La politica lavori affinchè l’informazione sia esente da condizionamenti esterni”. A sottolinearlo è Tiziano Spada, deputato regionale del Partito Democratico, a margine della seduta della Commissione Regionale Antimafia nella sede dell’Ordine dei Giornalisti a Palermo. All’incontro svoltosi nel complesso di via Gian Lorenzo Bernini, nell’immobile confiscato alla mafia che in passato è stato uno dei covi di Totò Riina, i rappresentanti delle istituzioni si sono confrontati con 21 giornalisti, tra cui i direttori delle più importanti testate giornalistiche siciliane.
“Ringrazio il presidente della Commissione Antimafia, on. Antonello Cracolici, per avermi dato la possibilità di partecipare alla seduta – continua Spada -. Ascoltare le testimonianze di chi, come il giornalista Salvo Palazzolo e altri suoi colleghi, lavora in prima linea per raccontare quello che succede in Sicilia e illuminare gli angoli bui, fa comprendere l’importanza dell’operato delle redazioni. Le minacce rivolte ai giornalisti devono essere un campanello d’allarme per tutta la società. La lotta alla mafia passa anche e soprattutto da un racconto attento e puntuale degli addetti ai lavori, considerati testimoni della verità, e dal loro agire lontano da qualsivoglia influenza negativa che possa minare il ruolo di baluardo della democrazia che riveste l’informazione”.
L’on. Tiziano Spada aggiunge: “La difesa del diritto di cronaca è un impegno che la politica deve continuare ad assumersi. La mafia cambia continuamente e rischia di compromettere il lavoro degli operatori dell’informazione se questi non hanno il sostegno concreto di chi amministra il territorio. Ai direttori delle testate giornalistiche siciliane e ai giornalisti tutti voglio dire di continuare a lavorare senza sosta, perchè è anche dal loro operato che passa la crescita e il cambiamento culturale della nostra terra”. 

Il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, domani parteciperà alla 42esima marcia antimafia Bagheria – Casteldaccia contro mafia, droga e corruzione promossa dal centro studi Pio La Torre e che vedrà in corteo studenti, associazioni, sindacati, arcidiocesi e Comuni del comprensorio lungo quella via dei Valloni scelta dai killer come strada di fuga nel cosiddetto ‘Triangolo della morte’. 

“L’indifferenza della gente comune ha reso i mafiosi cosi forti da far credere loro di poter fare quello che volevano nei nostri territori. La memoria serve a capire cosa succede oggi nelle nostre comunità – ha detto il presidente Cracolici – la mafia sta cercando di di riaccreditarsi agli occhi dei cittadini come dispensatrice di servizi e di ricostruire la sua legittimità nei territori periferici. In questa partita abbiamo bisogno di mobilitare gli amministratori locali e tutta la cittadinanza. Per questo domani dobbiamo partecipare alla marcia”.

La partenza del corteo sarà alle 9 in piazza Garibaldi, a Bagheria, da dove ci si muoverà percorrendo la strada provinciale 88 per raggiungere piazza Madrice, a Casteldaccia, dove l’iniziativa si concluderà intorno a mezzogiorno.

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