Fondazione Sicilia, in mostra Exempla moralia, i preziosi “arazzi” del Seicento raccontano sapienti maestranze, ricamatori, vizi e virtù

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L’inaugurazione dell’esposizione, curata da Maurizio Vitella, sarà mercoledì 18 alle 18 a Villa Zito, dove resterà fino al 23 febbraio 2025

Ricamatore siciliano su disegno di Vincenzo La Barbera Primo ventennio del XVII secolo Drappo ricamato con scene di paesaggio Canovaccio ricamato in fili di seta policromi, oro filato e grani di corallo Termini Imerese, Museo Civico Baldassarre Romano

Un viaggio tra preziosi tessuti del Seicento siciliano, che – come gli ori e le sete di cui sono composti – intreccia storie, temi, persone, luoghi, maestranze.

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Sarà Villa Zito, mercoledì 18 dicembre alle 18, a ospitare la mostra Exempla moralia. “Arazzi” siciliani ricamati del XVII secolo, fruibile fino al 23 febbraio 2025. Attraverso la selezione delle opere in mostra, curata da Maurizio Vitella, sarà possibile fare un viaggio nel tempo e in un mondo che stupisce per perizia e originalità compositiva: quello delle maestranze dei ricamatori.

“Ancora una volta la Fondazione ospita un’esposizione di grande rilevanza e originalità – commenta Maria Concetta Di Natale, presidente della Fondazione Sicilia – perché, attraverso la pregevolezza di queste opere, è possibile scoprire moltissimo su chi le realizzò e su chi le commissionò, ma anche per i temi, che riflettono la sensibilità del tempo. Tutto racchiuso in eccellenze manifatturiere la cui unicità è giunta fino a noi”.

“Il termine arazzi individua un manufatto realizzato con il telaio. Nella mostra – spiega il curatore, Maurizio Vitella – abbiamo mantenuto questo nome perché la dimensione delle opere esposte richiama appunto quella degli arazzi. Si tratta però di parati murari realizzati ad ago, di enorme pregio. Si pensi che, per completarne uno intero, occorreva in media un anno”.

Punta di diamante dell’esposizione sono due parati murali di altissima qualità, esposti sino al secolo scorso nei saloni di palazzo Mazzarino, e successivamente acquisiti in collezione privata durante un’asta, nel 1964. Si tratta di cortinaggi ricamati, superbi prodotti dell’arte serica siciliana, dalle ampie dimensioni, caratterizzati da simbolici motivi decorativi ed elementi figurati che rappresentano episodi mitologici, tratti dalle Metamorfosi di Ovidio. 

Attraverso un uso sapiente dell’ago, attraverso antiche tecniche custodite e tramandate, i tessuti in mostra rivelano personaggi che spiccano come modelli in positivo o in negativo, per le virtù o i vizi di cui sono portatori.

Tra le quattordici scene proposte ecco, ad esempio, Narciso, che incarna l’amore di sé e l’incapacità di relazionarsi; Atteone, punito per essere andato oltre i limiti della conoscenza; Icaro, che precipita per troppa ambizione; Aiace, modello di costanza negli impegni e della perseveranza. 

Persone e luoghi

Da palazzo Mazzarino, le opere vennero acquisite negli anni Sessanta dacollezionisti privati e sono adesso restituite alla fruizione pubblica.

Specifiche ricerche documentarie hanno fatto riemergere dall’oblio le identità del ricamatoreAndrea Bolognese, dell’ideatore dei moduli d’ornato e delle iconografie, il pittore-architetto Gerardo Astorino, ma anche quella della committente, Giovanna Flavia Branciforti e Lanza, vedova di Giovanni Branciforti e Barresi, alla quale si deve nel 1627 la stipula del contratto, registrato agli atti del notaio Nunzio Panitteri.

Exempla moralia. “Arazzi” siciliani ricamati del XVII secolo accoglie opere da Palermo e dintorni, che ancora una volta testimoniano il talento e la dedizione dei maestri ricamatori.

È il caso del grande “arazzo”, il drappo ricamato con Coriolano che respinge la richiesta di pace del Museo Civico Baldassarre Romano di Termini Imerese realizzato su cartoni del pittore Vincenzo La Barbera, del paliotto in corallo proveniente dal Tesoro della Cattedrale di Palermo, delle cortine a decori fitomorfi e floreali di villa Niscemi di Palermo, delle raffinate composizioni in ago pittura della Fondazione Giuseppe Whitaker di villa Malfitano e dei suggestivi paliotti con paesaggi del Museo Diocesano di Monreale.

I ricamatori (e le ricamatrici)

L’arte del ricamo non era per tutti. I maestri che ne conoscevano e custodivano i segreti avevano, per questo sentito l’esigenza di regolamentare competenze, produzione e operatività, dando vita, già dal 1502, alla maestranza degli imborditoriL’organizzazione era disciplinata da Capitoli, ossia Statuti che regolavano la categoria professionale, ne tutelavano l’attività e rendevano legale la loro istituzione sottoposta all’approvazione dell’autorità senatoria. Alla maestranza poteva aggregarsi chiunque facesse “esercizio di seta” ossiaricamatori, setaioli e passamanari.
Il mestiere era esercitato all’interno di botteghe, dove il maestro poteva avvalersi del supporto di garzoni apprendisti. 

Ma i ricamatori erano soltanto uomini? Ufficialmente la corporazione non prevedeva il coinvolgimento di donne, a cui era riservato il compito di produrre di capi domestici e biancheria di uso quotidiano. Eppure, di fatto, le donne erano coinvolte, come testimoniano molto ricami liturgici confezionati dalle monache.

Le festività natalizie della Fondazione Sicilia

La mostra Exempla moralia. “Arazzi” siciliani ricamati del XVII secolo sarà anche l’occasione per ammirare la collezione pittorica della Fondazione Sicilia, ancora a Villa Zito. Un excursus che, nelle sale espositive del primo piano, prende le mosse dai primi decenni del XV secolo, passando per la pittura barocca, per il Vedutismo settecentesco, per le poetiche ottocentesche del realismo naturalistico e giunge sino ai primi anni del Novecento.

La pinacoteca è aperta dal giovedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18. La biglietteria chiude alle ore 17.

Per il periodo natalizio, la pinacoteca sarà eccezionalmente aperta al pubblico, con gli stessi orari, lunedì 23 e 30 dicembre 2024 e il 6 gennaio 2025.

Il biglietto di ingresso alla pinacoteca (10 euro intero; 8 euro ridotto gratuito scuole; minori di 18 anni) consente di accedere gratuitamente a Palazzo Branciforte.

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