Dal barcone al BarConi: a Sherbeth vince l’accoglienza
Nel talk della kermesse sul gelato artigianale in corso a Palermo il racconto di questo progetto nato nel quartiere di Ballarò
Dal barcone al BarConi. Sherbeth celebra a Palermo uno degli esempi di accoglienza, integrazione e opportunità più importanti al mondo. Si tratta del progetto BarConi, voluto da Moltivolti, nato nel quartiere Ballarò ormai dieci anni fa che ha messo insieme un gruppo di persone provenienti da otto paesi diversi – Senegal, Zambia, Afghanistan, Bangladesh, Francia, Spagna, Gambia e Italia – non solo per offrire dignità, cittadinanza e valore a partire dalla diversità a queste persone, ma anche per la promozione della cultura del cibo. Un progetto di comunità intimamente connesso con il quartiere di Ballarò che cresce in equilibrio con un laboratorio di società moderna all’interno del quale vivono 15 diverse comunità e si parlano ben 25 lingue. Moltivolti, nel tempo, è cresciuto, aggiungendo al suo progetto di ristorazione, anche un bar-caffetteria (dal nome Altrove), una guesthouse (dal nome Sopra) e, appunto, la gelateria Barconi.
Il maestro gelatiere e direttore tecnico di Sherbeth Antonio Cappadonia e Giovanni Zinna, uno dei soci fondatori di Moltivolti, incalzati dalle domande del giornalista di Mediaset Giuseppe Gandolfo, hanno parlato di questo importante progetto di inclusione socio-lavorativo. Il lavoro, dunque, diventa il punto di partenza per l’inserimento in Sicilia. “Barconi per adesso ha un gruppo di 23 stagisti che si stanno avvicinando al mondo del gelato artigianale – racconta Zinna. – Un progetto nato all’interno di uno più grande che io definisco “impresa sociale” Moltivolti”. Un’iniziativa mai statica, che si sta per espandere, come racconta lo stesso Zinna: “A breve approderemo a Mazara del Vallo, in provincia di Trapani – dice – E non è una scelta casuale, visto il tessuto sociale della città con una forte presenza e integrazione di popolazioni migranti. Per noi vale il motto latino “Ubi bene, ibi patria”, ossia dove sto bene allora lì è patria. È il concetto di cittadinanza che poggia su quello di sentirsi parte di una comunità”.
“Noi siamo artigiani del gusto – ha detto Cappadonia – Sherbeth è un vero e proprio contenitore di accoglienza dove valori come umanità, fraternità e amicizia sono imprescindibili. Quando Giovanni Zinna mi aveva raccontato la prima volta del progetto di BarConi rimasi entusiasta. Pensare al gelato come veicolo di un messaggio così importante mi ha veramente emozionato. Sogno che questi ragazzi un giorno possano creare e vendere il loro gelato, diventando veri e propri maestri gelatieri. Ovviamente sono disposto ad aiutarli nella formazione”. Proprio Cappadonia a Barconi, fornisce un gusto esclusivo: burro di arachidi, riso soffiato, zucchero e zest di limone.
A Sherbeth, durante il talk, viene riportata da Giovanni Zinna anche la preziosa testimonianza di uno dei ragazzi di BarConi, Malik: “La parola barconi è associata a ricordi molto brutti per me. Avevo 16 anni e ci sono voluti più di 5 mesi per arrivare a Pozzallo. Ora, invece, eccomi qui, con il ruolo di responsabile della gelateria che porta un nome che per me, adesso, ha un significato totalmente diverso”.
“Due anni fa un incendio ha distrutto parte della nostra sede – racconta Zinna – In 5 giorni abbiamo raccolto 150 mila euro. Questa è Palermo per noi e oggi ci sentiamo ancora più responsabili di questa investitura che la città con il suo amore ci ha dato – dice Zinna – Questi ragazzi sono una vera risorsa. Tanti sono i ristoranti che hanno in cucina i migranti. Ma mi permetto di dire che i nostri ragazzi, a differenza di altre realtà, sono inseriti in un progetto di “empowerment” per trasformarli in imprenditori del domani, partecipi della crescita personale e aziendale. Da loro, e questa è una consapevolezza, abbiamo tantissimo da imparare. È un continuo scambio di esperienze e competenze. Ci si aiuta a vicenda facendo leva sullo straordinario patrimonio che questi ragazzi portano in dota: cultura, capacità, dedizione e grande apertura mentale”.