Inaugurazione della nuova stagione del teatro Massimo di Palermo con la bellissima opera di Vincenzo Bellini “Capuleti e Montecchi”

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L’inaugurazione della nuova stagione del teatro Massimo di Palermo ha avuto luogo nei giorni scorsi con la bellissima opera di Vincenzo Bellini “Capuleti e Montecchi”.

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L’allestimento di questo dramma si potrebbe definire visionario e certamente non è stato di facile e immediato gradimento. Il regista e coreografo Idan Cohen ha ambientato l’infelice storia di Romeo e Giulietta, di Shakespeariana memoria, in un ambiente del tempo distopico allo scopo di mettere in evidenza la perpetuità dell’amore che i giovani amanti rappresentano. La scena è ambientata in un laboratorio di mummificazione scelto evidentemente per rappresentare l’eternità del tema trattato e la storia è rappresentata senza tempo in quanto presente in ogni periodo storico e, particolarmente, nella nostra società attuale. Le due veronesi fazioni contrapposte sono qui raffigurate, da un lato con personaggi addetti al laboratorio e vestiti con camici bianchi, dall’altro con effigie di animali. Una scelta originale che ha nel cigno ferito e grondante di sangue il simbolo dell’amore puro violato a causa della conflittualità fra gli uomini, in ogni luogo e in ogni tempo.

Vi sono delle danze molto belle che riempiono la scena come quella del finale del primo atto che rappresenta la danza Haka dei Maori che accompagna la dichiarazione di guerra dei Montecchi ai Capuleti. Stupenda anche la scena finale che vede i due giovani morti nella vita terrena abbracciati in una teca che rappresenta l’immortalità del loro amore. I ruoli di Romeo e Giulietta sono stati interpretati, così come voleva Bellini, da due donne (mezzosoprano e soprano) qui rispettivamente le bravissime Maria Kataeva e Marina Monzò, entrambe dalla voce limpida e soave perfettamente immerse nei due ruoli belliniani.  Buone le prove degli interpreti maschili Ioan Hotea, Marco Spotti e Gabriele Sagona nei ruoli del padre di Giulietta, del cugino Tebaldo e dell’amico dei due giovani Lorenzo. Eccellente la direzione d’orchestra di Omer Meir Wellber così come il coro e il corpo di ballo del teatro Massimo che, con le due splendide cantanti, hanno contribuito a rendere lo spettacolo più allettante e a ricevere appalusi convinti del pubblico in sala.

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