Automotive, l’Europa e il terreno perduto da recuperare
MILANO (ITALPRESS) – “L’Europa ha esportato oltre il 60% della produzione di automotive nel mondo. E’ il più grande esportatore mondiale ma negli ultimi dieci anni ha perso questa leadership economica”. Lo ha detto Marco Saltalamacchia, presidente del Gruppo Koelliker, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress conomy.“L’automotive – ha continuato – per l’economia europea rappresenta oltre il 10% del Pil, il 15% degli investimenti in ricerca e sviluppo e il più grande datore di lavoro. Se assumiamo la prospettiva dell’industria che crea ricchezza, sviluppo e occupazione, l’Europa ha necessità di recuperare questo terreno perduto e deve farlo sull’elettrico”.In tutti i settori, la vita è ormai accompagnata dalla transizione ecologica. “Già la denominazione è perfetta perchè ha in sè le due anime di questo fenomeno: transizione ed ecologica”, ha detto. Per Saltalamacchia “da un punto di vista industriale è logico, è un processo irreversibile” e accadrà “progressivamente”.Per esempio, “la pandemia ci ha fatto scoprire un modello logistico della consegna a domicilio: il traffico delle merci verso le città è esploso e la logistica dell’ultimo miglio ha sposato l’elettrico. L’utenza individuale lo adotterà in funzione dell’esigenza. Ci sarà un’adozione progressiva e diventerà maggioritaria nei prossimi anni”.Tuttavia, la transizione ecologica costa e per questo si chiede ai governi un aiuto in termini di incentivi. Su questo, secondo il presidente del Gruppo Koelliker, “c’è una relativa attenzione”. “Gli incentivi nel 2022 – ha evidenziato – sono arrivati molto tardi, alla fine di maggio. Molta domanda è stata rinviata. Lo vediamo anche nei risultati commerciali di tutto il settore. La buona notizia è che sono arrivati con un orizzonte triennale, la cattiva notizia è che sono abbastanza timidi”, ha detto.Con la pandemia anche l’automotive ha vissuto un periodo di difficoltà. “E’ da troppo tempo che diciamo – ha sottolineato – che quello che è appena passato è l’annus horribilis dell’automobile però sarà almeno il terzo anno che lo diciamo e quest’anno dobbiamo ancora dirlo”. Dopo la pandemia, “quando il sistema produttivo ha ricominciato a muoversi, ci si è resi conto che mancavano pezzi”, ha spiegato Saltalamacchia. “Quando si ferma la catena di montaggio – ha aggiunto – succedono i problemi. Quando finalmente un pò alla volta gli stock intermedi hanno cominciato a essere riempiti, si è inceppata la parte a valle, quella della grande logistica. La tempesta perfetta non è durata un anno ma tre”.Adesso “la fabbrica ha ricominciato a girare con grandi arretrati di ordine e a questo punto sono i vettori che devono trasportare verso i mercati che non ce la fanno. Trasportare un’auto dall’altra parte del mondo – ha continuato – qualche anno fa costava qualche centinaio di dollari e oggi invece costa qualche migliaio di dollari. Lentamente si sta tornando alla normalità. Quello che abbiamo imparato è che da una pandemia non si esce in qualche mese ma in qualche anno”.Il presidente del Gruppo Koelliker ha un sogno: “Riuscire a contribuire a un modello di mobilità più sostenibile”. “Credo che oggi – ha aggiunto Saltalamacchia – sia totalmente in discussione il modello di mobilità: stiamo passando da una mobilità individuale e proprietaria a un modello di mobilità che diventerà sempre più condivisa e in prospettiva potenzialmente anche autonoma”, ha concluso.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).
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