Indagine, il 40% degli adolescenti si sente agitato, ansioso o impaurito
Milano – Primo giorno di scuola al Liceo Parini, uscita di scuola dei ragazzi (Milano – 2022-09-12, Claudia Greco) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate
ROMA (ITALPRESS) – Oltre il 40% dei giovani tra i 13 e i 19 anni afferma di sentirsi, spesso o qualche volta, particolarmente ansioso o impaurito. Sono i risultati della sezione incentrata sugli aspetti psicologici e psichici dell’indagine sociologica nazionale “Adolescenza, tra speranze e timori”, realizzata da Laboratorio Adolescenza insieme a ISTITUTO IARD e presentati insieme a Lundbeck Italia in previsione del World Mental Health Day, che si celebrerà il 10 ottobre.L’indagine su abitudini e stili di vita degli adolescenti in Italia, condotta tra marzo e maggio 2022 su un campione nazionale rappresentativo di 5.721 studenti, analizza da un punto di vista sociologico l’impatto emotivo della pandemia sullo stile di vita dei giovani, avendo come obiettivo quello di analizzare se si siano verificate variazioni a causa della pandemia nella comparsa di 3 aspetti (tristezza, ansia, variabilità d’umore); identificare il livello di prossimità con coetanei che hanno avuto esperienze di autolesionismo, consumo di sostanze e abuso di alcol; fotografare la percezione degli adolescenti nei confronti di problemi psicologici-psichiatrici.Dall’indagine emerge che la maggior parte degli adolescenti si senta frequentemente triste, senza una specifica ragione, soffra di sbalzi d’umore e più del 40% ha affermato di sentirsi spesso agitato, particolarmente ansioso o impaurito al punto di avere la percezione di non riuscire a respirare. Disagi complessivamente riscontrati maggiormente dalle ragazze, con una percentuale che supera l’80%.Importante osservare anche che il 57% degli intervistati ha riscontrato un aumentato delle situazioni descritte nel periodo della pandemia.Inoltre, gli adolescenti non sono estranei a situazioni conclamate di disagio: quasi il 40% dei giovani conosce un coetaneo che pratica l’autolesionismo, più diffuso tra le ragazze, atto che viene considerato un modo estremo per affrontare situazioni di agitazione, tristezza e tensione. L’indagine ha permesso infine di fotografare come i giovani percepiscano i disagi psicologici-psichici: la maggior parte non li ridimensiona secondo stigmatici clichè (ne soffrono persone deboli che non sono in grado di superarli da soli), anzi il 58% ritiene che sia importante ricorrere all’aiuto di uno specialista. Tra le cause principali del malessere psicologico i giovani hanno identificato la pandemia (88%), le liti familiari (87%) e la scuola (84%).“Gli esiti dell’indagine – afferma il Dottor Maurizio Tucci, Presidente Laboratorio Adolescenza – ci consegnano un quadro certamente non confortante, con un aumento, rispetto al passato, dei disagi come ansia e tristezza tra gli adolescenti e una frequenza che va ben oltre l’endemica e naturale presenza di questi fenomeni in un’età comunque complessa. Seppure sia ipotizzabile che nella maggioranza dei casi queste forme di disagio siano destinate a rientrare senza importanti conseguenze, è comunque opportuno non minimizzare a priori queste manifestazioni, derubricandole a caratteristiche dell’età. Genitori, pediatri e insegnanti dovrebbero essere attente sentinelle per cogliere prima possibile eventuali segnali di disagio, con la consapevolezza che gli adolescenti sono spesso bravissimi a dissimularli, ed indirizzare la giovane o il giovane da uno specialista”.Nel corso dei lockdown, dovuti alla pandemia COVID-19, i sintomi di depressione e ansia sono raddoppiati rispetto alle stime pre-pandemiche: 1 giovane su 4 (il 25,2%) e 1 su 5 (il 20,5%), a livello globale, sta sperimentando rispettivamente sintomi depressivi e d’ansia. 1 In Italia, durante la pandemia, il 16,1% dei pazienti psichiatrici ha tentato il suicidio, mentre l’ideazione suicidaria e l’autolesionismo sono state le ragioni di ricovero nel 31,5% dei pazienti, con un’incidenza elevata soprattutto tra le ragazze. 2 “La pandemia ha aumentato il numero di persone, soprattutto giovani, che hanno avuto esperienza di disturbi d’ansia. – commenta il Prof. Stefano Vicari, Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica, Università Cattolica, Roma e Responsabile Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – L’adolescenza è una fase della vita in cui i ragazzi potrebbero non sentirsi liberi di esprimere il proprio disagio per paura del pregiudizio dei coetanei o di non essere compresi dagli adulti. I genitori e tutte le figure che vivono direttamente a contatto con un adolescente dovrebbero sviluppare una capacità di ascolto e di comprensione. Ad oggi purtroppo in Italia c’è una scarsa cultura sulla Salute Mentale e il tema è ancora molto ignorato, bisogna dare tempo alle famiglie di occuparsi dei figli, mettere i ragazzi al centro delle nostre agende e gli insegnanti devono poter avere gli strumenti per essere di supporto”.Ed è proprio sul riconoscimento della salute mentale come diritto globale che si focalizzerà il prossimo World Mental Health Day, il cui tema per il 2022 sarà “Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale”, evidenziando l’importante ruolo svolto dai governi e da tutte le parti interessate nell’applicazione di misure sociali che consentano di abbattere lo stigma e la discriminazione. Elementi che, ancora oggi, continuano ad essere una barriera all’inclusione sociale e all’accesso alle giuste cure per molte persone con disturbi mentali.“Negli ultimi anni nel mondo si sono verificati, e si continuano a verificare, enormi cambiamenti sociali, a partire dagli effetti della pandemia, delle guerre, degli sfollamenti e dell’emergenza climatica, tutti fattori che inevitabilmente hanno un impatto sul benessere mentale e generale di tante persone. A queste difficoltà si aggiungono spesso le barriere create dallo stigma e dal pregiudizio, che condizionano ulteriormente la qualità di vita delle persone che vivono con disturbi mentali e dei loro cari. E’ fondamentale che si agisca a più livelli per garantire che il benessere mentale sia sempre una priorità dei governi e della società in generale” commenta il professor Sergio De Filippis, Direttore Sanitario e Scientifico clinica neuropsichiatrica Villa Von Siebenthal, Docente Psichiatria delle Dipendenze.E’ con l’obiettivo di condividere un impegno comune, collaborativo e costante, che Lundbeck Italia ha presentato i progetti che intende promuovere nella seconda metà del 2022, in particolare in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale, per supportare la sempre maggiore integrazione delle persone con patologie mentali, contribuendo al superamento di stigma e pregiudizi.“Dedicarsi alla salute del cervello significa creare consapevolezza, raggiungendo più persone possibili per superare insieme stigma e pregiudizi nei confronti di chi vive con una malattia mentale. In Lundbeck ci impegniamo costantemente nella ideazione e promozione di nuovi progetti volti a diffondere cultura sulla salute del cervello, supportando le persone verso un percorso di integrazione ottimale.” afferma Tiziana Mele, Amministratore delegato di Lundbeck Italia.Nel 2022 Lundbeck ha avviato diverse iniziative con questo intento. Il cortometraggio “Mi Vedete?”, realizzato insieme a Havas Life e in collaborazione con Giffoni Innovation Hub, è stato presentato al Giffoni Film Festival 2022 e fuori concorso alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.Il corto si inserisce all’interno del progetto adoleSCIENZE, iniziativa di Lundbeck Italia nata dalla necessità di sensibilizzare, informare e creare consapevolezza sulle malattie mentali in età adolescenziale, con l’obiettivo di superare lo stigma che vi ruota ancora oggi intorno.Altra iniziativa, il concorso “CEOforLife LUNDBECK AWARDS: la salute parte dal cervello”, promosso da Lundbeck Italia insieme a CEOforLIFE, che terminerà il 20 settembre. Rivolto a tutte le aziende impegnate in progetti che tutelano e promuovono la salute mentale e il benessere psico-fisico nei contesti lavorativi, il concorso è dedicato alla raccolta, valorizzazione e condivisione delle azioni attuate con questo scopo, per promuoverne la conoscenza tra i partecipanti, oltre che avvicinare sempre più realtà aziendali questi temi.La premiazione si terrà il 10 ottobre, a Roma, presso l’università Luiss Guido Carli, un’importante occasione per confrontarsi e dialogare con esperti del settore e Istituzioni.Infine, il ciclo di appuntamenti “Arte che Cura: la salute parte dal cervello”, realizzati da Lundbeck insieme a BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, focalizzati sul benessere mentale e sull’equilibrio psico-fisico attraverso la pratica di diverse forme d’arte, realizzati con l’obiettivo di diffondere la cultura della consapevolezza, della cura di sè e del raggiungimento del proprio equilibrio psico-fisico. Questo ciclo terminerà l’8 ottobre, in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale, con un talk show divulgativo al BAM dal titolo “Arte che cura: la salute parte dal cervello”: un momento di scambio e dialogo con esponenti di diversi ambiti di studio e professionalità, per comprendere al meglio l’importanza di mantenere il cervello in salute. L’evento sarà accompagnato da performance artistiche a cura del Centro di Musicoterapia di Milano, con un ensemble che si esibirà con un repertorio attinente alle tematiche affrontate al talk.“La pandemia Covid-19 ha amaramente dimostrato che nessuna nazione era preparata ad affrontare una crisi di sanità pubblica, ma anche di salute mentale, di questa portata – afferma Ughetta Radice Fossati, Segretario Generale Fondazione Progetto Itaca – Per questo motivo è imperativo che non solo le famiglie vengano sensibilizzate sul tema delle malattie mentali, ma che questo avvenga nell’intera società, per costruire una cultura che permetta da una parte di riconoscerle e affrontarle, dall’altra per favorire l’integrazione delle persone con malattia mentale all’interno di tutta la sfera sociale. L’unico modo per ottenere questo risultato è lavorare insieme, stabilire nuove sinergie tra istituzioni, associazioni, aziende e privati, per creare insieme un nuovo patto per la salute mentale. Progetto Itaca e Lundbeck Italia, in questo senso, collaborano con una forte comunità d’intenti, con l’obiettivo di andare oltre alla medicina e di supportare le necessità che la comunità richiede”.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
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