Bonsignore (CIMO) e Spampinato (CIMO-FESMED): “In Sicilia nessun interesse della politica per la sanità”
“La Regione Veneto ha da poco adottato un provvedimento che, nel tentativo di arginare la fuga dei medici dai Pronto Soccorso, si basa su un presunto aumento di stipendio, ma a costo di un maggiore impegno orario. A partire da oggi e fino al 31 dicembre 2023 le prestazioni aggiuntive, cioè i rientri e le ore di lavoro che superano l’orario istituzionale, saranno pagate a 100€/ora, in pratica quanto guadagnano, per il lavoro ordinario, i cosiddetti gettonisti, medici pagati appunto a gettone per coprire i buchi nei Pronto Soccorso”. Lo dichiarano, in una nota, il segretario regionale CIMO (Confederazione Italiana Medici Ospedalieri) Giuseppe Bonsignore e il presidente regionale della Federazione CIMO-FESMED (Federazione Sindacale Medici Dirigenti) Riccardo Spampinato. “Non è certo la soluzione a tutti i problemi – sottolineano i due dirigenti sindacali – anzi molti dei diretti interessati hanno subito storto il naso perché gli si propone non di andare in ferie a rifiatare bensì di raddoppiare gli sforzi e le ore di lavoro. Ma non è detto che il dio denaro riuscirà a sostituire il desiderio di dedicare il proprio tempo libero alla famiglia e alla vita sociale. Tuttavia il tentativo della Giunta Veneta rappresenta pur sempre un segnale di attenzione della politica regionale al problema della sanità e della carenza di medici nei Pronto Soccorso in particolare. Attenzione che avremmo auspicato anche in Regione Sicilia dove invece, nonostante le pressanti richieste sindacali, assistiamo ad una assoluta mancanza di iniziative da parte dell’Assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, che ha puntualmente disatteso le “promesse” fatte non più tardi di un mese fa nel corso della conferenza stampa indetta da CIMO e CIMO-FESMED presso la sede dell’Ordine dei Medici di Palermo. Dopo quell’intesa verbale, non arrivando segnali concreti, CIMO e CIMO-FESMED hanno rilanciato inviando all’Assessore Razza una propria proposta per affrontare la grave crisi che attanaglia i Pronto Soccorso siciliani che continuano a soffrire enormemente e che, a cascata, determinano pesanti ricadute assistenziali su interi ospedali”. “Abbiamo chiesto la temporanea sospensione dei PTE periferici che non raggiungono gli standard dei 3000 accessi/anno – aggiungono Bonsignore e Spampinato – per portare quei medici sottoutilizzati all’interno degli ospedali e, allo stesso modo, di coinvolgere i medici di continuità assistenziale in questo momento di massima crisi. Per frenare la fuga dei medici dalle Aree di Emergenza e provare a rendere più digeribile la scelta da parte dei giovani medici, la nostra proposta a livello regionale è quella di corrispondere un’indennità di funzione ai medici di Pronto Soccorso di 1000€ lordi mensili e in più di aumentare il gettone delle guardie notturne e festiva dagli attuali 120€ a 300€ per turno. Solo con una proposta economica seria si può immaginare di rendere appetibile un lavoro che ha in sé tanti svantaggi. Ma, nonostante le buone intenzioni manifestate nel confronto di luglio scorso – concludono – l’Assessore Razza non ha ritenuto di dare alcuna risposta già prima delle dimissioni del Presidente Musumeci, figuriamoci adesso che siamo già in piena campagna elettorale. Adesso più che mai la sanità, i diritti dei medici e la salute dei cittadini possono aspettare”.