Al Museo D’Aumale di Terrasini, “Mimicry”, la personale di Łukasz Huculak
Si inaugura domani, sabato 26 marzo alle 17.00 al Museo D’Aumale di Terrasini, “Mimicry”, la personale dell’artista e curatore polacco, Łukasz Huculak ospite a Palermo per un’esperienza residenziale voluta dall’Accademia di Belle Arti e Design “Eugeniusz Geppert” di Wrocław e dal Consolato Onorario della Repubblica di Polonia a Palermo, con l’associazione Avignon.
La mostra presenta un ciclo di opere pittoriche di piccolo formato, costruite su suggestioni ermetiche e naturalistiche, ispirate alla ricca collezione del Fondo Alliata custodita al museo d’Aumale.
Questo nucleo di opere che ha preso il nome di “Mimicry” dalla capacità di alcuni animali di attuare un complesso sistema di difesa dai predatori assumendo l’aspetto e il comportamento di altre specie, è stata curata dall’Associazione Avignon e ospitata dal Museo D’Aumale di Terrasini – che per la prima volta ha aperto al pubblico gli affascinanti magazzini, oggetto di un progetto di rivalutazione fortemente voluto dal Direttore Luigi Biondo del lascito culturale del principe Raniero Alliata di Pietratagliata.
“La produzione artistica realizzata in residenza a Palermo da Łukasz Huculak accende una luce insolita su un personaggio molto eclettico e controverso della Sicilia del Novecento, di cui il Museo D’Aumale possiede la copiosa e interessantissima collezione di insetti, ma anche le numerose riflessioni e gli schizzi pittorici frutto del genio di colui che fu definito il “Principe mago”. Una felice combinazione tra arte e scienza – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – che ci permette di conoscere, attraverso un diverso punto di vista un uomo fortemente enigmatico, a cui proprio lo scorso anno, abbiamo voluto dedicare un importante volume che testimonia la sua attività di entomologo, nota a livello internazionale”.
Personalità singolare, entomologo e occultista, influente su più generazioni di intellettuali siciliani ed esponente di spicco di quel clima culturale che caratterizzò il tramonto malinconico della nobiltà siciliana tra la fine dell‘800 e la metà del ‘900, il principe Alliata di Pietratagliata ha lasciato alla Regione un Fondo oggi valorizzato da un ricco volume firmato da Fabio Lo Valvo, curatore della sezione naturalistica del Museo D’Aumale.
Il Fondo consta di un gabinetto entomologico di 104.000 esemplari ed una collezione di artigianali block notes, spesso realizzati con materiali di fortuna (pagine di registri contabili, pacchetti di sigarette, ricevute di pagamento per la pulizia di tappeti, per l’acquisto di mobili o ricevute della lotteria), colmi di disegni, schemi, diagrammi e calcoli, che hanno rappresentato per l’artista un singolare punto d’osservazione sulle ricerche condotte dal principe-mago fino alla fine degli anni ‘70 del secolo scorso.
Il suo patrimonio offre interessanti occasioni di riflessione in quanto ricco di sottotracce che lambiscono diversi ambiti: filosofici, linguistici, ermetici, persino pittorici.
Esemplare in questo senso è il singolare esperimento metafisico dei trachettili di Alliata, sessioni di pittura automatica condotte in stato di trance limitando il controllo sulla materia pittorica o, ancora un breve ciclo pittorico, erotico ed al tempo scandaloso, in cui diverse figure tratteggiate con caratteri di entrambi i sessi sembrano alludere in tono scanzonato all’unità del tutto.
I numerosi disegni di Alliata a carattere entomologico a cui l’artista polacco si è ispirato, sono schemi grafici di coordinate universali, fallimentari tentativi di lettura dell’ordine intorno le cose tutte, nient’altro che pura, cosmica, astrazione.
Alliata, in contatto con figure di spicco come Renato Guttuso ed Aleyster
Crowley, è figura controversa, dedito all’arte tanto come diletto, quanto come strumento di ricerche medianiche oltre coscienza.
Su questi temi, un testo firmato dal prof. Francesco Galluzzi, autore del volume “Fantasmi elettrici. Arte e spiritismo tra simbolismo e futurismo” arricchisce il progetto ampliando la riflessione sul clima di rinnovato interesse per le tendenze esoteriche che accompagnava il declinare della dominante cultura positivista tra Otto e Novecento, quando una rivisitazione delle tradizionali credenze nell’esistenza dei fantasmi e nel mondo invisibile si affermava coniugandosi con le ricerche scientifiche che indagavano il rapporto tra materia ed energia.