Beni Culturali, Cobas/Codir: “Sull’impugnativa del pagamento delle prestazioni nei festivi l’amministrazione regionale brancola nel buio”
“Ieri pomeriggio, presso il Dipartimento Beni Culturali e dell’Identità Siciliana di Via delle Croci 8, si è svolto l’atteso primo incontro dopo che il Consiglio dei Ministri, con delibera del 31 gennaio 2022, ha impugnato la norma che prevedeva lo stanziamento delle risorse per remunerare le prestazioni rese dai Lavoratori dei beni culturali della Regione Siciliana nel 2021 in eccedenza al terzo dei festivi”.
A dichiararlo sono Michele D’Amico, responsabile regionale del Cobas/Codir per le politiche dei beni culturali, e Simone Romano, coordinatore regionale del Cu.Pa.S./Codir (Custodi del Patrimonio Culturale Siciliano), movimento che aderisce al Cobas/Codir.
“Dopo avere appreso dell’impugnativa e nelle more dell’esito dell’incontro istituzionale di ieri pomeriggio – commentano D’Amico e Romano – il Cobas/Codir e il Cu.Pa.S/Codir hanno già dato mandato ai propri legali al fine di avviare le procedure per fare emettere, ai competenti tribunali, i decreti ingiuntivi per il pagamento di quanto dovuto dall’Amministrazione regionale a tutto il Personale che ha garantito l’apertura dei siti regionali della cultura, attendendo”.
“L’Amministrazione Regionale – proseguono D’Amico e Romano – è ben consapevole del danno economico che subirà a causa dell’emissione di svariate centinaia di decreti ingiuntivi, tra quanto spettante al Personale, spese legali e interessi; danno che risulterà essere di gran lunga superiore alla somma prevista nella norma impugnata. Proprio per questo ci aspettavamo di avere, già dall’incontro di ieri pomeriggio delle risposte, non certo esaustive, ma quantomeno capaci di indicare un percorso costruttivo”.
“Alla richiesta – continuano i due sindacalisti – di sapere quale percorso avesse individuato l’amministrazione dipartimentale per pagare quanto spettante ai Lavoratori per le prestazioni rese nel 2020 e nel 2021, abbiamo solo ricevuto, invece, delle risposte evasive e provocatorie, prive di contenuto amministrativo-contabile”.
“Quanto avvenuto ieri pomeriggio – concludono i due sindacalisti di Cobas/Codir e di Cu.Pa.S./Codir – non fa altro che aumentare, in materia di politiche di beni culturali, la distanza nelle relazioni sindacali con l’amministrazione dipartimentale, non si può, quindi, non perseguire tutte le strade percorribili, anche legali, affinché tutti i Lavoratori che, hanno dimostrato grande sensibilità e senso di responsabilità nel mantenere i siti regionali della cultura aperti durante tutte le festività del biennio 2020 e 2021, abbiano quanto loro spettante”.