“Il Consiglio comunale ha approvato il Piano di riequilibrio economico-finanziario proposto dalla Giunta, evitando il dissesto e che potrà essere adesso occasione di riorganizzare la macchina comunale e
di intensificare l’attività di lotta alla evasione fiscale. L’Amministrazione ha sviluppato un intenso dialogo e continuerà la sua interlocuzione con il Parlamento e con il Governo per definire le condizioni per fronteggiare una crisi di sistema che ha paralizzato centinaia di comuni siciliani e ha colpito grandi città come Torino, Napoli, Reggio Calabria e, da molti anni, Roma. La città di Palermo, in collaborazione con gli altri comuni siciliani e dell’intero Paese, ha ottenuto nuove norme e l’erogazione di somme inserite nel decreto fiscale e nella legge di Bilancio dello Stato. Risorse e norme che, sin dall’inizio, sono state espressione di una precisa volontà: evitare il dissesto. Il sindaco, a metà febbraio, stipulerà un accordo con il presidente del Consiglio dei Ministri, previsto dalla legge di bilancio dello Stato, per meglio definire impegni dell’Amministrazione comunale e impegni del Governo nazionale per i prossimi anni”. Lo dichiarano il sindaco Leoluca Orlando e la Giunta comunale.
Nel corso del proprio intervento fatto ieri in Consiglio comunale per motivare l’astensione sul Piano di riequilibrio, la consigliera Marianna Caronia ha dichiarato: “Siamo stati messi di fronte ad un Piano di riequilibrio che non può essere votato perché non siamo stati messi in grado di valutare appieno le sue conseguenze, così come non sono state spiegate le conseguenze del possibile dissesto. Abbiamo assistito ad un balletto di dati e pareri che non permettono al Consiglio comunale di avere informazioni corrette. Certamente, almeno questo è chiaro, il Piano comporta un aumento delle tasse che non è accettabile soprattutto in un momento di crisi come
quello attuale con le famiglie e le imprese già sul lastrico fra Covid e aumento delle tariffe di utenze e servizi. Certamente, anche questo è chiaro, il dissesto porterà un danno a qualsiasi prospettiva di sviluppo della città: basti pensare che sarà impossibile accedere ai mutui, che tante opere e lavori hanno permesso negli anni. L’amministrazione Orlando ha gravi responsabilità per quanto avvenuto, così come gravi sono le responsabilità delle politiche nazionali che hanno colpito tutte le amministrazioni comunali del meridione. Ho provato con altri consiglieri a trovare soluzioni, anche dialogando con l’amministrazione e con gli Assessori, per evitare un disastro che comunque ricadrà sui cittadini. Le soluzioni non sono arrivate e ora siamo chiamati a scegliere fra un Piano che aumenta le tasse e non si sa se funzionerà o un dissesto che sarà un’ipoteca sul futuro di Palermo. Per questo certamente sbaglia chi pensa di portare a casa un risultato con la “medaglietta” del sindaco “dissestato”, perché il dissesto sarà comunque una ferita per Palermo”.
“Il Comune di Palermo non andrà in dissesto ma andranno in dissesto le imprese e le famiglie, che già da anni si sobbarcano il peso di un’economia fragile e le conseguenze della pandemia, e che per i prossimi 20 anni pagheranno le tasse più alte d’Italia in cambio dei servizi al cittadino peggiori”. Lo dice la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio dopo l’approvazione in Consiglio Comunale del Piano di riequilibrio.
“Si va verso una crisi sociale ed economica ancora più grave – prosegue la Di Dio -. Chi ha permesso l’approvazione di questo Piano di riequilibrio si assuma responsabilità di ciò che è stato avallato: per privilegiare interessi politici ed elettoralistici è stato messo il cappio al collo di cittadini e imprese che pagheranno il conto di una gestione amministrativa fuori controllo, con ripercussioni anche più severe rispetto alla procedura di dissesto”. “Ci auguriamo che a Roma, con l’intervento da parte dello Stato, nella contrattazione dell’accordo che dovrà seguire l’approvazione della delibera, si possano mitigare gli effetti di un Piano tanto scellerato che non può essere la soluzione migliore e affosserà ulteriormente le prospettive della città e delle sue forze produttive”.
“Si poteva scegliere fra il nero chiaro e il nero scuro nell’approvazione del piano di riequilibrio del Comune di Palermo. Ciò che ci preoccupa è la totale mancanza di una prospettiva futura, anzi, sul futuro si addensano le nebbie di conti in sofferenza e di stangate, come l’aumento dell’addizionale comunale Irpef, troppo pesanti da tollerare per le tasche delle famiglie palermitane, di lavoratori, pensionati e del tessuto imprenditoriale”. Così il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana, commenta il piano di riequilibrio del Comune di Palermo, approvato ieri sera. “Di tutte le tensioni politiche, di una maggioranza traballante improvvisata e variabile di una opposizione che non è riuscita a fare muro, a pagarne le conseguenze sono i contribuenti che si ritrovano con un salasso da oltre 500milioni di euro da sopportare per vent’anni. Per non parlare di tutte le incertezze sui conti di Amat il cui riequilibrio è vincolato a tante condizioni, primo di tutto un nuovo contratto di servizio che possa dare certezze al futuro dell’azienda, e che resta sempre a rischio di dissesto”. “Davanti a tutto questo – conclude La Piana – la cosa ancor più grave è che di futuro si parli solo in termini di indebitamento e non di strategie per il rilancio di questa città. I fondi del Pnrr attendono e sono una occasione da non sprecare, una ultima chiamata alla quale la città di Palermo, per il bene dei cittadini tutti, deve rispondere”.
“L’approvazione del piano di riequilibrio del Comune di Palermo, che evita il dissesto finanziario, è un bene ma rischia di essere una buona notizia solo per quanti non hanno mai pagato le tasse e per quanti continueranno a non pagarle a causa anche delle carenze della amministrazione e della macchina comunale”.
A dichiararlo è il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, preoccupato che al raddoppio dell’Irpef che colpirà i contribuenti non corrisponda un’adeguata lotta all’evasione. “Il Comune di Palermo ha programmato che metterà le mani nelle tasche dei cittadini che le tasse le hanno sempre pagate – aggiunge Ridulfo – Avere evitato il dissesto, con tutto quello che questo avrebbe comportato in termini di maggiore tassazione e di minori servizi, sia per i cittadini che per i lavoratori diretti e delle aziende partecipate, è amara consolazione. Adesso si apra il confronto con il governo nazionale, perché la situazione del Comune, e non solo quella del Comune di Palermo, è ormai insostenibile”.
Con le risorse del Pnrr in arrivo, le forze politiche del consiglio comunale avrebbe dovuto ragionare piuttosto di opere, cantieri e programmi di crescita per Palermo. E anche la richiesta del full time al personale, legata a un’erogazione più efficiente dei servizi, è rimasta fuori, come chiedeva la Cgil. “Dovremmo discutere di progetti e di sviluppo, invece assistiamo ancora una volta a una manovra che penalizza lavoratori e pensionati – prosegue Ridulfo – Dovremmo discutere di ripresa e di resilienza, invece siamo qui a subire un programma di tagli e di sacrifici per i prossimi vent’anni. Così i giovani senza lavoro e senza servizi continueranno ad andare via. Altro che piano di ripresa e resilienza. Serve l’impegno di tutte le forze politiche affinché vengano garantite risorse aggiuntive straordinarie oltre a quelle già previste dei 400 milioni che il governo si è impegnato a dare. Solo così si potrà consentire alla macchina comunale di andare a regime. Così come chiediamo il tempo pieno per tutti i dipendenti e l’implementazione di nuove figure professionali e di nuove competenze per gli uffici ormai sguarniti: sono indispensabili per cogliere l’occasione irripetibile del Pnrr che Palermo non può rischiare si perdere”.
“E’ stato bello e servito il nuovo Piano di Riequilibrio da noi definito di ‘Squilibrio Sintomatico’ del Comune di Palermo – così denuncia il Segretario responsabile territoriale dell’Ugl di Palermo Franco Fasola – per salvare dal dissesto la città sprofondata orami nella più totale anarchia dei servizi”.
“Lo chiamano di ‘Riequilibrio’ magra consolazione visto che il Comune si rifarà esclusivamente sulle tasche dei cittadini aumentandone le tasse, adesso toccherà alla Corte dei Conti approvarlo o meno , per sistemare i conti, l’amministrazione aumenta le tasse in cambio di 475 milioni che riceverà dal governo nazionale nei prossimi 20 anni, il piano prevede un pareggio dei conti in 20 anni, a fronte di un raddoppio dell’Irpef (dallo 0,8 all’1,6 per mille) che porterà nelle casse comunali circa 550 milioni di euro in questo lasso di tempo, intanto i palermitani già colpiti da due anni a questa parte da una pesantissima crisi pandemica, da sempre gravati da un altissimo tasso di inoccupazione e disoccupazione dovranno come se non bastasse pagare già da quest’anno oltre al raddoppio dell’Irpef , l’aumento di Tari, servizi cimiteriali, impianti sportivi ed una serie di pesanti condizionalità, tutto ciò è insostenibile per una cittadinanza già allo stremo fra caro bollette e caro spesa, ancora una stangata questa volta senza precedenti da parte dell’attuale Amministrazione Comunale senza alcuna visione prospettica di sviluppo oramai da decenni”, conclude Fasola .