Chiusura del reparto di Nefrologia e Dialisi del Cervello. Sit-in di protesta dei familiari dei pazienti dializzati peritoneali
“Questa mattina – dichiara Valentina Chinnici, consigliere comunale e capogruppo di Avanti Insieme – ho partecipato al sit-in di protesta dei familiari dei pazienti dializzati peritoneali, per rappresentare il mio sostegno e quello dei consiglieri Massimo Giaconia, Roberto Li Muli e Michele Maraventano del Gruppo Civico Avanti Insieme. Si tratta di 15 pazienti sottoposti a dialisi peritoneale domiciliare, ma che necessitano di un controllo periodico e costante dei medici del reparto di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Cervello di Palermo, ormai chiuso per essere riconvertito in reparto Covid”.
“Una situazione veramente drammatica perché la decisione politica lede il diritto alla cura di soggetti estremamente fragili e rende il destino di questi pazienti assolutamente incerto. Parliamo di malati cronici, soggetti fragili e spesso in età avanzata, che almeno una volta al mese vengono visitati in ambulatorio. Questo consente loro di evitare il rischio di peritonite e di altre complicanze legate all’eventuale malfunzionamento dei macchinari con i quali si curano a casa e che necessitano di controlli periodici. Grave, infatti, il fatto che, contestualmente alla chiusura del reparto di Nefrologia e Dialisi degli Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello non si sia previsto neanche un passaggio di consegne all’altro centro operativo del Civico di Palermo e sia stato eliminato finanche il controllo medico ambulatoriale una volta al mese, finora garantito. Anche se lo fanno con amore, i familiari non possono continuare a prestare assistenza straordinaria ai loro cari, anche perché servono specifiche competenze mediche, fornite con grande professionalità, competenza e umanità dal personale ospedaliero che rappresentava un punto di riferimento indispensabile per le famiglie tutte. Quello che si prospetta è un abbandono da parte delle istituzioni che non possiamo accettare. Sollecitiamo, quindi, con urgenza l’intervento di tutte le autorità competenti in materia, dell’assessore regionale alla Sanità, Razza, chiedendo loro di tornare indietro nella loro decisione che non rispetta i diritti fondamentali di questi malati in situazione di particolare fragilità”.