Legacoopsociali Sicilia, Giuseppe Fiolo confermato coordinatore

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Giuseppe Fiolo

Giuseppe Fiolo è stato riconfermato all’unanimità coordinatore regionale di Legacoopsociali Sicilia, l’associazione che all’interno della Lega delle Coooperative riunisce le realtà operanti nei servizi sociali e nel Terzo settore. L’elezione è avvenuta il 16 novembre, al termine dei lavori del quinto congresso regionale, che si è svolto a Palermo, nella Sala delle Capriate di Palazzo Steri. L’assemblea congressuale, presieduta da Serena Citrolo presidente della coop “Solidarietà” di Palermo, ha anche eletto i 25 componenti la direzione regionale in rappresentanza delle oltre trecento coop sociali aderenti a Legacoop (in Sicilia sono in tutto un migliaio).

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I lavori sono iniziati con una tavola rotonda sul tema “La co-progettazione come strumento di sviluppo e prossimità” aperta dall’intervento del presidente di Legacoop Sicilia, Filippo Parrino.

Numerosi gli spunti di riflessione emersi, primo fra tutti la necessità del coinvolgimento attivo da parte della Pubblica Amministrazione degli enti del terzo settore. «Bisogna partire dalla co-progettazione per andare verso un sistema innovativo e condiviso che orienti e guidi la rete dei servizi e degli interventi di politica sociale in Sicilia che superi la frammentazione, la sovrapposizione e la dispersione delle risorse, coniugando lo sviluppo specifico dei territori con i diritti delle persone», ha detto Giuseppe Fiolo, che nella sua relazione ha ricordato come proprio nel Codice del Terzo Settore si faccia preciso riferimento al coinvolgimento attivo degli enti di terzo settore da parte di tutte le PA. Cosa facile a dirsi, ma molto più difficile a farsi. E non solo in Sicilia. «Problemi analoghi si vivono anche nel resto d’Italia – ha osservato il presidente nazionale di Legacoopsociali, Eleonora Vanni – dove, ad esclusione di certe aree metropolitane all’avanguardia, a fronte di un fabbisogno elevato i servizi assistenziali e di cura della persona non riescono a essere pienamente soddisfatti». Il motivo? Alle procedure complesse si aggiunge spesso un atteggiamento negativo della pubblica amministrazione che vede le coop sociali più come come controparti che come interlocutori.

Tra le problematiche discusse durante la tavola rotonda la necessità per superare la logica degli appalti optando per il sistema dell’accreditamento e la necessità di trovare un metodo per salvare le coop sociali dalla “morte per crediti” che è uno dei rischi maggiori che si corrono nel Mezzogiorno. È proprio nel Sud Italia che le amministrazioni comunali in crisi non riescono ad onorare i debiti nei confronti delle coop sociali a cui hanno affidato servizi essenziali a sostegno dei soggetti più fragili.

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