Fibrillazioni nel centrodestra: “Molto rumore per nulla”
In una nota Vincenzo Figuccia segretario provinciale della Lega a Palermo scrive: “Le dichiarazioni del nostro segretario Regionale, Nino Minardo che seguono a quelle del leader nazionale Matteo Salvini, testimoniano la grande attenzione del partito su Palermo, la prima e grande tornata elettorale siciliana dei prossimi mesi. Siamo a lavoro per unire il centro destra e liberare la Città da decenni di incuria, pigrizia e rassegnazione. Il messaggio, lo ribadisco anche io, sia chiaro a tutti i naviganti: dalle amministrative di Palermo alle regionali, si lavora solo per Il bene dei Siciliani”.
Come si può desumere, ci sono tutti i presupposti affinché il centrodestra possa spaccarsi con due candidature alla presidenza della Regione che potrebbero favorire il centrosinistra (esperienza già fatta nella precedente legislatura con l’elezione di Rosario Crocetta).
Le attuali fibrillazioni all’interno delle forze del centrodestra che sostengono il governo regionale, vedono da una parte Musumeci che all’indomani della sua elezione alla presidenza della Regione siciliana dichiarava in giro che non si sarebbe più ricandidato (suscitando lo scetticismo di Gianfranco Miccichè), dall’altro c’è la Lega che in Sicilia sta arruolando numerosi politici provenienti dall’area centrista indebolendo i vari “cespugli” moderati.
Inoltre, Musumeci appare indebolito nella sua città, Catania, dove l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Raffaele Stancanelli (sindaco di Catania dal 2008 al 2013 e senatore nella XVI e XVIII legislatura) sembra flirtare da tempo con il sindaco di Messina Cateno De Luca che si è già proposto come candidato alla presidenza della Regione. A questo punto De Luca potrebbe essere sia il candidato alla presidenza del duo Salvini-Meloni che così sperimenterebbe in Sicilia, da sempre considerata un laboratorio politico, l’asse sovranista di governo o, in alternativa potrebbe essere anche l’espressione che porterebbe ad unire tutte i vari cespugli centristi che vanno da Italia Viva di Renzi a Forza Italia, ovvero includendo un’area di centro riformista. Intanto, il sindaco di Messina si tiene le mani libere (per la serie “chi mi ama mi segua”) anche se una sua candidatura alla presidenza della Regione, secondo alcune indiscrezioni non verrebbe ostacolata da Miccichè. Il leader degli azzurri in Sicilia, probabilmente è consapevole che Forza Italia a livello nazionale non gli rimane molto da dire sia per un fatto anagrafico del suo fondatore, sia perché al Nord i forzisti stanno passando tutti con la Lega. Miccichè, in prospettiva, potrebbe rilanciare il suo “Grande Sud”, sganciandosi da quello che rimarrà di Forza Italia dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. In questa direzione si può leggere l’auspicata alleanza politica con Italia Viva di Renzi che a livello nazionale sono in pochi a credere che alle prossime politiche possa confermare lo stesso numero di deputati e senatori.