Fibrillazioni nel centrodestra: “Molto rumore per nulla”

0
Molto rumore per nulla. Il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione si deciderà a Roma e i segretari regionali dei partiti avalleranno le scelte fatte e imposte dai leader nazionali. Questo vale anche per la scelta dei candidati a sindaco di Palermo, Catania e Messina. Tutto il resto sembrano schermaglie politiche per giustificare gli attuali ruoli all’interno del centrodestra. In quest’ottica sembrerebbe debole la ricandidatura di Nello Musumeci che alle spalle non ha un partito nazionale che lo sostiene, avendo in tempi non lontani, fallito la federazione di Diventerà Bellissima (soggetto politico di Musumeci) con la Lega.
Il leader di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Miccichè interviene sulle fibrillazioni all’interno del centrodestra nell’isola. “Lasciamo che la scelta tocchi al partito che uscirà con maggiori consensi dalle amministrative” dice Miccichè in un’intervista al Giornale di Sicilia e alla Gazzetta del Sud dopo le dichiarazioni di Matteo Salvini, che ha annunciato di volere candidare a governatore il segretario regionale del suo partito Nino Minardo e la secca replica del Presidente Nello Musumeci: “La lega decida se stare dentro o fuori”.
 
“Le dichiarazioni del segretario della Lega Matteo Salvini, apparse oggi su un quotidiano regionale – ha dichiarato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci – non possono cadere nel silenzio. Di primo acchito verrebbe da dire che appaiono stravaganti per chi dovrebbe avvertire una responsabilità diversa, di guida della coalizione tutta. Capisco la volata da tirare al suo partito, ma dichiarare di volere il sindaco di Palermo, quello di Catania e il presidente della Regione non dovrebbe portare a prendere seriamente la pretesa. Tuttavia, per chi ha la mia storia, c’è un profilo non trascurabile: delegittimare il presidente della Regione eletto direttamente dai siciliani, mentre lavora in una fase storica di crisi, indebolisce l’istituzione e danneggia la Sicilia. Ho rispetto di tutte le forze politiche e non sarò certo io a dividere il centrodestra, ma non sono più disposto a tollerare ambiguità. Se la Lega vuole costruire una prospettiva alternativa a questo governo regionale si assuma la responsabilità di uscirne e ci ritroveremo certamente più uniti dopo, quando – fallita ogni velleitaria ipotesi di favorire la sinistra con una divisione tra noi – si comprenderà che la prospettiva di rinnovamento dell’Isola passa dagli uomini che hanno la responsabilità di favorire il cambiamento. Non si può continuare a stare in un governo – ha concluso Musumeci – e contemporaneamente lavorare per logorarlo”.

In una nota Vincenzo Figuccia segretario provinciale della Lega a Palermo scrive: “Le dichiarazioni del nostro segretario Regionale, Nino Minardo che seguono a quelle del leader nazionale Matteo Salvini, testimoniano la grande attenzione del partito su Palermo, la prima e grande tornata elettorale siciliana dei prossimi mesi. Siamo a lavoro per unire il centro destra e liberare la Città da decenni di incuria, pigrizia e rassegnazione. Il messaggio, lo ribadisco anche io, sia chiaro a tutti i naviganti: dalle amministrative di Palermo alle regionali, si lavora solo per Il bene dei Siciliani”.

Come si può desumere, ci sono tutti i presupposti affinché il centrodestra possa spaccarsi con due candidature alla presidenza della Regione che potrebbero favorire il centrosinistra (esperienza già fatta nella precedente legislatura con l’elezione di Rosario Crocetta).

Le attuali fibrillazioni all’interno delle forze del centrodestra che sostengono il governo regionale, vedono da una parte Musumeci che all’indomani della sua elezione alla presidenza della Regione siciliana dichiarava in giro che non si sarebbe più ricandidato (suscitando lo scetticismo di Gianfranco Miccichè), dall’altro c’è la Lega che in Sicilia sta arruolando numerosi politici provenienti dall’area centrista indebolendo i vari “cespugli” moderati.

Banner Rag Giuseppe Pannullo

Inoltre, Musumeci appare indebolito nella sua città, Catania, dove l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Raffaele Stancanelli (sindaco di Catania dal 2008 al 2013 e senatore nella XVI e XVIII legislatura) sembra flirtare da tempo con il sindaco di Messina Cateno De Luca che si è già proposto come candidato alla presidenza della Regione. A questo punto De Luca potrebbe essere sia il candidato alla presidenza del duo Salvini-Meloni che così sperimenterebbe in Sicilia, da sempre considerata un laboratorio politico, l’asse sovranista di governo o, in alternativa potrebbe essere anche l’espressione che porterebbe ad unire tutte i vari cespugli centristi che vanno da Italia Viva di Renzi a Forza Italia, ovvero includendo un’area di centro riformista. Intanto, il sindaco di Messina si tiene le mani libere (per la serie “chi mi ama mi segua”) anche se una sua candidatura alla presidenza della Regione, secondo alcune indiscrezioni non verrebbe ostacolata da Miccichè. Il leader degli azzurri in Sicilia, probabilmente è consapevole che Forza Italia a livello nazionale non gli rimane molto da dire sia per un fatto anagrafico del suo fondatore, sia perché al Nord i forzisti stanno passando tutti con la Lega. Miccichè, in prospettiva, potrebbe rilanciare il suo “Grande Sud”, sganciandosi da quello che rimarrà di Forza Italia dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. In questa direzione si può leggere l’auspicata alleanza politica con Italia Viva di Renzi che a livello nazionale sono in pochi a credere che alle prossime politiche possa confermare lo stesso numero di deputati e senatori.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *