Il Tampon tax tour fa tappa a Palermo
Si tratta di un viaggio a tappe, tra le regioni italiane, finalizzato a registrare le adesioni degli Enti locali alla campagna contro l’iniqua aliquota del 22% attualmente applicata ai prodotti per l’igiene intima femminile e stimolare il dibattito pubblico.
«L’abolizione della ingiusta tassa della Tampon Tax è una scelta di equità sociale ed economica e un diritto sociale. E’ inaccettabile che sui prodotti igienici femminili ci sia l’Iva al 22% pari a quella dei beni di lusso, come se gli assorbenti non fossero beni di prima necessità. La campagna #stoptampon tax non è una questione meramente economica, ma culturale. La disuguaglianza tra uomo e donna si basa su elementi strutturali (come la disparità salariale) ma inizia dalle piccole differenze: come la tassazione dei prodotti igienico femminili come fossero prodotti di lusso», sostengono le promotrici del progetto.
«L’atto di indirizzo politico che tutte e tutti noi Consiglieri comunali abbiamo presentato al voto dei rispettivi Consigli comunali, aderendo alla campagna nazionale – sottolinea Milena Gentile – intende sollecitare il Parlamento ad approvare il DDL 734 Disposizioni in materia di riduzione dell’aliquota IVA sui prodotti di igiene intima femminile con cui si chiede l’abbassamento al 5% dell’aliquota sui prodotti per l’igiene intima femminile, ancora da oltre due anni non discusso né approvato. Anche l’Amministrazione comunale potrebbe avere un ruolo in attesa che venga approvata la legge, ad esempio, stipulando apposite convenzioni con le farmacie e la grande distribuzione perché applichino il 18% di sconto sui prodotti per l’igiene intima, in modo da annullare l’effetto di una aliquota così elevata. A Palermo sono state raccolte le firme anche degli amministratori e delle amministratrici di altre province siciliane, che hanno aderito al Manifesto contro la Tampon Tax che poi sarà consegnato ai parlamentari a Roma, nell’ultima tappa, con l’obiettivo di chiedere un emendamento risolutivo nella prossima legge di bilancio. Partecipare e far sentire la propria voce contro una tassa iniqua e discriminante vuol dire schierarsi a favore di una società più giusta, inclusiva e paritaria. Tocca a noi, non solo in quanto amministratori e amministratrici locali, ma soprattutto in quanto cittadini e cittadine, scendere in campo!»