Sentenza CGA su tariffe Siciliacque. Sovrambito fuori legge: si risolva il contratto, reti ed impianti devono essere gestiti dai gestori d’ambito provinciale
La sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) dell’8 luglio 2021 conferma appieno quella già emessa dal Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) nel 2020. Siciliacque e la Regione non hanno alcun titolo in materia di tariffa idrica. Illegittime le delibere della Regione che hanno aggiornato le tariffe di Siciliacque dal 2016 al 2019, illegittimo che la società, partecipata per il 25% dalla Regione e per il 75% dalla multinazionale francese Veolia che gestisce il cosiddetto sovrambito voluto da Cuffaro nel 2004, continui a gestire reti, impianti ed infrastrutture che le leggi nazionali e regionale attribuiscono invece ai gestori d’Ambito provinciale.
Da molti anni il Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni sostiene che la legge va applicata, che il contratto di gestione di Siciliacque va verificato e risolto perché in contrasto con la normativa nazionale, D. Lgs. 152/2006 ~Testo Unico Ambiente~ e con la legge 19/2015 vigente che al comma 5 dell’articolo 3 recita che la gestione delle infrastrutture, servizi, sistemi acquedottistici relativi al servizio idrico integrato (opere di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione) è affidata alle nove ATI. Nella legge la gestione del sovrambito è citata soltanto all’art. 6 laddove impegna il Presidente della Regione sulla valutazione della sussistenza dei presupposti per la risoluzione anticipata del contratto con Siciliacque.
La sentenza del CGA conferma e sostanzia dal punto di vista legale e giuridico la richiesta del Forum di risolvere un contratto che ha comportato dal 2004 ad oggi costi abnormi per le casse della Regione e per la collettività.
La legge vigente, in ossequio all’esito dei Referendum del 2011, definisce all’art. 1 l’acqua “bene comune pubblico non assoggettabile a finalità lucrative”; nell’art.2 che “la legge si prefigge l’obiettivo di definire i principi per la tutela, il governo pubblico e
partecipativo della gestione delle acque… e disciplina altresì funzioni e compiti per il governo pubblico del ciclo integrato dell’acqua”, mentre l’art.4 afferma che “la gestione del SII è realizzata senza finalità lucrative”.
Non ci sono più alibi, è evidente che la legge 19/15, che ha passato il vaglio della Corte Costituzionale, va applicata e non modificata come più volte annunciato dalla Regione per continuare a favorire gli interessi di una multinazionale che in Sicilia certamente non ha fatto e non farà beneficienza. È del tutto evidente che i privati gestiscono i servizi pubblici locali per fare profitto, è altrettanto evidente che solo le gestioni interamente pubbliche e partecipative possono assicurare un servizio efficace, efficiente ed economico.
Il Forum chiederà un nuovo incontro con l’Assessora Reg.le all’energia e servizi di pubblica utilità Dott.ssa Baglieri per affrontare, nel merito del rispetto della legge, tutte le questioni che da anni sollecita a livello territoriale e regionale.
L’invito a tutti i Sindaci siciliani riuniti nelle nove ATI è a costituire Aziende speciali consortili, cioè enti di diritto pubblico, quali soggetti gestori d’ambito. Dopo la sentenza del CGA si chiede alla Regione di rispettare la legge e la volontà popolare.
Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni