Per chi “suona la campana”: ultima chiamata per sfiduciare Orlando e recuperare dignità politica

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L’annunciata mozione di sfiducia al Sindaco di Palermo Leoluca Orlando da parte della ex minoranza ormai, anche se variegata come un gelato plurigusto, è l’ultima possibilità per recuperare una dignità politica alle Istituzioni cittadine. Il cittadini di Palermo non ne possono più di distinguo e tatticismi, di minuetti e retropassi del gambero.

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La Città non ne può più, è allo stremo, e non capirebbe perché dovrebbe andare a votare chi se ne “fotte” dei suoi cittadini, come già dichiarato dal Sindaco. Il silenzio dei capi partito è assordante. Parla solo Orlando e i suoi di oscuri in un vuoto politico pneumatico. Il tempo delle scelte, dell’analisi e della proposta è oggi, non quando fa più comodo ai signori del gioco dei quattro cantoni, che devono controbilanciare i turni elettorali di Regione e successivamente delle elezioni politiche.

Bisogna salvare la città, non premiare carriere o bruciare candidature. Bisogna recuperare una scelta che metta al centro la città e l’immenso degrado da risolvere. Questa città deve essere riamata, deve essere madre per i suoi figli e non patrigna di un destino di disaffezione e abbandono. La quantità di capitale umano giovane e preparato che è fuggito in questi anni la rende sempre più povera e non bastano e non risolvono i redditi di cittadinanza percepiti da 178 persone su mille. Questa città sembra che odi tre cose: il mare, i giovani ed il lavoro. Ed è su queste priorità che deve lavorare senza risparmio di forze.

Basta con alchimie e strategie di perimetri, campi, aree. Non è un concorso di geometria Euclidea. Basta con patti e “politici” piatti di paccheri, con modelli Giuditta, con formule stantìe e inadeguatezze. Bisogna chiudere con una chiara ed inequivocabile sfiducia, questa era politica, e cambiare profondamente pagina. Andiamo in autunno al voto e costruiamoci noi un Piano di resilienza per un futuro. Il nostro.

Giovanni Pizzo

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