23 maggio, il presidente Musumeci all’aula bunker e alla caserma Lungaro

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Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha accolto questa mattina, assieme al presidente dell’Assemblea regionale Gianfranco Micciché e al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al suo arrivo nell’aula bunker del carcere Ucciardone per partecipare alla cerimonia organizzata dal ministero dell’Istruzione e dalla fondazione Falcone in occasione del 29° anniversario della strage di Capaci.
Musumeci ha poi partecipato, alla caserma Lungaro, sede del reparto scorte della Questura di Palermo, alla deposizione di una corona d’alloro sulla lapide dei caduti nelle stragi e allo svelamento della teca in cui sono conservati i resti della Fiat Croma “Quarto Savona 15”, l’auto di scorta del giudice Falcone.
“Il ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Vito Schifani, morti per sconfiggere la mafia, rimane più che mai vivo nella coscienza civile dando vita all’inarrestabile processo di riscatto della Sicilia fatto di ribellione e di presa di coscienza collettiva contro ogni illegalità”. Lo dice Giuseppe Lupo capogruppo PD all’Ars.
“Oggi più che mai, nel momento in cui il Paese, messo in ginocchio dalla crisi economica, progetta la ripartenza, – continua il parlamentare regionale – abbiamo il dovere di vigilare contro ogni forma di illegalità per difendere il futuro dei giovani ai quali il Presidente Mattarella si è rivolto oggi definendoli “un monumento vivo”.
“A 29 anni dalla strage di Capaci, il sacrificio di Falcone, con sua moglie e gli uomini della sua scorta, è ancora vivissimo nella società civile e ha permesso la crescita di una solida coscienza antimafia che va sempre alimentata per ricordare alle giovani generazioni i preziosissimi insegnamenti del giudice antimafia”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro. “Il contributo dei giovani – continua Di Caro – è fondamentale per eradicare nel tempo e in maniera definitiva comportamenti e atteggiamenti mafiosi in cui cresce e mette radici il malaffare”.

 

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