Nasce il Governo Draghi a trazione nordista senza ministri siciliani: al via la corsa per i sottosegretari
Il Governo di Mario Draghi nasce a trazione nordista, senza ministri siciliani (non accadeva dal 2011 con Monti). Il nuovo esecutivo è composto da 23 ministri (15 uomini e 8 donne). Di questi, 15 sono i dicasteri guidati da esponenti “politici”, scelti tra le forze dell’ampia maggioranza che sostiene l’esecutivo (M5s, Pd, Forza Italia, Leu, Iv, Lega), 8 sono invece i “tecnici”.
Riconfermati 9 ministri del Conte II Luigi Di Maio (M5s) agli Esteri; Luciana Lamorgese all’Interno; Dario Franceschini (Pd) ai Beni culturali (che viene separata dal Turismo); Federico D’Incà (M5s) al ministero per i rapporti con il Parlamento; Elena Bonetti (Iv) al ministero per le Pari opportunità e famiglia; Roberto Speranza (Leu) al ministero della Salute; Stefano Patuanelli che dallo Sviluppo economico si trasferisce all’Agricoltura; Fabiana Dadone (M5s) che dalla Pubblica amministrazione passa al ministero delle Politiche giovanili; Lorenzo Guerini (Pd) al ministero della Difesa.
New entry: Roberto Cingolani alla Transizione ecologica (Fisico e docente, con al suo attivo oltre 100 brevetti), Marta Cartabia alla Giustizia (è la prima donna ad essere diventata presidente della Corte costituzionale nel 2019) e Daniele Franco all’Economia, (Direttore generale della Banca d’Italia dal 1° gennaio 2020, Franco è considerato un fedelissimo di Mario Draghi), Patrizio Bianchi all’Istruzione, Cristina Messa all’Università, Enrico Giovannini alle Infrastrutture e ai trasporti, Vittorio Colao all’Innovazione tecnologica.
Tre ministri anche in quota Lega: Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo, Erika Stefani alla Disabilità e Massimo Garavaglia al Turismo. Per Forza Italia tornano Renato Brunetta alla Pubblica amministrazione, Mara Carfagna alla Coesione territoriale e Maria Stella Gelmini alle Autonomie. Secondo alcuni rumors, Silvio Berlusconi avrebbe dato altri nominati che non sarebbero stati presi in considerazione da Draghi.
Roberto Garofoli (Magistrato da oltre 25 anni, presidente di sezione del Consiglio di Stato, esperto di anticorruzione riconosciuto a livello internazionale) è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio.
Ben il 75% dei membri del nuovo governo proviene dal Nord (8 sono lombardi e 4 veneti). Secondo alcune indiscrezioni i rappresentanti della Sicilia potrebbero entrare in gioco per completare il puzzle dei vice e sottosegretari. Sulla rampa di lancio ci sarebbero l’ex ministro delle Politiche Agricole Saverio Romano (Noi con l’Italia), Giusi Bartolozzi e Gabriella Giammanco in quota Forza Italia, Francesco Scoma e Valeria Sudano di Iv, Giancarlo Cancelleri, Steni Di Piazza e Giorgio Trizzino del M5s e Angelo Attaguile (Lega) mentre in casa Pd sembra tutto in alto mare dopo l’esclusione del ministro Giuseppe Provenzano. Inoltre, secondo alcuni rumors potrebbe spiccare il volo anche un componente della giunta regionale guidata da Nello Musumeci che in una nota fa gli “auguri di buon lavoro al presidente Draghi ed al nuovo governo. La Sicilia è pronta a mettersi al tavolo del confronto sui dossier ancora aperti: misure economiche, attuazione dello Statuto, sburocratizzazione per le opere pubbliche e grandi infrastrutture, solo per citare alcuni esempi. Nel rispetto del principio della leale collaborazione tra lo Stato e le Regioni siamo pronti anche a condividere la difficile gestione di questa emergenza sanitaria ed economica. Salute e lavoro sono i due pilastri di questo nostro tempo. E ognuno deve fare la propria parte”.