Gangi: “Il Recovery Plan è una Waterloo per il Sud e per la Sicilia”

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Salvatore Gangi

“Il Recovery Plan predisposto dal governo è una assoluta Waterloo per il Sud e per la Sicilia. Ormai è certo: nonostante il bisogno assoluto che il Meridione e, segnatamente, la nostra Isola hanno di infrastrutture all’avanguardia, quasi non vi è traccia di nulla che possa farci mettere alla lontana in pari con il resto d’Italia e d’Europa. Il gap, anzi, pare destinato ad allargarsi”. Lo dichiara Salvatore Gangi, presidente del Comitato regionale Piccola Industria di Confindustria in Sicilia -. “Il Sud – continua Gangi – è sostanzialmente assente dal piano, la Sicilia ancora di più. Senza Ponte sullo Stretto, con i porti di Catania e Augusta marginalizzati, senza un minimo segno di attenzione da parte del governo nazionale. Resta a bocca asciutta il Sud, ma anche per il resto d’Italia non sono previste soluzioni mirabolanti. È un piano confuso e pare che vi siano stati trasposti più che altro progetti già in fase di progettazione preliminare. Nei fatti, dunque, non è esagerato affermare come non vi siano investimenti nuovi. Del resto, come spesso accade, è anche e soprattutto un problema di ragioneria generale: mancano i soldi, posto – particolare non da poco sul quale Palazzo Chigi pare non ami indugiare – come quelli del Recovery non possano essere tutti considerati a fondo perduto”.

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“Sempre più la Sicilia sta diventando periferia della periferia, nel silenzio della deputazione che dovrebbe rappresentarci, nel silenzio di una classe politica incapace di far pesare i meriti della nostra pur lodevole e coraggiosa imprenditoria, incapace di far valere le nostre pur solidissime ragioni. Di ceto produttivo, ma anche, prima ancora, di cittadini. Da sempre – conclude Gangi – ritengo gli investimenti infrastrutturali il nodo fondamentale per ridare un futuro dignitoso, specie occupazionale, alla Sicilia, ma bisogna oggettivamente leggere il Recovery Plan per quello che è: l’ennesima (grande) occasione persa per il Sud”.

 

 

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