Covid-19, farmacie pronte a supporto della campagna vaccinale ma prima devono essere vaccinati i farmacisti

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Roberto Tobia

Per accelerare la campagna vaccinale anti-Covid e arrivare alla piena copertura della popolazione il prima possibile raggiungendo la cosiddetta “immunità di gregge”, occorre, come fatto in Israele e in altri Paesi, che la vaccinazione avvenga non solo presso i presìdi pubblici, ma anche in qualsiasi altro luogo idoneo. Per questo motivo la legge di Bilancio 2021 riconosce in tal senso il ruolo fondamentale della farmacia e dei farmacisti, quali operatori sanitari da subito in prima linea rischiando la vita per affrontare l’emergenza a servizio dei cittadini. La legge stabilisce che i vaccini potranno essere inoculati anche presso le farmacie, con la supervisione di medici, assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato.
I farmacisti, in linea con il loro costante impegno contro la pandemia, si sono preparati per tempo attraverso la frequenza di corsi professionalizzanti per la somministrazione dei vaccini e sono pronti, se autorizzati dal ministro della Salute, all’inoculazione dei vaccini contribuendo pienamente ad incrementare la campagna vaccinale anti-Covid grazie alla rete delle 19mila farmacie presenti in Italia.
Ma è necessario, ovviamente, che loro stessi siano vaccinati in via prioritaria in questa prima fase, alla stessa stregua degli altri operatori sanitari. Purtroppo in alcune Regioni ciò non è stato previsto, discriminando i farmacisti rispetto ad altre categorie di operatori sanitari. Un disallineamento che sta comportando disagi e rischi a tanti farmacisti quotidianamente esposti al contatto con i pazienti, al pari degli altri colleghi che vengono invece vaccinati.
Ad esempio, in Sicilia i farmacisti non sono stati ricompresi fra gli operatori sanitari da vaccinare nella prima fase, mentre lo sono i medici, gli odontoiatri e il personale amministrativo delle Asp. Ma, paradossalmente, in alcune province i farmacisti vengono chiamati a vaccinarsi e, addirittura, all’interno della stessa Asp di Palermo, il distretto 35 lo ha già fatto e gli altri no.
Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma e presidente di Federfarma Palermo, auspica “un urgente intervento della Regione affinché anche in Sicilia tutti i farmacisti possano essere vaccinati e le farmacie possano contribuire al raggiungimento degli obiettivi della campagna vaccinale. Serve un criterio unico che consenta anche di razionalizzare ancora di più la distribuzione dei vaccini e di agevolare le prenotazioni. Ci auguriamo che le autorità competenti dettino criteri univoci per accelerare i tempi. Solo così, quando a breve saranno distribuite anche le dosi del vaccino Moderna, sarà possibile intensificare al massimo la campagna vaccinale nell’Isola”.

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