“Ai pochi felici”, il nuovo libro di Giuseppe Cipolla che racconta l’interesse di Sciascia per l’arte
«Mi piacciono i pittori che nel loro immediato rapporto con la realtà, le forme, i colori, la luce, sottendono la ricerca di una mediazione intellettuale, culturale, letteraria. I pittori di memoria. I pittori riflessivi. I pittori speculativi. Un sistema di conoscenza che va dalla realtà alla surrealtà, dal fisico al metafisico». È incentrato intorno a queste parole di Leonardo Sciascia la struttura di “Ai pochi felici”, il testo Edizioni Caracol, scritto dallo storico e critico d’arte Giuseppe Cipolla, disponibile in libreria e nei portali online.
Al centro del lavoro, l’intricato e, per molti versi, insondato universo “sciasciano”, che scaturisce dal suo ininterrotto rapporto con le arti figurative dal Rinascimento al Novecento. Dell’appassionato interesse di Sciascia per le arti visive in generale, restano innumerevoli scritti elaborati in occasione di presentazioni e cataloghi di mostre, così come per la stampa periodica e le riviste d’arte. Grande attenzione dedicava anche all’arte contemporanea siciliana, presentando le mostre degli artisti più amati, ai quali fu, spesso, legato da sincera amicizia. La sua scrittura d’arte colta e militante, somiglia per l’ampiezza di prospettive e chiavi di lettura a uno straordinario caleidoscopio critico, dove, in un vitale dialogo fra immagini e parole, si combinano e si avvicendano rimandi letterari, simboli iconografici, suggestive intuizioni, insieme alla costante attenzione alle denunce sociali sempre sottese da un acuto spirito analitico.
«Questo volume – dice Giuseppe Cipolla – è frutto di una lunga ricerca iniziata nel 2007 come tesi di dottorato di ricerca in studi storico-artistici all’Università di Palermo. Il volume intende fornire al lettore una visione d’insieme degli interessi del grande intellettuale siciliano per le arti visive dal Rinascimento al Novecento. Un caleidoscopio critico inedito e molto significativo, quindi, per la cultura estetica del Ventesimo secolo».
La prefazione è del noto storico dell’arte Gianni Carlo Sciolla (1940-2017).