La “Carta dei valori” contro il populismo e il sovranismo: così i centristi rilanciano l’azione politica regionale

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Saverio Romano

In Sicilia l’area centrista si riorganizza e rilancia l’azione politica partendo dalla base, ovvero dalla “Carta dei valori” al fine di “richiamare la politica e l’impegno di ogni cittadino alla necessità di disegnare, nel rispetto delle parti nell’unità degli intenti, un più avanzato ed adeguato modello di società”. Una “Carta dei valori”  – si legge nel documento – che guarda al nostro comune futuro con l’intendimento di valorizzare l’identità e la capacità di proposta dei nostri territori. Dobbiamo avere l’ambizione di porre una forte ed autorevole proposta politica che conquista il cuore di donne e uomini siciliani, che li renda protagonisti, che sia centrale nel dibattito politico ed imponga le ragioni e gli interessi della Sicilia nella contesa nazionale, per affermare la necessità di avere riconosciuti pari diritto e pari opportunità”.

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“Cogliamo i limiti dell’attuale situazione politica nazionale – si sottolinea – caratterizzata dalla prevalenza di contenuti e comportamenti che definiamo con i termini di populismo e sovranismo, che intendiamo contrastare perché giudichiamo i programmi e le azioni di queste forze dannosi per gli interessi del Paese. Le decisioni che le classi dirigenti, non solo politiche, saranno chiamate ad assumere da qui a breve avranno carattere straordinario ed irripetibile. Avvertiamo l’esigenza di ispirare e sostenere proposte politiche che si fondano sulla difesa dei principi fondandi dello Stato liberale, poiché esso risponde ad un bisogno oggi di nuovo avvertito dalla parte più esigente e sensibile dell’opinione pubblica, stanca di assistere e qualche volta costretta a partecipare al processo di degrado delle nostre Istituzioni, all’indebolimento progressivo della nostra economia ed alla corrosione del nostro sistema di solidarietà e coesione sociale. Occorre dunque definire i contenuti essenziali su cui radicare un impegno programmatico politico, economico, sociale che sappia restituire alle nostre comunità prospettive concrete di crescita civile e democratica, uno sviluppo equo e solidale, garantendo giustizia sociale e diritti fondamentali individuali e collettivi per ampliare la base di inclusione di qualunque cittadino. Più che mai, in questo momento storico, serve recuperare e rafforzare un patto valoriale e fiduciario tra i cittadini e le loro rappresentanze per superare aperte ed irrisolte questioni di fondo che formule politiche convenzionali, e talvolta autoreferenziali, non hanno saputo adeguatamente affrontare”.

“Le disuguaglianze economiche, la sempre più percepita crescente povertà economica, la mancanza di prospettive di lavoro, aggravate dalla pandemia in corso, hanno generato nel Paese e anche in Sicilia un diffuso sentimento di disorientamento e diffidenza che l’azione politica non sempre è stata in grado di intercettare e risolvere in termini di soddisfacimento dei reali bisogni individuali. Nè può considerarsi risolutivo il perseguimento di politiche ispirate a formule populistiche o a facile qualunquismo, ovvero all’adozione di interventi statali di matrice assistenzialistica, nel tentativo di evitare uno scontro fra “ceti sociali” pericoloso per la tenuta dello stesso ordinamento”.

“Abbiamo la certezza che serva un percorso, culturale prima che politico, che, superate formali divisioni ed egoistici particolarismi, sappia richiamare intorno ai più importanti ed attuali temi di interesse pubblico l’impegno (non solo politico) di quanti ritengano di spendersi per migliorare le condizioni sociali e la convivenza civile. In poche parole, occorre ritrovarsi su valori e principi comun”i.

“La difesa della dignità della vita e della Persona, così come la promozione delle libertà individuali e collettive e dei diritti civili, devono tornare al centro del dibattito pubblico e dell’azione politica. Anche nel solco della dottrina sociale della Chiesa, è necessario uno sforzo congiunto per coniugare razionali strategie di modernizzazione, di sviluppo, di sostegno ai più deboli, difendendo i fondamentali principi di solidarietà e sussidiarietà, di inclusione sociale, di tutela della salute, dell’istruzione, della famiglia e del diritto al lavoro. La politica e il mondo del lavoro sono chiamate ad una nuova assunzione di responsabilità per gestire l’attuale domanda di resilienza e l’armonizzazione di questa con il processo di sviluppo sostenibile del territorio. Servono strumenti e momenti di confronto politico che, indipendentemente dalle appartenenze, possano rappresentare dignitosamente ed efficacemente le necessità e le istanze dei cittadini e traguardare obiettivi di medio e lungo termine. Fuori dai soliti cliché o da posizioni utilitaristiche, occorre con forza recuperare profondità e valori culturali ed etici al dibattito politico. La politica è chiamata a rispondere delle proprie responsabilità e a rinsaldare il proprio legame con il territorio e a mobilitare energie fresche, innovative, volenterose della società civile, muovendo da una “Carta dei valori” che impegni contestualmente tutti: Cittadini e Classe dirigente”.

“La Sicilia reclama una compiuta parità con il resto del Paese, attraverso il diritto alla mobilità delle persone e delle merci, basata sul potenziamento infrastrutturale ed orientata a garantire condizioni di sostenibilità e competitività con i mercati nazionali ed internazionali. In questa ottica assumono rilevanza strategica la continuità territoriale, la promozione di una vera dimensione euro-mediterranea, favorita dalla realizzazione di opere da troppo tempo attese (Ponte sullo stretto, Alta velocità ferroviaria, completamento anello autostradale) e dalla concretizzazione del ruolo della Sicilia quale naturale piattaforma logistica del Mediterraneo, per garantire medesime opportunità alle nostre imprese, valorizzando l’offerta complessiva turistica, culturale ed ambientale”.

“Per favorire condizioni minime di sviluppo servono riforme istituzionali – si legge – ma anche interventi strutturali sul nostro territorio: risolvere il contenzioso con il Fisco e permettere a cittadini ed imprese di regolare i debiti con lo Stato, concedere più deduzioni ed esenzioni ad imprese e famiglie con redditi bassi, investire sulle nostre produzioni agroalimentari, garantire investimenti in Sanità e il Diritto allo Studio, intervenire con un piano straordinario sulle periferie combattendo degrado ed emarginazione, rafforzare le Autonomie Locali. Il quadro generale di visione dovrà essere ancorato a quello dell’Europa e delle sue Istituzioni e alla difesa dei principi cardine della Libertà e del diritto di opinione, che significa libertà di critica, non di offesa, libertà di informazione, non di menzogna”.

“Servono fondi per le Aziende – si legge – che decidono di sviluppare attività industriali a sostegno della filiera agroalimentare, anche attraverso una fiscalità di vantaggio, e una Banca del Sud. Occorre un sostegno al lavoro con importanti sgravi fiscali per le imprese e con la trasformazione in vaucher lavorativi dei contributi destinati al reddito di cittadinanza ed una legge sulla povertà, che aiuti chi ha bisogno di ricovero, socialità, vitto e alloggio quotidiano, che affronti e risolva le questioni rimaste aperte su immigrazione e accoglienza. Una società civile non respinge, ma neppure prevede nuovi lager dai nomi suggestivi. Dobbiamo garantire giuste opportunità ai nostri giovani, evitando l’emigrazione di massa studentesca e lavorativa: Università e libri scolastici ed universitari gratis sono la base di una rifondazione del Diritto allo Studio, che prosegue con il Diritto al Lavoro da agevolare e sostenere con decontribuzioni quinquennali a favore delle imprese siciliane che assumono. Alle nuove generazioni dobbiamo offrire puti di riferimento, investendo sullo Sport e sui Centri di aggregazione e formazione, compresi gli oratori cattolici, che aiutino a combattere dispersione e disorientamento soprattutto nelle periferie”.

Tra gli sottoscrittori della “Carta dei valori”, che secondo i beni informati, avrebbe come registra Saverio Romano, ex Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali (nel Governo Berlusconi IV) e leader del Cantiere popolare, ci sono, fra gli altri, gli assessori regionali Toto Cordaro (Cantiere popolare), Roberto Lagalla (Idea Sicilia) e Mimmo Turano (Udc), il parlamentare regionale Nicola D’Agostino (Italia Viva), l’ex assessore regionale Antonello Antinoro, l’ex assessore regionale Ester Buonafede, la senatrice Maria Pia Castiglione, l’ex assessore al Comune di Palermo Felice Bruscia, gli onorevoli Roberto Clemente, Roberto Corona, Orazio D’Antoni ed Enzo Fontana, i senatori Marcello Gualdani Giuseppe Ruvolo e i sindaci: Filippo Tripoli (Bagheria), Salvatore Geraci (Cerda), Nicolò Nicolosi (Corleone), Nicolò Granà (Palazzo Adriano), Gaetano Grassadonia (Bolognetta), Peppe Morfino (Custonaci) e Francesco Stabile (Valderice); il segretario regionale dell’Udc Decio Terrana, l’ex presidente dell’Amat Mario Bellavista e l’ex sindaco di Gangi Giuseppe Ferrarello.

Inoltre, la “Carta dei Valori” è stata sottoscritta anche da numerosi rappresentanti del mondo delle professioni e della società civile. Al momento rimane alla finestra l’ex ministro delle Comunicazioni Salvatore Cardinale mentre  Gianfranco Miccichè dopo avere incrementato il numero di parlamentari di Forza Italia con nuovi ingressi all’Ars, guarderebbe con interesse ed equidistanza l’evolversi  di questo nuovo progetto politico affine ai propri valori. Inoltre, in prospettiva delle prossime comunali a Palermo, sarebbero numerosi i consiglieri di Sala delle Lapidi propensi a condividere il nuovo progetto centrista, compreso anche un assessore dell’attuale giunta Orlando.

 

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