Ustica, sciopero dei dipendenti del Comune contro il blocco della contrattazione integrativa. Il sindaco Militello: “Siamo in attesa di un segretario comunale”
Sciopero dei dipendenti del Comune di Ustica. Oggi tutti gli uffici municipali sono rimasti chiusi dalle 8 alle 11 per uno sciopero proclamato dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil Palermo e Csa contro il blocco della contrattazione integrativa per i dipendenti del Comune. I sindacati da un anno bussano alle porte del Comune per chiedere il riavvio della contrattazione e di sbloccare indennità di servizio, progressioni orizzontali e altri istituti contrattuali che spettano ai 14 dipendenti.
“Il contratto collettivo nazionale di lavoro, sottoscritto nel maggio 2018, al Comune di Ustica è ancora largamente inapplicato perché l’amministrazione comunale non ci convoca, nonostante i nostri solleciti – dichiara il segretario generale della Fp Cgil Palermo Giovanni Cammuca – L’ultima riunione risale al dicembre dello scorso anno e da allora è calato un silenzio totale. La mancata sottoscrizione dell’accordo decentrato non solo fa perdere soldi alle lavoratrici e ai lavoratori, ma non permette di affrontare questioni anche organizzative che avrebbero potuto migliorare la qualità dei servizi resi ai cittadini”.
Quella odierna è solo la prima forma di mobilitazione. “Non escludiamo di inasprire la vertenza – aggiunge Cammuca – Con questa prima azione stiamo provando a sensibilizzare ulteriormente una amministrazione che si è dimostrata totalmente sorda e muta anche su temi come la salute e la sicurezza dei lavoratori, tanto da spingerci a denunciare i fatti alle autorità competenti. Nei prossimi giorni valuteremo con i lavoratori se ci saranno risposte da parte dell’amministrazione e in caso contrario ci vedremo costretti a proseguire la vertenza e a portarla nelle aule dei tribunali”.
Particolarmente articolata è la replica del sindaco di Ustica Salvatore Militello che afferma: “Oggi c’è stata l’astensione dal lavoro di tre ore da parte di alcuni (non tutti) dipendenti del Comune per la mancata sottoscrizione dell’accordo decentrato. Dopo diversi incontri tra le parti – una di queste anche in Prefettura -, ovviamente su posizioni diverse, nel 2019 c’è stato un ulteriore incontro su sollecitazione del nostro legale ed in accordo con i sindacati (Cisl e Cgil) a Palermo nella sede della Cisl pronti a firmare l’accordo decentrato”. “Sembrava che l’intesa fosse stata raggiunta. Ma così non è stato: da parte del rappresentante della Cgil, Sig. Cammuca, appena si raggiungeva una intesa, mentre stava al telefono – in un’altra stanza – con alcuni dipendenti comunali, tornando chiedeva sempre qualcosa in più, al punto tale da infastidire il suo collega della Cisl, Sig. Badami“.
“Siccome da parte dell’Amministrazione – aggiunge Militello – in un periodo che si stanno chiedendo forti sacrifici alla popolazione per risanare le casse comunali (alcune tasse sono state aumentate per legge quasi del 400% per via del riequilibrio finanziario), non erano accettabili alcune richieste (tra queste abbiamo chiesto l’abolizione dei “buoni pasto” ai dipendenti per dei rientri pomeridiani pressoché inutili se non per evitare di lavorare il sabato, quando invece chiedevamo a turno la presenza per settore di almeno un dipendente per dare risposte o per accogliere richieste da parte della cittadinanza anche il sabato mattina – ricordiamoci che molti residenti vivono a Palermo e se devono sbrigare qualcosa al Comune di Ustica sono costretti perdere un giorno infrasettimanale per il viaggio, quando nel fine settimana, che spesso trascorrono sull’isola, potrebbero sbrigare le loro faccende – la discussione tra le parti (che dico, ero partito per firmare l’accordo….) si è fatta piuttosto accesa ed ad un certo punto il signor Cammuca se ne uscì che la Delegazione trattante non era legalmente costituita in quanto in quella sede ed in quel momento mancava il Segretario comunale. Ed aveva ragione nel dire che non era legalmente costituita! Ma questo lo sapeva anche prima che il segretario non ci sarebbe stato. Quindi da un incontro “amichevole” si trasformò in ognuno sulle proprie posizioni”.
“Tra Marzo e sino a giugno del 2020 (al di là del covid) – continua Militello – abbiamo avuto assegnato a scavalco (quindi con pochi ingressi mensili in Comune e poi in videoconferenza) due segretari per 3 mesi ciascuno e da giugno 2019 siamo di fatto senza un segretario comunale assegnato. Non potendo fermare la macchina amministrativa procediamo con un Vice segretario che funge fondamentalmente da “verbalizzante” e giammai da vero legale del Comune, qual è un segretario. Per questa ragione ho dovuto nominare un legale che ci assiste, oltre nella contrattazione sindacale, anche per pareri su atti amministrativi”.
“Ho chiesto molte volte tramite pec alla Prefettura (12/7, 24/7, 29/10/2020) – sottolinea il sindaco – di destinare un segretario ad Ustica: non ne hanno e quello in disponibilità è in malattia. Ho telefonato decine di volte ai vari funzionari dell’Ufficio preposto della Prefettura senza mai avere una risposta sulla nomina. Quindi, l’Amministrazione fin quando non avrà un segretario comunale nominato dalla Prefettura non può, per stessa ammissione del signor Cammuca, legalmente richiedere e costituire la Delegazione trattante per definire l’accordo decentrato. E’ una disfunzione degli Organi della Pubblica Amministrazione, ma le leggi – che vanno rispettate – non le faccio io”.
“Mi spiace per i dipendenti, per quelli che si aspettano in tale accordo un miglioramento della loro carriera ed un aumento della busta paga: l’Amministrazione, però, deve guardare il problema a 360° , quindi tutelando i diritti dei lavoratori ma anche quelli dei loro datori di lavoro e cioè dei Cittadini che si aspettano servizi efficienti e funzionali alle loro esigenze e non viceversa. Per il resto i sindacati facciano ciò che meglio ritengono e nei modi e termini che possono. Io non faccio il sindacalista – conclude Militello – sono il Sindaco di una Comunità che devo tutelare ed agevolare nei servizi che la Pubblica Amministrazione, quindi i dipendenti, deve erogare ma non come un favore bensì come un dovere”.