Comune Palermo. Approvato regolamento per combattere l’evasione dei tributi

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L’evasione dei tributi locali attiverà procedure sanzionatorie che arrivano alla revoca della licenza e delle concessioni esistenti per le attività produttive o al diniego di autorizzazioni per l’avvio di nuove attività.
E’ questa la sintesi del regolamento votato (18 favorevoli e 2 astenuti) ieri sera dal Consiglio comunale per la disciplina e l’applicazione delle misure preventive per sostenere il contrasto dell’evasione dei tributi locali.L’obiettivo del provvedimento, che è stato oggetto di un maxi emendamento proposto dalla Commissione consiliare Bilancio presieduta dalla consigliera Barbara Evola, è quindi quello di garantire una maggiore efficacia contro l’evasione del pagamento totale/parziale di tributi comunali.Oggetto delle sanzioni saranno tutti gli esercenti l’attività commerciale o produttiva sottoposta al rilascio di licenze, autorizzazioni, concessioni, a segnalazioni certificate di inizio attività, uniche o condizionate da parte del Comune.

Il nuovo regolamento che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2021, prevede, quindi, che nel caso in cui venga verificata a carico del contribuente una irregolarità tributaria, ciò potrà avere come conseguenza la sospensione della licenza, almeno che l’interessato non provveda entro 60 giorni ad avviare la regolarizzazione anche mediante ricorso ad una rateizzazione.

Decorso infruttuosamente questo termine, entro i 15 giorni successivi si procederà, quindi, alla emissione del provvedimento di sospensione dell’attività per un periodo di novanta giorni, ovvero sino al giorno della regolarizzazione se antecedente. Qualora il contribuente non regolarizzi la propria posizione debitoria tributaria entro il termine indicato, il Suap procederà con determina dirigenziale alla revoca delle licenze/dell’autorizzazione/concessione o a disporre la cessazione dell’attività in caso di SCIA.

I contribuenti morosi possono procedere a regolarizzare la propria posizione debitoria anche chiedendo una rateizzazione. Se supportato da adeguate garanzie fidejussorie di primari Istituti bancari o assicurativi, il piano rateale potrà essere allargato a ulteriori 24 mesi rispetto alle forme rateali già previste dai regolamenti comunali.
Si potrà quindi arrivare a 36 mesi per debiti fino a 5.000 euro, 48 mesi per debiti fino a 15.000 euro e 60 mesi per debiti superiori a tale ultimo importo.

“L’approvazione del regolamento, che è anche frutto di un proficuo lavoro svolto dagli uffici e dalla Commissione – afferma il Sindaco Leoluca Orlando – fornisce al Comune uno strumento in più per contrastare l’evasione dei tributi, che in alcune zone della città e per alcune categorie commerciali ha assunto dimensioni assolutamente inaccettabili”.

“Con il Regolamento approvato – dichiara il capogruppo del PD al consiglio comunale Rosario Arcoleo insieme alla consigliera Milena Gentile – si subordina alla regolarità del pagamento dei tributi locali, pregressi e correnti, il rilascio, il rinnovo, la permanenza in esercizio e il trasferimento a terzi di ogni attività commerciale o produttiva. Fino a questa importante deliberazione del Consiglio comunale, è stato insostenibile il livello di morosità degli operatori economici, soprattutto relativamente alla Tari, e ha comportato un gravissimo detrimento delle finanze comunali. Solo nel 2019 le minori entrate hanno superato i 50 milioni di euro. Finalmente abbiamo dotato l’Amministrazione di uno strumento determinante per recuperare l’evasione. Auspichiamo, pertanto, che da questo momento in poi i servizi offerti possano essere all’altezza delle legittime aspettative degli operatori e della cittadinanza tutta”.

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“Si tratta di un provvedimento di fondamentale importanza – dice Toni Sala, componente della commissione Bilancio – il cui iter era iniziato ben prima della pandemia, ma che proprio il Covid ha reso ormai impellente. Il Comune di Palermo non riesce a incassare i propri tributi e a fare una seria lotta all’evasione e il risultato è il ricorso a onerose anticipazioni di cassa, che ormai però è giunta al limite, e l’appostamento di ingenti risorse nel Fondo crediti di dubbia esigibilità; la crisi che viviamo ha messo ancora più in difficoltà gli enti locali e dobbiamo pensare al futuro, a quando la pandemia sarà passata e dovremo tornare a una vita normale”.
“Grazie agli emendamenti approvati, abbiamo posticipato l’entrata in vigore del regolamento e innalzato da 100 a 1000 euro la soglia oltre la quale fare scattare le sanzioni: per garantire servizi efficienti e tutelare le fasce più deboli, non possiamo tollerare un tasso di evasione che si avvicina a quasi un terzo del totale. È necessario andare incontro a chi ha sempre pagato, ma allo stesso tempo punire i furbetti che si illudono di poterla fare franca a spese dei contribuenti onesti sancendo chiare regole post-Covid, quando non sarà più possibile fare operazioni contabili che comprano gli ammanchi. A questo bisogna però aggiungere anche la sostituzione di Riscossione Sicilia che si è dimostrata incapace di svolgere il ruolo di esattore, affidandosi ad altri soggetti”.
“Il provvedimento appena approvato dal Consiglio Comunale cozza palesemente con i principi di ragionevolezza e proporzionalità, ad esempio laddove fissa in soli 1.000 euro la soglia del presunto debito oltre la quale scatta la sospensione delle licenze. Nessuno discute l’importanza e la legittimità della lotta all’evasione fiscale, temi su cui Confcommercio ha sempre mostrato grande sensibilità, ma un provvedimento del genere, in questo momento storico, ha l’amaro sapore di una vessazione nei confronti delle migliaia di imprese che sono allo stremo delle forze e che magari, nel 2021, avranno cessato di esistere”. 

Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, giudica inopportuno il regolamento anti evasione esitato dal Consiglio Comunale che prevede sanzioni, fino al ritiro della licenza commerciale, ai presunti evasori dei tributi locali.

“Ci riserviamo di esaminare attentamente il testo della delibera non appena sarà pubblicato, ma il provvedimento sembra non riesca a distinguere tra gli evasori e i morosi, che sono quelli che sanno di avere un debito ma non sono nelle condizioni di poterlo pagare. Il provvedimento peraltro contiene norme assolutamente sganciate dalla realtà. Dalle istituzioni cittadine, che quasi mai nel recente passato hanno offerto servizi pubblici all’altezza di una comunità civile, ci saremmo aspettati ben altra sensibilità in un momento drammatico. Qual è l’obiettivo? Contribuire a distruggere ulteriormente il tessuto produttivo della città che è il vero motore dell’economia? Dispiace oltretutto che non ci sia stata nemmeno l’accortezza di confrontarsi con le categorie interessate a conferma di un sempre maggiore scollamento tra istituzioni e città reale”.

“È facile prevedere che il regolamento genererà un notevole contenzioso contro il Comune – aggiunge l’avvocato tributarista Alessandro Dagnino, vice presidente di Confcommercio Palermo -. È ormai noto alla scienza finanziaria che le misure draconiane producono scarsi risultati in materia fiscale, perché deteriorano il rapporto di collaborazione e buona fede tra Amministrazione e contribuente, finendo per agevolare i più forti e i più facoltosi che possono permettersi di fare ricorso, a discapito degli onesti e dei deboli che si rassegnano a subirle”.

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