Ordinanza Musumeci, Sindaco De Luca: “Copiata dalla Lombardia che ha un quadro epidemiologico più grave”
Durante una manifestazione organizzata dalle associazioni di categoria, il Sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha preso parola criticando duramente l’ultima ordinanza del Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumenci, la quale non prevede margini di tolleranza né aiuti economici per evitare che le imprese siciliane subiscano l’inevitabile tracollo.
“Accettiamo tutte le chiusure nel rispetto dell’andamento epidemiologico, che qui da noi è diverso rispetto ad altre regioni come la Lombardia, dalla quale Musumeci ha copiato per filo e per segno le disposizioni dell’ordinanza. Ma a questo punto mi chiedo: in questa ordinanza regionale dove sono andati a finire gli aiuti ai Comuni e alle imprese? I soldi che io ho anticipato per i buoni mensa e i buoi alimentari? Presidente, hai promesso i 100 milioni e ne hai dati 30, pur avendo io onorato gli impegni con i messinesi al posto tuo. Non puoi agire con la repressione senza dare speranza al mondo delle imprese, in relazione ai milioni previsti in finanziaria e che un sistema balordo ha impedito di destinare”.
“I comuni sono stati lasciati senza liquidità, sia dallo Stato che dal Governo regionale. Anche volendo come possiamo aiutare le imprese? Se sei un Presidente della Regione – incalza il Primo cittadino – dicci quando metti i soldi in mano ai siciliani, senza la scusa delle puttanate informatiche che abbiamo subito in questi giorni. Le imprese ora stanno chiudendo e sempre più spesso la malavita organizzata ne approfitta. Ora dovete intervenire”.
“Sono indignato – conclude il Sindaco peloritano. Musumeci venga a Messina: a noi sindaci non ci ha interpellato prima di emanare tale indecenza. Lo ha fatto da solo, dal suo Palazzo dorato dove ormai resta trincerato, circondato dal suo cerchio magico. Questa è la verità. Tutti insieme siamo andati dal Prefetto e dal Questore, che ringraziamo e ai quali vanno le nostre scuse per l’invasione non programmata. Non può finire qui”.