Riconoscimento IGP per il “Limone dell’Etna”

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Fumata bianca per il “Limone IGP dell’Etna” che, questa mattina, ha ottenuto da parte dell’Unione Europea, l’iscrizione nel “registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette”.  Sale pertanto a 34 il numero delle DOP/IGP siciliane nel Food e a 5 il numero degli agrumi iscritti: arancia rossa di Sicilia (IGP); Limone di Siracusa (IGP); Limone Interdonato Messina (IGP); arancia di Ribera (DOP). Complessivamente, tra Food e Wine, la Sicilia vanta numeri da record, con ben 65 prodotti a marchio di qualità (34 food e 31 wine).

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Il “Limone dell’Etna”, si legge nel disciplinare, identifica i limoni coltivati nell’area lungo la fascia costiera etnea, in un’area compresa tra il fiume Alcantara, a nord, ed il confine settentrionale del comune di Catania. Le varietà utilizzate sono il “Femminello” e il “Monachello”, la cui buccia, ricca di olii essenziali, ha un colore  che varia da verde chiaro a giallo citrino o giallo chiaro, a secondo della maturazione; un peso che oscilla da 80 a 90 grammi; ed una forma ellittica, ovoidale o sferoidale.
La qualità dei frutti del “Limone dell’Etna” è da attribuire allo sviluppo e  alla maturazione in un ambiente pedoclimatico molto specifico, con suoli di origine vulcanica, tipici delle aree prossime al vulcano Etna e clima mitigato dal mare.

Soddisfazione è stata espressa dall’Assessore regionale per l’Agricoltura Edy Bandiera: “Un altro prodotto, simbolo dell’agricoltura siciliana, si affaccia, con il giusto riconoscimento, sul grande panorama europeo delle Denominazione d’Origine. Fattore questo che non può che accrescerne il valore di mercato, dove viene percepito soprattutto per le straordinarie qualità salutistiche e l’elevata attività antiossidante. Un plauso, prosegue Bandiera, va certamente all’associazione “Limone dell’Etna, e con essa al Presidente Renato Maugeri, per avere dato l’input affinché si ottenesse questo importante risultato ed ancora ai dirigenti e funzionari dell’assessorato Agricoltura della Regione Siciliana, che ne hanno avviato e portato a compimento l’istruttoria regionale”.

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