Pescherecci sequestrati. Il consiglio di presidenza dell’Ars assegna 2.000 euro ad ogni famiglia dei pescatori di Mazara del Vallo “trattenuti” in Libia
“Questa mattina ho sentito telefonicamente tutti i membri del Consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale siciliana e abbiamo deciso di deliberare un contributo di 2.000 euro per ogni famiglia dei 18 pescatori di Mazara del Vallo, sequestrati in Libia da oltre un mese”.
Lo ha comunicato il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, che ha esortato il premier Conte a mettere in atto ogni iniziativa utile per la liberazione degli ostaggi.
“A questo punto – ha aggiunto Miccichè – chiedo che il governo italiano si adoperi immediatamente, anche inviando un diplomatico, qualora lo ritenesse opportuno, per ottenere notizie certe sullo stato di salute dei nostri connazionali”.
“Dopo oltre 45 giorni di prigionia, dei 18 pescatori sequestrati in Libia, a Bengasi, di fatto non si hanno assolutamente notizie rispetto alla motivazione del sequestro, ai tempi del loro rilascio e soprattutto non si sa nulla sulle loro reali modalità di trattamento e sul loro vero stato di salute – tuona Toni Scilla, coordinatore Forza Italia provincia di Trapani, già deputato regionale ARS – . Parliamo di persone che svolgono un’attività lavorativa difficile, rischiosa, fatta di immensi sacrifici. Parliamo di cittadini, onesti lavoratori del mare, che rimangono per completare la loro battuta di pesca, nel Canale Di Sicilia, anche oltre 60 giorni lontano dalle loro famiglie. È normale che senza nessuna dannata ragione questi uomini vengano privati della loro libertà e che i loro familiari, insieme a tutta la comunità marinara siciliana e non solo vengono buttati nello sconforto più totale? È normale che il Governo Nazionale dietro l’alibi della segretezza non riesce a fornire nessun tipo di informazione”?
“Dato che il Premier Conte ed il Ministro degli Esteri Di Maio sembrerebbero non riuscire a risolvere positivamente la problematica in questione in tempi rapidissimi, immediatamente provvedano almeno a definire una delegazione politico istituzionale, accompagnata anche da personale medico e da alcuni familiari dei pescatori sequestrati, che si possa recare a Bengasi in guisa tale da accettarsi dello stato di permanenza e di salute fisico e mentale dei nostri marittimi – conclude Scilla – in modo tale da rasserenare un intero mondo che sta vivendo momenti di assoluta disperazione”.