Pescatori sequestrati, un coro unanime: “Inaccettabile il ricatto della Libia”

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Sono trascorsi 45 giorni da quando le Autorità libiche della Cirenaica governate dal Generale Khalifa Belqasim Haftar hanno posto sotto sequestro due imbarcazioni iscritte nel Compartimento Marittimo di Mazara del Vallo, Medinea e Antartide. Giorni di grande angoscia per le famiglie dei 18 pescatori a cui è stata negata la libertà di rientrare nel porto da dove sono salpati.

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“Seguo con grande apprensione questa vicenda e condivido la vostra preoccupazione. È mio dovere farlo, come presidente della Regione e come cittadino. Questa delle piraterie a danno dei nostri pescherecci è una storia vecchia che si ripete e di fronte alla quale i governi italiani non hanno mai saputo trovare un’intesa risolutiva con i Paesi nordafricani. A pagarne il conto però sono sempre i pescatori siciliani” – aveva detto il presidente della Regione  Nello Musumeci, quanto aveva incontrato a Palazzo Orleans una delegazione dei familiari dei 18 marittimi di Mazara del Vallo.

“Ho più volte sollecitato l’intervento del premier Conte e del ministro degli Esteri Di Maio. Il presidente del Consiglio mi ha assicurato l’impegno personale e immediato. È necessario l’intervento fermo del governo nazionale per fare un po’ di chiarezza su questa storia che sta toccando i cuori di tutti i siciliani, i quali partecipano e condividono la vostra ansia e le vostre preoccupazioni” ha detto Musumeci rivolto ai familiari. “Restare nell’incertezza non si può, è un continuo logoramento, vogliamo sapere la verità sulla sorte dei pescatori”. Purtroppo dal giorno dell’incontro con i familiari dei 18 marittimi ad oggi niente è cambiato.

Intanto, aumentano le manifestazioni di solidarietà e gli interventi politici per porre fine a quello che molti definiscono come un ricatto da parte dei libici.

“È inaccettabile che la Libia chieda la liberazione di quattro cittadini libici condannati dal Tribunale di Catania a 30 anni di carcere per traffico di esseri umani e per la morte in mare di 49 immigrati, in cambio del rilascio dei 18 pescatori di Mazara del Vallo, trattenuti assieme ai loro pescherecci dalle milizie del generale Haftar dal primo settembre, mentre si trovavano per una battuta di pesca. Un vero e proprio ricatto nei confronti del governo italiano che, in questo momento, si mostra completamente silente e inerme di fronte ad una vicenda così drammatica” – tuona l’europarlamentare della Lega, Francesca Donato, prima firmataria di un’interrogazione urgente alla Commissione eruropea, assieme agli europarlamentari Marco Zanni (presidente gruppo ID), Marco Campomenosi (capo delegazione), Alessandro Panza, Paolo Borchia, Annalisa Tardino, Antonio Maria Rinaldi, Stefania Zambelli, Vincenzo Sofo, Angelo Ciocca, Gianantonio Da Re.

“L’Europa – aggiunge l’esponente dell’europarlamento –  faccia sentire la propria voce per far liberare i pescatori italiani. Ho presentato un’interrogazione prioritaria, come prima firmataria, alla Commissione Europea, per sollecitare un suo intervento e per chiedere quali azioni possa intraprendere per risolvere rapidamente questa situazione angosciante per i pescatori coinvolti, le loro famiglie e per i tanti pescatori che si trovano a operare in queste zone del Mediterraneo dove azioni piratesche a scopo ricattatorio continuano ad avvenire in palese violazione del diritto internazionale. Anche da Bruxelles, il messaggio deve arrivare forte e chiaro: liberare i nostri pescatori, subito”.

“Durante l’ultimo Governo Berlusconi avvenne un episodio analogo e i pescatori tornarono a casa in pochi giorni. Altri tempi direte voi. Io direi, altri leader, con ben altra caratura e credibilità. Berlusconi è stato l’unico a livello internazionale ad opporsi al bombardamento della Libia e a comprendere la portata di una sua destabilizzazione” -sottolinea Gabriella Giammanco, Vicepresidente di Forza Italia in Senato e portavoce azzurra in Sicilia, replicando al Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio nel corso del question time sulla vicenda dei pescatori sequestrati in Libia.

“Mi auguro che i pescatori di Mazara possano tornare presto a riabbracciare i loro cari ma lei sa bene, ministro, che il giorno dopo la loro liberazione il rischio che nelle acque libiche altri pescatori possano avere dei problemi si ripresenterà. Le chiediamo, quindi, che L’Italia ponga la questione in Europa e promuova un accordo con la Libia sull’attività della pesca nel Mediterraneo, affinché le nostre marinerie siano tutelate e possano lavorare in sicurezza” – ha concluso Giammanco.

Intanto, ieri sera, l’assessore regionale per la Pesca Mediterranea, Edy Bandiera, si è recato a Mazara del Vallo, per manifestare la giusta vicinanza ai familiari e agli armatori dei 18 marittimi, ad oggi ancora  immotivatamente detenuti, sequestrati lo scorso primo settembre nelle acque libiche, 15 miglia a Nord di Bengasi. “E’ fondamentale mantenere alta
l’attenzione sulla vicenda, per la quale siamo vigili e preoccupati dai primi istanti visto, peraltro, il silenzio assordante del Governo nazionale al riguardo – ha dichiarato l’assessore Bandiera – Comprendiamo la delicatezza del caso e il riserbo che occorre, ma urge innanzitutto attivare canali, anche umanitari, per avere immediata contezza, anche visiva, delle condizioni di salute dei nostri marittimi in Libia. Questo hanno chiesto, a gran voce, madri, mogli, figli e padri dei pescatori mazaresi.
“Al Governo nazionale, da Mazara del Vallo, continuiamo a chiedere il massimo e concreto impegno per riportare a casa i nostri marittimi. Occorre fare e presto”.

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