Un duro colpo alla mafia a Palermo con 20 tra boss, gregari ed esattori del clan fermati dai carabinieri. I commercianti del Borgo Vecchio si sono ribellati al racket e dopo anni di silenzio hanno denunciato gli estortori. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, ai furti e alla ricettazione, tentato omicidio aggravato, estorsioni e danneggiamenti.
“Due buone notizie, di quelle che rendono migliore la nostra terra: da un lato il coraggio dei commercianti che hanno infranto il muro dell’omertà, dall’altro la brillante operazione dei carabinieri che ha colpito il clan di estortori. A loro sento di rivolgere, a nome di tutti i siciliani, un sentimento di profonda gratitudine perché oggi ci riappropriamo idealmente di un altro frammento di quella libertà che la mafia in tanti anni ha sottratto all’intera collettività”.
Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha commentato l’arresto, nel quartiere Borgo Vecchio di Palermo, di venti persone – tra boss, gregari ed esattori del clan – accusate di associazione mafiosa, traffico di droga, furti, ricettazione, tentato omicidio aggravato, estorsioni e danneggiamenti ai danni di diversi negozianti che li hanno denunciati.
“L’operazione condotta dai Carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica con grande professionalità dimostra come sia necessario non abbassare la guardia contro una vitalità mai sopita delle cosche . dichiara il sindaco Leoluca Orlando –.
Dimostra anche che lo Stato può essere in grado ed è in grado di proteggere chi decide di ribellarsi al pizzo e alla violenza. Che, come giustamente sottolineato dai vertici dei Carabinieri, lo Stato sa tutelare chi decide di esporsi contro il ricatto mafioso”.
“Non è più come una volta. I cristiani sono tutti sbirri’. Questa frase, tra le tante intercettate nel corso dell’operazione ‘Resilienza’ condotta dai Carabinieri e dalla procura distrettuale antimafia, ci dice che al Borgo vecchio è successa una cosa importante: i commercianti, forti del sostegno dello Stato, hanno scelto di liberarsi dalle vessazioni e dalle estorsioni mafiose, assumendo un ruolo attivo che si è rivelato decisivo per il buon esito delle indagini. A questa parte sana e coraggiosa della nostra città, che con sacrificio porta avanti la propria attività imprenditoriale in un momento storico e in un contesto particolarmente difficile, va la nostra gratitudine e solidarietà” – dichiara Valentina Chinnici, consigliere comunale e capogruppo di Avanti Insieme -.
“Ancora una volta la collaborazione di commercianti e imprenditori, insieme all’ottimo lavoro delle forze dell’ordine – sottolinea Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo,- ha reso possibile un nuovo importante successo dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. La coraggiosa denuncia degli imprenditori vessati si è rivelata decisiva e conferma il clima di sempre crescente fiducia nelle istituzioni che potrà avere un effetto di “moltiplicatore positivo di buone pratiche”. Ognuno può e deve fare la propria parte: ribellarsi alla morsa del malaffare avendo accanto le istituzioni serve per rendere la nostra terra libera di crescere e di garantire a chi ci vive il necessario sviluppo economico”.
“Chi denuncia il pizzo nel settore delle costruzioni – dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – non può essere lasciato da solo. E’ opportuno, come sempre abbiamo ribadito, per evitare che in questo settore le infiltrazioni mafiose continuino a incancrenirsi, che i controlli e le ispezioni vengono effettuate con regolarità e che la magistratura intervenga. Altrimenti il settore delle costruzioni rimarrà una giungla. Lanciamo per questo un forte appello. Chi ha il coraggio di denunciare, come i giovani imprenditori che hanno contribuito con la loro testimonianza alle indagini di Borgo Vecchio, non può essere abbandonati dalle istituzioni. Si rischierebbe di vanificare un gesto importatissimo per rafforzare la legalità nel nostro territorio”.