Riportata alla luce, sulla SP 9 Scillato-Collesano, una sepoltura a enchytrismòs

0

Con l’ausilio del personale tecnico della Città Metropolitana di Palermo, Direzione Viabilità, gli archeologi della Sezione per i Beni Archeologici di Palermo, diretti da Rosa Maria Cucco, hanno riportato alla luce una sepoltura a enchytrismòs, tipologia tombale che venne utilizzata in epoca punica, romana e paleocristiana, quando si ricorreva al seppellimento all’interno di grandi anfore.

Banner Rag Giuseppe Pannullo

Il reperto è stato rinvenuto Sulla SP 9 bis che collega Scillato con Collesano sulla scarpata a monte della strada, a seguito delle piogge, si tratta di un oggetto di particolare interesse archeologico, che l’associazione Sicilia Antica di Scillato ha prontamente segnalato alla Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali di Palermo. Il sito si trova vicino alla zona archeologica di Himera luogo di grande interesse storico, teatro di due epiche guerre tra romani e cartaginesi. La sepoltura a enchytrismòs consisteva nel deporre il corpo all’interno di un vaso in terracotta (pithos) con il corpo in posizione rannicchiata. Le anfore venivano utilizzate, soprattutto per l’inumazione dei bambini. L’anfora, quando utilizzata per gli infanti deceduti in tenera età, veniva tagliata di lungo per permettere l’inserimento del corpo; la parte tagliata era poi accostata e l’anfora deposta all’interno di una fossa. La sepoltura a enchytrismos risale all’Età Punica, compare durante l’ultima parte del VI sec. a.C. e resiste sino agli inizi del IV sec. a.C. Essa era realizzata con grandi anfore commerciali e vi erano inumati i bambini che, tra l’altro, venivano collocati in un’area ad essi dedicata all’interno della necropoli.

Durante l’Età Romana Imperiale, invece le anfore erano maggiormente utilizzate per l’inumazione dei defunti: la Tripolitana, l’Africana I e l’Africana II, che, nella loro destinazione d’uso originale, venivano impiegate per trasportare olio e altri prodotti, tra i quali una salsa di pesce di cui i Romani andavano particolarmente ghiotti, il garum. All’interno dell’anfora ritrovata è stata rinvenuta un’anfora piccola che serviva quale corredo d’accompagnamento del defunto. L’enchytrismòs per la sepoltura degli infanti prosegue in età paleocristiana, epoca durante la quale le anfore venivano spesso collocate nei loculi all’interno delle catacombe. L’intervento dei tecnici con l’ausilio del personale della Direzione Viabilità della Città Metropolitana di Palermo, ha consentito l’importante ritrovamento che potrebbe portare allo sviluppo di una campagna di scavi per indagare sulla probabile presenza di una necropoli del V-Vi secolo avanti Cristo.

“Il ritrovamento di questo importante reperto storico è la conferma della fondamentale importanza della collaborazione tra gli Enti, sia per la salvaguardia sia per la valorizzazione del nostro territorio” – ha dichiarato il Sindaco Metropolitano Leoluca Orlando -.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *