Arcigay Palermo denuncia sei casi di violenza su persone Lgbt+ in meno di una settimana
Aggressioni in centro storico e violenze domestiche a Palermo: diverse le richieste di aiuto in pochi giorni, tangibile clima d’odio in città
Arcigay Palermo denuncia un aumento del clima di violenza omobitransfobica nel capoluogo, sottolineando l’importanza di risposte immediate e concrete da parte delle istituzioni.
Sono state sei le richieste di aiuto arrivate ad Arcigay Palermo e alla Gay Help Line (numero verde nazionale 800 713 713) da parte di persone Lgbt+ in meno di una settimana: due aggressioni in centro storico, due persone allontanate da casa dalle stesse famiglie e due casi di violenza domestica.
Sono i numeri dell’odio omo-lesbo-bi-transfobico a Palermo, città sulla carta aperta e accogliente nei confronti delle persone Lgbt+ e non solo ma che evidentemente sta cambiando.
«Con il ritmo di una segnalazione al giorno, questa settimana è stata la più nera degli ultimi anni – afferma Marco Ghezzi, Presidente di Arcigay Palermo – ed è importante considerare la visione di insieme: le segnalazioni di aggressioni omolesbobitransfobiche, di abusi e rifiuti da parte dei familiari a Palermo non sono casi isolati ma parte del terribile clima che ha dato come frutti i fatti che nelle ultime settimane hanno imposto una riflessione a tutta Italia. Casi che ci restituiscono un’idea chiara e allarmante dell’emergenza che stiamo vivendo».
Mentre a Roma in Parlamento si continua a tergiversare lasciando in stallo l’approvazione della legge contro l’Omotransbifobia e la misoginia, si aggiunge la preoccupazione per la crisi sanitaria, una preoccupazione legittima ma che non può distogliere l’attenzione dalla crisi sociale: «Ci aspettiamo che la situazione venga trattata come emergenza – continua Ghezzi – perché due crisi, sanitaria e sociale, non si annullano tra loro ma si sommano producendo enormi danni a tutta la collettività».
«È evidente che anche tra i cittadini e le cittadine di Palermo si stia facendo largo una mentalità tossica e violenta già presente nel resto di Italia – spiega – per questo è con urgenza che chiediamo all’amministrazione regionale e comunale risposte immediate e azioni concrete. È necessaria la creazione di strutture di accoglienza per persone Lgbt+ vittime di abusi e violenze familiari, sono necessarie misure emergenziali per far fronte alla violenza che sta diventando ordinaria in tutto il Paese e che adesso coinvolge anche la nostra città. È necessario restituire dignità, sicurezza e prospettive a chi è marginalizzato/a, abusato/a, respinto/a dalle famiglie e costretto/a a vivere un’esistenza precaria ed è necessario farlo nel più breve tempo possibile. Il clima di insicurezza che si respira non riguarda solo gli ambienti familiari, con preoccupazione rileviamo anche due segnalazioni di episodi di aggressioni omofobiche nelle strade del centro storico durante lo scorso fine settimana e – conclude – le aggressioni per strada sono un segnale estremamente grave. È il momento di agire, a livello nazionale, con l’approvazione di una legge contro omofobia, bifobia, lesbofobia, transfobia, misoginia, ma anche e sopratutto a livello locale: attivando percorsi di formazioni negli uffici pubblici, iniziative di sensibilizzazione e contrasto all’odio nelle scuole e creando servizi che siano in grado di dare risposte concrete a chi ne è vittima».