Politica. Caronia: “Non seguo Candiani sul piano degli insulti”. Il commissario leghista in Sicilia: “Erano mesi che ogni pretesto era buono per creare tensione”

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Marianna Caronia

Marianna Caronia, che a inizio anno aveva contribuito a costituire il gruppo del Carroccio all’Ars, insieme ad altri tre deputati (tutti provenienti da partiti diversi – Forza Italia, Fratelli d’Italia, Udc), abbandona la Lega e approda al gruppo Misto. Prima di Caronia, a scendere dal Carroccio era stato il deputato Giovanni Bulla. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata l’uscita del commissario della Lega in Sicilia Stefano Candiani, che ha proposto l’abolizione delle preferenze.

Dopo questa defezione il gruppo della Lega potrebbe sciogliersi confinando anche i due superstiti – Orazio Ragusa (ex Forza Italia) e Antonio Catalfamo (ex Fratelli d’Italia) – nel gruppo Misto poiché il regolamento dell’Ars prevede che un gruppo parlamentare sia composto da almeno quattro deputati. Una deroga era già stata concessa dopo il passo indietro di Bulla, e adesso ipotizzarne una seconda sembra difficile. 

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“Nell’annunciare la mia fuoriuscita dalla Lega – dichiara Marianna Caroniaho sottolineato le motivazioni, tutte politiche e ideali di tale scelta. Mi spiace che, confermando purtroppo proprio quanto da me detto rispetto alla cultura politica della Lega in Sicilia, il Senatore Candiani si sia abbandonato ad insulti gratuiti. Forse avrebbe fatto meglio, nel suo proprio interesse, ad interrogarsi sulle ragioni della inarrestabile fuga dal suo partito. Mi scuserà quindi il Senatore Candiani, con tutti coloro che in queste ore commentano con livore la mia scelta politica, se non intendo più seguirlo neanche e soprattutto su questo terreno. Ho finalmente ritrovato la mia serenità  e il tempo di occuparmi di cose più serie“.

 A Caronia risponde con una nota il commissario della Lega in Sicilia Stefano Candiani “Una persona complicata che parla di ogni scelta politica in ragione del ‘mio elettorato’, dei ‘miei voti’, dei ‘miei amici che mi hanno sostenuto’, esasperando i termini di ogni questione come fatto platealmente al momento della nomina dell’assessore Samonà – dice – È evidente che non è questione di ‘democrazia’, come le torna comodo ora dire. Erano mesi che ogni pretesto era buono per creare tensione. Comunque se cambiare quattro gruppi in due anni e mezzo è cosa per lei normale, posso solo augurarle buona fortuna. Però, non confonda le sue esigenze personali e quelle dei suoi amici con la democrazia”.

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