La Soprintendenza del Mare, grande eredità che ci ha lasciato Sebastiano Tusa
Mi sembra doveroso, prima di riprendere la collaborazione con la testata giornalistica on line sicilia20news.it fare un breve excursus sulla Soprintendenza del mare e su chi l’ha fondata, l’ha voluta caparbiamente e realizzata, con la tenacia, la passione e la competenza che hanno sempre contrassegnato il suo operato. Sebastiano Tusa ha dedicato la sua vita alla sua amata Sicilia, al suo patrimonio e alla voglia di trasmetterlo nel mondo.
Il suo più grande gioiello, la Soprintendenza del Mare è una preziosa realtà che oggi ho l’onore di guidare con la stessa passione di mio marito e con l’energia che mi ha accompagnato nei miei amati Musei. Il suo Desiderio, che più volte mi ripeteva, di prenderla in mano e portarla avanti, alla sua scomparsa è diventato un dictat irrinunciabile e sento il dovere di lottare per il proseguimento dei suoi grandi progetti e per la valorizzazione e implementazione delle realtà già esistenti e ammirate da ogni parte del mondo.
I temi dell’ambiente e dell’antropologia legati al patrimonio culturale marino siciliano, sono obiettivi di ricerca assolutamente innovativi, che la pongono in una situazione di primato europeo. I suoi compiti istituzionali sono di ricerca, protezione e valorizzazione del patrimonio sommerso della Sicilia: oltre ai reperti archeologici e ai relitti storici e moderni, sono oggetto di studio rotte e commerci, riti e credenze, superstizioni e mestieri del mare, paesaggi costieri e sottomarini. Su questi argomenti ha sviluppato studi ricerche e soprattutto ha iniziato il grande lavoro di mappatura dei siti e dei reperti sommersi attraverso un attenta indagine storico-archivistica ma anche, attraverso il constante dialogo con i pescatori, gli operatori subacquei e gli anziani, unici testimoni di tradizioni orali a rischio di dispersione. Tali dati hanno consentito a Sebastiano Tusa di arricchire giornalmente il Sit da lui creato per offrire una costante tutela e valorizzazione del nostro patrimonio. Oggi il SIT della Sopmare consta di più di 2000 punti geo referenziati che sono inseriti nel nostro sito, mantenendo segreti i dati sensibili.
La Soprintendenza è costituita da operatori subacquei, archeologi, etnoantropologi, naturalisti, architetti, ricercatori bibliografici, fotografi e video-operatori, ed ha già effettuato numerose ricerche recuperando reperti di epoche diverse, ed istituendo aree protette in situ secondo i principi della Convenzione UNESCO.
Guardacoste GDF
Tutto è partito proprio per opera di Sebastiano Tusa che durante due importanti conferenze, organizzate a Palermo e Siracusa nel 2001 e nel 2003,che ha fornito le basi per il dibattito sulla Convenzione UNESCO per la Protezione del Patrimonio culturale sottomarino del Mediterraneo, firmata a Parigi nel novembre 2001, dove Sebastiano Tusa è riuscito a ratificare le norme fondamentali sulla protezione del patrimonio sommerso.
Tra i primi progetti realizzati il “Progetto Egadi”, è emblematico dell’applicazione di un metodo scientifico rigoroso che trae ispirazione dalla ricerca sul campo, dallo studio delle fonti, dalla ricerca subacquea tradizionale e quella con le nuove tecnologie. Partendo dalla sua idea progettuale che aveva lo scopo di raggiungere un importante risultato scientifico: la ricerca e lo studio delle navi partecipanti alla battaglia delle Egadi (241 a.C.) durante la 1° guerra punica. L’esplorazione dei siti, realizzata con gli altofondalisti ed altre tecnologie d’avanguardia – ROV, Side Scan Sonar, Multibeam, Sub Bottom Profiler – ha permesso di individuare i relitti giacenti in alto fondale, e più di 20 rostri di epoca romana, due punici. sensazionale scoperta che ha consentito a Sebastiano Tusa di cambiare il corso della storia e trascrivere una pagina fondamentale della I e guerra Punica.
I dati ottenuti con la ricerca scientifica, hanno consentito a Sebastiano Tusa, per primo, di mettere in atto il principio dell’UNESCO di mantenere in situ il patrimonio sommerso e di creare ben 23 Itinerari sommersi guidati.
A nord di Capo Grosso a Levanzo è stato individuato il luogo dove le navi romane sferrarono l’attacco finale contro la flotta cartaginese: numerose ancore giacciono nella loro posizione originale e costituiscono un interessante itinerario sottomarino guidato. Poco distante un altro percorso guidato è disponibile a Cala Minnola, dove si si può visitare un antico relitto con il suo carico di anfore. Qui è stato installato il primo sistema di telecontrollo: i turisti che non si immergono possono effettuare una visita virtuale grazie ad un sistema di telecamere che trasmettono le immagini dal fondo del mare collegandosi al sito della Sopmare o dalla sede del Museo di riferimento. Tra gli altri itinerari ricordiamo Pantelleria, nella Cala Gadir, è stato installato un altro sistema di telecontrollo sul percorso archeologico: le telecamere mobili mandano le immagini ad un sito Internet dedicato, ed un più vasto pubblico, comodamente seduto davanti al proprio PC, può effettuare la visita virtuale 24 ore su 24 interagendo col sistema di webcam.
Cala Minnola dic 2019 ph Vinciguerra
Altri itinerari subacquei sono stati realizzati lungo le coste della Sicilia e nelle isole minori, e sono corredati di apposite guide plastificate con la funzione di guidare i subacquei sui siti. Ben quattro progetti finanziati dalla Comunità Europea stanno attualmente sperimentando nuove tecnologie satellitari applicate alla ricerca archeologica subacquea. E potenziando le nostre visite a distanza.
La Soprintendenza ha partecipato alle più importanti esposizioni nazionali ed internazionali nei settori dell’archeologia e delle attività subacquee, e l’organizzazione di conferenze, seminari e workshops. Alla Borsa del turismo Archeologico di Paestum ottobre 2019 la Soprintendenza ha ritirato il premio alla memoria di Sebastiano Tusa per il grande lavoro compiuto nel campo dell’Archeologia subacquea e contestualmente è stato presentato il volume sulla battaglia delle Egadi pubblicato postumo a cura di sponsor privati individuati dalla scrivente.
Nel quadro della protezione del patrimonio culturale sommerso e della collaborazione internazionale, sono state effettuate diverse campagne di ricerca archeologica in Libia dove, nelle acque di Ras al Hilal, è stato rinvenuto il relitto di una fregata veneziana armata di 31 cannoni perduta durante la guerra di successione di Spagna (1702) e dove è in corso una campagna di studi su vari siti costieri; in Turchia è iniziato lo studio del porto sommerso dell’antica città greca di Kyme Eolica; in Giappone è stata avviata la collaborazione con gli archeologi impegnati nell’isola di Ojika e a Takashima per la ricerca della flotta perduta di Kubilai Khan; in Tunisia i siti di Kerkouane, Pilau e Tabarka sono oggetto di studio per la realizzazione di percorsi archeologici subacquei.
Le mostre in rete come “I Tesori sommersi della Sicilia” hanno portato il nostro patrimonio subacqueo nei prestigiosi Musei Allard Pierson Museum dell’Università di Amsterdam, l’Ashmolean Museum di Oxford,, il NY Gliptotek di Copenaghen, e l’LVR Landesmuseum di Bonn.
Il programma didattico della Soprintendenza si realizza in corsi di formazione destinati ai professori ed ai loro alunni su temi archeologici ed antropologici. Gli archeologi spiegano la storia e le tecniche dell’archeologia subacquea, poi le classi partecipano alla simulazione di un cantiere sottomarino allestito in acque protette. Guardando il fondo del mare dalla barca attraverso batiscopio i ragazzi assistono alle varie fasi dello scavo, oppure direttamente dalla superficie del mare – con opportuna assistenza e la protezione di muta, maschera e pinne – vivono un’esperienza diretta osservando il lavoro dei subacquei. Una maniera semplice ed efficace di insegnare alle nuove generazioni la conoscenza, il rispetto e la salvaguardia del patrimonio culturale sottomarino della Sicilia.
Campi-scuola di archeologia subacquea sono inoltre organizzati annualmente a livello universitario per studenti e laureati, che sono ammessi a partecipare a scavi selezionati (Pantelleria, Ustica, S.Vito Lo Capo, Lipari). Proseguono gli accordi con le Università per realizzare, al più presto, superata questa emergenza, nuove summer school, a Lipari, a Favignana e a Marsala.
Progetti in corso
Abbiamo avviato un progetto di Cooperazione Internazionale sulla tutela delle coste , coinvolgendo Università e enti di ricerca,l’erosione costiera era un tema molto caro a Sebastiano Tusa attento ai processi di erosione dei siti archeologici costieri e dei fenomeni di bradisismo. Il nostro obbiettivo è di sensibilizzare le intere comunità costiere a tutelare un patrimonio che gli appartiene.
Per tutelare bisogna conoscere senza una conoscenza adeguata e precisa del patrimonio culturale diventa vana ogni azione di tutela, valorizzazione e fruizione. Il progetto mira a creare una rete operativa in grado di coinvolgere cittadini e istituzioni e di supportare una proposta di turismo costiero e sostenibile in grado di promuovere, nel rispetto del patrimonio culturale e paesaggistico delle zone costiere e delle baie, le risorse naturali. Soltanto attraverso un coinvolgimento generale riusciremo a creare conoscenza affezione senso di appartenenza, responsabilità sociale sviluppando in sintonia un quadro coerente per il recupero e la gestione costiera, aumentando il coordinamento e l’integrazione tra le azioni relative al turismo costiero e marittimo responsabile nell’area Mediterranea.
E’stato aggiudicato il progetto per la realizzazione del Centro di Eccellenza del Roosevelt, fortemente voluto da Sebastiano e a breve partiranno i lavori, ne parleremo al prossimo articolo!