La Sicilia tra coronavirus e l’arrivo di nuove imbarcazioni di migranti

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Ciro Lomonte Segretario politico Movimento Siciliani Liberi

 

La Sicilia è stata lasciata sola dal Governo Italiano ad affrontare l’emergenza del contagio da CoViD19. Il Presidente della Regione Siciliana, debole con i forti e forte con i deboli, non ha saputo o voluto applicare l’art. 31 dello Statuto Siciliano per coordinare le forze dell’ordine come previsto, né l’art. 41 della stessa legge costituzionale per dare vita ad una manovra finanziaria vitale per i cittadini dell’Isola, quella che abbiamo denominato Carta Moneta Sicilia. Come ha detto qualcuno, l’on. Musumeci è affetto da coloniavirus, prono com’è agli ordini che arrivano da Roma, dal quale nessuna quarantena lo ha ancora guarito.

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Malgrado tutto, la Sicilia è stata preservata quasi del tutto dal contagio. Sarà stato il senso di responsabilità dei Siciliani nel rispettare le norme di cautela, saranno state le condizioni climatiche, sarà stato lo scarso inquinamento atmosferico, sta di fatto che il numero dei contagiati e dei morti è stato molto contenuto. A questo punto potrebbero essere riavviate le attività produttive, prima che giunga a maturazione una vera e propria catastrofe economica per la nostra Terra. Come faranno a risollevarsi famiglie ed imprese senza una fulminea azione di supporto istituzionale?

C’è però un’altra bomba ad orologeria il cui timer è stato attivato da tempo: l’arrivo dall’Africa di nuove imbarcazioni cariche di migranti. Se si trattasse di divergenza di vedute su scelte di tipo umanitario, non si comprenderebbe come mai il Ministero degli Interni abbia chiuso tutti i porti italiani ed abbia scaricato sulla Sicilia la responsabilità dell’accoglienza. Il Ministro Lamorgese ha già requisito alcuni alberghi sulla costa per ospitare i nuovi arrivati.

Siamo alla commedia dell’assurdo. In Africa il contagio sta dilagando, tra i migranti giunti fra noi è già stato registrato qualche caso positivo. Mentre i Siciliani sono costretti a casa ed ai Siciliani all’estero si è cercato di impedire il ritorno a casa, l’Isola dovrebbe alloggiare potenziali nuovi contagiati senza controllo. Gli stessi poliziotti che dovrebbero salire sulle navi per fare le verifiche sarebbero messi in pericolo e diverrebbero portatori di virus nei loro uffici e fra le rispettive famiglie.

Trentadue sindaci Siciliani hanno scritto a Conte preoccupati per l’arrivo di persone potenzialmente positive al virus. Hanno trovato la forza di lanciare un appello condiviso, ma non sono stati in grado di elaborare un’azione concertata di comune accordo, che vada oltre il divieto di attracco ai rispettivi porti. Dopo lo sbarco a Pozzallo di 101 migranti, il Presidente della Regione Siciliana ha preso almeno una decisione saggia: mettere a disposizione una motonave da 488 posti per trasferirvi i migranti fino alla fine dell’emergenza CoViD19. Dal Governo Italiano, manco a dirlo, non arriva ancora alcuna risposta. Di fronte all’incoscienza delle istituzioni, non sarebbe il caso che i Siciliani facessero sentire la propria voce? Possiamo accettare per l’ennesima volta di essere trattati come una colonia senza diritti?

Movimento Siciliani Liberi

1 thought on “La Sicilia tra coronavirus e l’arrivo di nuove imbarcazioni di migranti

  1. A mare siamo l’importante che il governo sa che la resilienza nostra è esmplare tanto se va male….pazienza nonse ne può più

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