“Autogol” di De Luca Vs Mumumeci: Al via la campagna elettorale per le regionali. Miccichè: “Cateno può veramente arrivare ovunque”
In questi giorni di maggiore diffusione del Coronavirus in Sicilia, assistiamo sui social alle “perfomance mediatiche” di Cateno De Luca, già parlamentare regionale, ex sindaco di Fiumedinisi, oggi primo cittadino di Messina, impegnato a “fare rispettare le regole” sullo Stretto monitorando gli sbarchi e attaccando le istituzioni di ogni ordine e grado.
Eppure ricordiamo le sue dichiarazioni contro il presidente della Regione Musumeci che aveva invitato i turisti provenienti dal nord a rimanere a casa, a rinviare il loro arrivo in Sicilia. “Qui tutti i turisti sono benvenuti” – aveva tuonato De Luca -. Ma quali barricate, quali inviti a rimanere al nord fatti in questi giorni. Eppure il sindaco di Messina è sempre lo stesso: Cateno De Luca, ovvero il primo cittadino di Messina diventato il “pupillo” del presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Micciché che, secondo i bene informati, nel corso delle passate europee gli avrebbe prospettato la candidatura alla presidenza della Regione in contrapposizione a Musumeci (politicamente poco “amato” da Micciché).
Su questa scia, Miccichè non perde occasione per lanciare endorsement a sostegno di De Luca. “Qualche tempo fa, in periodi sereni, – ha scritto ieri Miccichè sul suo profilo Facebook – mi incontrai con Red Ronnie e Cateno De Luca nel mio ufficio. Dopo la sua diretta fb di stasera, ho deciso di pubblicare questo video per farvi capire che Cateno De Luca può veramente arrivare ovunque”.
“Sono un battitore libero”, “demoliamo la regione siciliana” sono stati gli slogan di Cateno De Luca, da deputato alla testa del movimento Sicilia Vera, facendosi notare anche per una serie di iniziative discutibili, come quando, nel corso della legislatura, per protestare contro l’allora presidente dell’Ars Gianfranco Micciché su vicende regolamentari, si denudò in sala stampa rimanendo in mutande, per poi coprirsi con la bandiera della Sicilia, la Trinacria, utilizzata come un pareo.
Il dualismo tra Musumeci e De Luca già si avverte da tempo. “Ma noi – aveva detto Cateno De Luca – vogliamo assolutamente distinguerci dalle affermazioni che non appartengono alla città ed alla provincia di Messina. È stucchevole alzare barricate nei confronti degli abitanti del Nord. Così non si fa altro che alimentare la confusione a discapito del nostro precario sistema produttivo e turistico”.
Musumeci aveva evidenziato i lacunosi controlli sanitari obbligatori dello Stato sui passeggeri in arrivo ovunque in Sicilia: aeroporti, porti, Stretto di Messina. “Eppure – aveva sottolineato Musumeci – qualche idiota specula sul mio invito alla prudenza rivolto ai cittadini delle zone gialle a grave rischio di contagio a rimandare di qualche settimana la loro venuta in Sicilia, per la latitanza di misure preventive del governo centrale. Che tristezza”.
“Non è che la Sicilia sia una terra in cui non si può sbarcare e non si può atterrare – aveva puntualizzato Musumeci – ma servono controlli. Gli unici casi di positività registrati al coronavirus riguardano turisti del nord. Significa che qui non c’è un focolaio”. La replica di De Luca non si era fatta attendere: “La chiusura a coloro i quali dal Nord scendono in Sicilia è un messaggio che sia dal punto di vista economico che soprattutto dal punto di vista culturale, non rispecchia la nostra natura vocata all’accoglienza”.
L’inizio di questa settimana ha sancito il via libera alla campagna elettorale per le regionali. Una giornata di comparsate sui canali Fininvest e una lunga diretta su Facebook di Cateno De Luca hanno evidenziato la strategia comunicativa di questa campagna che si preannuncia senza esclusioni di colpi. E’ probabile che con un centrodestra diviso, fra i due contendenti dichiarati potrebbe spuntarla un terzo profilo “fuori dal coro” con il rischio concreto che il centrodestra possa perdere la guida della Regione (evento già avvenuto nel passato con la vittoria di Rosario Crocetta).
Intanto, sono in molti a pensare che dopo l’auspicata fine dell’attuale pandemia ci sarà un mondo nuovo con problemi di varia natura, soprattutto socioeconomici da affrontare e, contestualmente, ci saranno nuovi scenari che potrebbero ridisegnare la geografia politica mondiale con ovvie ricadute a livello nazionale e regionale, sparigliando le carte delle dinamiche politiche.