Scianò (Centro Studi Andrea Finocchiaro Aprile): “Oltre mezzo secolo di violazioni Statuarie”

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Giuseppe Scianò presidente del Centro studi "Andrea Finocchiaro Aprile"

“In occasione della ricorrenza dell’anniversario della promulgazione dello Statuto Speciale di Autonomia, il Centro Studi “Andrea Finocchiaro Aprile” ritiene doveroso sottolineare quanto siano gravi e tuttora incalzanti le violazioni dello Statuto ed in conseguenza della Costituzione Italiana  (della quale, appunto, lo Statuto è parte integrante). Ed è grave e preoccupante anche la cortina di silenzio che su questa violazione viene stesa. Silenzio che può apparire compiacente”. Lo scrive in una nota il presidente del Centro Studi Andrea Finocchiaro Aprile Giuseppe Scianò.

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“Non vi sono parole, – ad esempio, – che bastino per sottolineare la soppressione di fatto dell’Alta Corte, il ridimensionamento degli articoli 36 e 38, lo svuotamento dei poteri del Presidente della Regione, la irrisoria applicazione dell’art. 14 e via dicendo con pretesti, con leggi, con leggine, con regolamenti pretestuosi e fuorvianti. E’ un massacro di articoli, di Statuto e di Sicilianità”.

Appare sempre più evidente che le forze ed i partiti “centralisti” e “neo centralisti” abbiano voluto spazzare via quelle caratteristiche di cultura, di orgoglio, di consapevolezza della propria identità, di ansia di giustizia e di autogoverno, di amore per la Sicilia, di voglia di libertà, di progresso, di produttività, di lavoro, di crescita civile che avevano animato le lotte del Popolo Siciliano fino alla promulgazione dello Statuto.

Probabilmente è stato possibile calpestare lo Statuto proprio perché il Popolo Siciliano è stato deculturizzato, “denazionalizzato”, lottizzato e narcotizzato. Ma quello che sfugge ai nemici della Sicilia è il fatto che lo Statuto, la nazionalità Siciliana, il Popolo Siciliano, non possono essere “cancellati”. Sono sempre esistenti e rimangono pienamente titolari di diritti, di prerogative, di speranze di rinascita e di riscossa.

L’evolversi dei tempi e della situazione politica costringerà la Repubblica Italiana ad accettare una riforma in senso federalista dello Stato, nella quale la Questione Siciliana  può e deve inserirsi.

Ma in Sicilia sembra che la classe politica voglia prendere la palla al balzo per “legittimare” le violazioni consumate e per ridurre ulteriormente le prerogative della Regione Siciliana, confidando nella validità del principio gattopardiano in base al quale occorre  che tutto cambi per non cambiare niente. Sarebbe un errore, questa volta, imperdonabile.

Pertanto, a quanti si affaccendano a “contrattare” ai vari tavoli ed ai vari livelli, a Roma e a Palermo, i destini dell’Autonomia ricorda tre caratteristiche peculiari dello Statuto Siciliano: E’ uno Statuto di origine pattizia. Nasce, cioè, dal “patto” fra il Popolo Siciliano in armi e lo Stato, in un particolare momento storico ed in una delicata fase di avvenimenti internazionalmente rilevanti; Ha una funzione “riparatrice” dei danni provocati alla Sicilia fin dalla annessione del 1860; Ha una “precedenza” logica e cronologica rispetto alla “Costituzione” della Repubblica Italiana.

 

                                                                                               Il presidente del Centro Studi Andrea Finocchiaro Aprile                                                                                                   Giuseppe Scianò 

 

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