“La laicità dei numeri”, Odifreddi a Palermo per la Fondazione Federico II

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È già tutto esaurito per l’incontro con Piergiorgio Odifreddi, protagonista del prossimo “Focus”, nell’ambito di un ciclo organizzato a Palermo dalla Fondazione Federico II. Il matematico, logico e saggista piemontese affronterà il tema della “laicità dei numeri”  venerdì 21 febbraio alle 18 a Palazzo Reale (Sala Mattarella).

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“I nostri focus – dice Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – rappresentano uno spazio civico di confronto: questa volta intendiamo approfondire il punto di vista logico-matematico nei processi della conoscenza. È emblematico il pensiero di Odifreddi che si allontana da paradigmi pseudo-ufficiali, fuori da ogni assolutismo culturale”. 

Odifreddi, autore tra gli altri saggi de “Il matematico impertinente”, definisce l’impertinenza come “non appartenenza”. Chi non appartiene ai paradigmi culturali, religiosi di matrice dogmatica suscita i risentimenti e le stizze di coloro che appartenendo, lo tacciano di arroganza e insolenza. Così i paradigmi assolutistici emarginano, per esempio in ambito religioso, chi non crede.

“Considero l’impertinenza – sostiene Piergiorgio Odifreddi – come un buon modo, e a volte l’unico possibile, di affrontare i problemi in maniera pertinente”. 

Odifreddi è un sostenitore del termine “bright”, dall’inglese “acuto” o “brillante”, reso sostantivo per la prima volta dal biologo Richard Dawkins per indicare coloro che possiedono una visione naturalistica del mondo. Un modo per richiamare la luce della ragione accesa dall’Illuminismo, contrapposta a “ottuso e “oscuro”, riferito a chi guarda al mondo con una visione mistica e soprannaturale. Dal 2003 esiste il Movimento Bright (fondato da Geisert e Futrell), nato per  diffondere una visione del mondo razionalista, laica e naturalista, basata esclusivamente sulla scienza, in opposizione a dottrine politiche e/o religiose fondate su credenze ascrivibili all’ambito del soprannaturale o spirituale.

“Se in molti paesi l’atteggiamento religioso è considerato normale – sostiene Odifreddi – , anomala rappresenta la condizione naturale dell’uomo, indicata con termini negativi (come ateo, agnostico). E’ giunta l’ora di smetterla di chiamare non credenti o atei coloro che semplicemente non accettano superstizioni e miti”. 

Odifreddi cita in uno dei suoi saggi il premio Nobel Richard Roberts, altro biologo, dichiaratosi apertamente un “bright”, che alla domanda sulla possibilità di coesistenza tra religione e scienza rispose: “Certamente. Non c’è nessun motivo perché debbano combattersi, visto che non hanno niente in comune: la religione inizia dove finisce la scienza”. 

“Con Odifreddi – dice Gianfranco Miccichè, presidente della Fondazione Federico II – apriamo i focus 2020, che a differenza del 2019 non si soffermano su un singolo saggio ma partono dagli autori per affrontare un  argomento ad ampio raggio.  L’approccio acuto e brillante della scienza sono per Odifreddi il reale impulso dell’umanità verso l’apprendimento. La matematica e la scienza esistono in un’unica versione: universale e globale”.

 

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