Consegnati i premi giornalistici Mario e Giuseppe Francese
Sono stati consegnati questa mattina, al Real Teatro Santa Cecilia di Palermo, i quattro riconoscimenti del Premio nazionale di giornalismo Mario e Giuseppe Francese, giunto alla edizione numero 23 ed organizzato dall’Ordine dei giornalisti di Sicilia in collaborazione con Libera, l’associazione Uomini del Colorado e con la sezione siciliana del Centro Sperimentale di cinematografia-Scuola nazionale di Cinema. Due i riconoscimenti per il Premio Mario Francese, dedicato al cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia ucciso dalla mafia il 26 gennaio del 1979 e che oggi avrebbe compiuto 95 anni. Uno dei premi è andato a Nello Scavo, di “Avvenire”, come riconoscimento peri il suo scrupoloso lavoro svolto negli ultimi anni, durante i quali ha alzato il velo sugli interessi criminali dei grandi trafficanti di uomini nel Mediterraneo. Scavo è riuscito a svelare la presenza del trafficante di esseri umani Abd al-Rahman al-Milad, meglio conosciuto come Bija, all’incontro di Mineo in Sicilia nel 2017 tra autorità italiane e libiche, per arrivare ad un accordo e bloccare le partenze di profughi.
L’altro riconoscimento a Umberto Santino, premiato per l’impegno di una intera esistenza dedicata alla memoria, intesa sia come lotta per assicurare giustizia e verità contro l’impasto politico-mafioso, sia come studio e riflessione continua per l’affermazione del principio della verità storica. Il Premio Giuseppe Francese è andato invece a Tullio Filippone, collaboratore palermitano di Repubblica, giovane cronista che ha scoperto e diffuso la storia della professoressa Rosellina Dell’Aria. Per la menzione speciale è stato scelto Gaetano Scariolo, cronista siracusano di nera, corrispondente dell’agenzia Agi a cui nello scorso mese di maggio hanno bruciato l’auto per le sue inchieste sulla criminalità.
E’ stata una mattinata dedicata alla memoria ma incentrata anche sull’impegno di tutti, a partire dalle nuove generazioni, con il coinvolgimento di 20 classi di 16 istituti secondari siciliani che hanno preso parte al concorso di cortometraggi “La Memoria contro la mafia”. Il video vincitore è “Vittima di giustizia”, realizzato dal Liceo classico Foscolo di Canicattì. Un cortometraggio che attraverso un personaggio di finzione ma fortemente emblematico, ha raccontato la memoria di una ragazza due volte vittima: dell’appartenenza ad una famiglia di mafia e della solitudine angosciosa di chi ha il coraggio di denunciare. “Per avere raccontato la storia con forza narrativa, linguaggio ferrato ed apprezzabile tecnica fotografica e di montaggio”, è scritto nella motivazione della giuria composta da Ivan Scinardo, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia, dai giornalisti Salvatore Rizzo, Gian Mauro Costa e Maria Pia Farinella e dall’attrice Silvia Francese.
Ai giovani si è rivolto anche Don Luigi Ciotti, ideatore di Libera, che non ha potuto essere presente e ha inviato un video messaggio. Ciotti ha invitato i giovani a “lottare sempre per una giustizia sociale che significhi lavoro, scuola, servizi e cultura”. “Nel nome di Mario e Giuseppe Francese – ha detto ancora don Ciotti – c’è bisogno di una memoria viva che si traduca, tutti i giorni, in responsabilità e impegno. Memoria e impegno sono due parole che devono diventare vita, carne, devono nutrirsi reciprocamente. Senza questa convivenza l’impegno può diventare routine e la memoria può trasformarsi nella pericolosissima retorica della memoria. Non basta ricordare le persone che non ci sono più, occorre sentirle di più dentro di noi”.
Nel corso della cerimonia, condotta dai giornalisti Lidia Tilotta e Luigi Perollo, è intervenuto tra gli altri il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Verna, che ha premiato Nello Scavo: “Il giornalista è testimone di verità – ha detto Verna. Il dovere di noi giornalisti è creare un senso di comunità per riuscire a realizzare gli obiettivi della costituzione. Nostro compito è consegnare il pacco prezioso della conoscenza, delle scelte consapevoli, concretizzare il diritto del cittadino ad essere correttamente informato. La nostra professione in questo momento deve essere un modello per gli altri contesti della comunicazione, come i social. Il nostro è un ruolo centrale”.
Sull’importanza nel coinvolgere i giovani per costruire percorsi di memoria e di consapevolezza è intervenuto Giulio Francese. “I ragazzi sono i protagonisti dell’oggi, non del domani. Sono capaci di fare scelte e capire cosa avviene intorno a loro. Nei loro confronti abbiamo però il dovere della chiarezza e della responsabilità della verità, dobbiamo spiegare loro come stanno le cose, raccontare delle profonde ferite che la mafia ha lasciato nelle famiglie e nel nostro tessuto sociale e cosa è oggi questa terra. Per loro è importante conoscere e interiorizzare l’esempio di chi non si è girato dall’altra parte e ha combattuto fino in fondo per i propri ideali”.
Sul palco è salita anche Chiara Natoli, di Libera, che ha presentato la grande manifestazione del 21 marzo, la XXV Giornata nazionale in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che quest’anno si svolgerà a Palermo coinvolgendo studenti provenienti da tutta la Sicilia e da tutta l’Italia. Il concorso di corti scolastico è stata proprio una tappa di avvicinamento alla manifestazione.
Durante la mattinata, inoltre, è stato proiettato un altro video, dei giornalisti Giovanni Tarantino e Pierpaolo Maddalena, che ha svelato un aspetto di Mario Francese sconosciuto ai più. Quello più intimo, familiare, quello che lo ha visto nella seconda metà degli anni Settanta presidente del Consiglio d’istituto della scuola Marconi, frequentata dai suoi figli. La preside dell’istituto, durante la cerimonia, ha annunciato l’avvio dell’iter per l’intitolazione di un plesso di piazza De Gasperi a Mario Francese, mentre la VI Circoscrizione comunale ha presentato un progetto di riqualificazione di piazza Francese. “E’ un inno alla vita se un plesso prende il nome di Francese o se una piazza che lo ricorda viene rigenerata – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – Verità e giustizia sono le due parole che si usano per le vittime di mafia, ma per averle occorre la libertà. Francese è stato un esempio di uomo libero, innanzitutto dalla paura. Questo è l’insegnamento che ci ha dato e che trasforma il ricordo in memoria”.
All’insegna dei giovani anche la musica. I vari momenti della cerimonia sono stati infatti intervallati dall’esibizione delle cantanti Carla Leonardi e Marta Cacicia, allieve della Scuola popolare di musica del Brass, accompagnate al piano dal maestro Giuseppe Preiti.
Queste, infine, le motivazioni per il Premio Mario e Giuseppe Francese della commissione presieduta da Gaetano Savatteri e composta da Giulio Francese, figlio di Mario e presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia; Felice Cavallaro, inviato del Corriere della Sera; Salvatore Cusimano, direttore Rai Sicilia; Franco Nicastro, componente della giunta dell’Ordine nazionale e Riccardo Arena, consigliere dell’Ordine regionale.
PREMIO MARIO FRANCESE (NELLO SCAVO)
Cronista scrupoloso, reporter di guerra, testimone attento di uno dei drammi umani più laceranti, Nello Scavo ha svelato gli interessi criminali dei grandi trafficanti di uomini nel Mediterraneo. Nei suoi articoli pubblicati dal giornale «Avvenire» ha documentato le brutali condizioni umane in cui sono costretti a vivere, e non sempre a sopravvivere, migliaia di disperati nei campi di detenzione libici prima di essere avviati a traversate che spesso si concludono tragicamente. Con le sue inchieste Scavo ha alzato il velo sui segreti imbarazzanti dei trafficanti, di cui ha mostrato perfino i volti, e sui loro rapporti con la Guardia costiera e i centri di governo della Libia. Per questo modello di giornalismo, espressione di un impegno civile sostenuto dalla forza dell’autonomia professionale, Scavo è stato posto sotto la tutela dello Stato. Per questo la commissione ha deciso di assegnargli il premio giornalistico Mario Francese.
PREMIO MARIO FRANCESE (UMBERTO SANTINO)
L’impegno di una vita nella ricostruzione della verità legata soprattutto al caso di Peppino Impastato è rappresentato dalla figura di Umberto Santino, fondatore a Palermo, con l’infaticabile e produttiva Anna Puglisi, del “Centro siciliano di documentazione” che porta il nome del giornalista eliminato dalla mafia nel 1978 a Cinisi. Di Umberto Santino va sottolineato come abbia sintonizzato una intera esistenza dedicandola alla memoria. Intesa sia come lotta per assicurare giustizia e verità contro l’impasto politico-mafioso, sia come studio e riflessione continua per l’affermazione del principio della verità storica. Così contribuendo talvolta alla riapertura delle indagini, come è avvenuto anche assicurando stimoli preziosi al lavoro della magistratura e della Commissione parlamentare antimafia. Essenziale il contributo offerto con numerosi testi adottati anche nelle università per l’analisi della mafia e dell’antimafia, con ricerche sulla borghesia mafiosa, su violenza mafiosa e impresa mafiosa, su mafia finanziaria e su mafie e globalizzazione. Naturale prosecuzione di questo impegno è l’apertura in pieno centro a Palermo, a Palazzo Gulì, del “No Mafia Memorial” legato a doppia mandata con l’intellettuale al quale per queste ragioni viene assegnato il Premio Mario Francese 2020.
PREMIO GIUSEPPE FRANCESE (TULLIO FILIPPONE)
Giovane cronista, già insignito dall’Ordine di Sicilia del premio Norman Zarcone come miglior nuovo pubblicista della sua sessione, Tullio Filippone ha scoperto e diffuso attraverso Repubblica Palermo la storia della professoressa Rosellina Dell’Aria, sospesa per 15 giorni dall’Ufficio scolastico provinciale con l’accusa di non avere vigilato su un lavoro dei suoi studenti, che avevano accostato i decreti sicurezza alle leggi razziali. Un caso che ha toccato nervi scoperti e ha tenuto banco per settimane e mesi non solo a livello nazionale, ma anche con riflessi sulla stampa estera e a livello politico in vari Paesi dell’Unione europea. L’insegnante è divenuta suo malgrado un personaggio pubblico, dall’enorme popolarità, ricevendo manifestazioni di solidarietà e vicinanza all’interno di una vicenda che ha creato enormi imbarazzi e non poche difficoltà ai palazzi del potere. Tutto questo si deve all’iniziativa e alla capacità di un giovane giornalista, che ha scoperto una grande storia e che per questo motivo si vede assegnare il Premio giornalistico Giuseppe Francese
PREMIO MARIO E GIUSEPPE FRANCESE (menzione speciale Gaetano Scariolo)
Cronista di nera di infinita esperienza e di grande coraggio, abituato a vivere in prima linea sul territorio, Gaetano Scariolo, per i suoi tanti articoli scritti sul Giornale di Sicilia e su altre testate, ha assunto la veste di personaggio scomodo e per questo ha subito l’incendio dell’automobile, danno ancora più grave per chi, come lui, è precario. Al di là dell’episodio delinquenziale di cui è stato vittima, Gaetano impersona la figura del giornalista che fa della presenza e della denuncia costante il proprio lavoro quotidiano, presidiando le zone di Siracusa, in cui esercita la professione, con un’informazione attenta e costante, che ha dato fastidio ai criminali che hanno cercato di intimidirlo. Per questo motivo la commissione gli ha attribuito un riconoscimento speciale, nel ricordo di Mario Francese, che di Siracusa era originario, e per sottolineare la presenza e la vicinanza dell’Ordine.