Migranti, annunciato nuovo Patto sulla migrazione e l’asilo. Bartolo: “Rischio è di ripetere strade che non hanno risolto problema”
“Colpisce che Margaritis Schinas, quasi si compiaccia nel descrivere gli aspetti polizieschi e il meccanismo dei “panieri” della nuova politica europea che a breve sarà proposta in tema di accoglienza e rimpatri”. Così in una nota l’eurodeputato e vicepresidente della Commissione Libe a Bruxelles, Pietro Bartolo, commentando le parole del vicepresidente della Commissione europea, che in una intervista al quotidiano La Repubblica ha anticipato nei giorni scorsi le linee del “Patto sulla migrazione e l’asilo”.
“Centinaia di agenti – prosegue Bartolo -, uniformi, distintivi, personale armato, navi, elicotteri per un nuovo piano europeo, che abbia un impianto intergovernativo, fondato su alcuni “panieri” che gli Stati Membri potranno scegliere a loro piacimento. Questo schema non è accettabile anche perché servirebbe ad assecondare le posizioni dei governi che non hanno mai inteso e non intendono accettare alcuna norma vincolante in tema di accoglienza e ricollocamento dei migranti. Peraltro, il commissario, allargando le braccia, mette l’accento sul punto più critico quando afferma che “non puoi convincere tutti i governi ad accettare una politica europea sui migranti senza un programma credibile di rimpatri”.
Secondo l’eurodeputato, “se il piano del commissario è questo, c’è ben poco da salutare con soddisfazione, considerato che si torna a parlare di stipulare accordi con gli Stati di provenienza, a proposito dei rimpatri delle persone che non hanno diritto all’asilo. Siamo ancora a questo punto. Ancora una volta senza alcun accenno alla necessità della riforma delle regole di Dublino. In compenso si immagina un sistema basato sul meccanismo dei “panieri”: da quello del ricollocamento, “sino agli altri panieri che darebbero ai governi la possibilità di offrire soldi, personale e mezzi pur di non avere a che fare con gli arrivi”. L’Unione non ha bisogno di soluzioni di fantasia che assecondino gli egoismi di alcuni governi a danno di altri. Serve un sistema di ricollocamenti automatico e obbligatorio, un sistema che sia giusto per gli Stati membri e per i richiedenti asilo. Altrimenti il rischio è che questo annunciato “nuovo piano”, pur con qualche belletto, ripercorra vecchie strade che non sono state in grado di affrontare un fenomeno di dimensione globale e duraturo. Per questo ci impegneremo nel Parlamento europeo per dare il via a un confronto costruttivo con la Commissione e il Consiglio”.
“Centinaia di agenti – prosegue Bartolo -, uniformi, distintivi, personale armato, navi, elicotteri per un nuovo piano europeo, che abbia un impianto intergovernativo, fondato su alcuni “panieri” che gli Stati Membri potranno scegliere a loro piacimento. Questo schema non è accettabile anche perché servirebbe ad assecondare le posizioni dei governi che non hanno mai inteso e non intendono accettare alcuna norma vincolante in tema di accoglienza e ricollocamento dei migranti. Peraltro, il commissario, allargando le braccia, mette l’accento sul punto più critico quando afferma che “non puoi convincere tutti i governi ad accettare una politica europea sui migranti senza un programma credibile di rimpatri”.
Secondo l’eurodeputato, “se il piano del commissario è questo, c’è ben poco da salutare con soddisfazione, considerato che si torna a parlare di stipulare accordi con gli Stati di provenienza, a proposito dei rimpatri delle persone che non hanno diritto all’asilo. Siamo ancora a questo punto. Ancora una volta senza alcun accenno alla necessità della riforma delle regole di Dublino. In compenso si immagina un sistema basato sul meccanismo dei “panieri”: da quello del ricollocamento, “sino agli altri panieri che darebbero ai governi la possibilità di offrire soldi, personale e mezzi pur di non avere a che fare con gli arrivi”. L’Unione non ha bisogno di soluzioni di fantasia che assecondino gli egoismi di alcuni governi a danno di altri. Serve un sistema di ricollocamenti automatico e obbligatorio, un sistema che sia giusto per gli Stati membri e per i richiedenti asilo. Altrimenti il rischio è che questo annunciato “nuovo piano”, pur con qualche belletto, ripercorra vecchie strade che non sono state in grado di affrontare un fenomeno di dimensione globale e duraturo. Per questo ci impegneremo nel Parlamento europeo per dare il via a un confronto costruttivo con la Commissione e il Consiglio”.