Sindacato scuola: stop al dimensionamento della rete scolastica in Sicilia
“Lo scopo di questa iniziativa sindacale unitaria è quello di non creare ulteriori disagi agli studenti e al personale. Allo stesso tempo è necessario avviare, sin da ora, un confronto al fine di trovare le soluzioni alle criticità più volte sollevate e costruire, in sinergia, un percorso costruttivo nell’interesse di tutta la comunità scolastica siciliana”.
Sono queste le richieste avanzate dai segretari regionali di Flc Cgil, Adriano Rizza, Cisl Scuola, Francesca Bellia, e Uil Scuola, Claudio Parasporo, con una nota inviata all’Assessore Regionale dell’Istruzione, al Miur, all’Usr Sicilia, prof. Roberto Lagalla, all’USR Sicilia e al presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando.
“Non si può affrontare un tema così importante – spiegano – in queste condizioni e in così poco tempo, ovvero il 31 gennaio, termine ultimo per l’adozione del decreto assessoriale. Da mesi, infatti, non riusciamo ad interloquire con l’Ufficio scolastico regionale a causa della mancata nomina del suo direttore generale. Lo stesso dicasi per tutti gli Uffici territoriali, ad esclusione di Palermo e Catania”.
“Inoltre – aggiungono Rizza, Bellia e Parasporo – in alcuni territori non sono stati coinvolti gli organi collegiali e le parti sociali nella formulazione delle proposte di dimensionamento, poiché l’organismo preposto del consiglio scolastico provinciale non è più esistente in quanto decaduto. Mentre le proposte pervenute dalle conferenze provinciali in vigore non sono state pubblicizzate né rese note agli attori principali del mondo della scuola (personale docente, Ata e famiglie). Proposte che se attuate causerebbero uno sconvolgimento per il personale della scuola a livello lavorativo e per le famiglie l’iscrizione del proprio figlio ad una scuola che in origine non era stata richiesta”.
I segretari regionali auspicano, altresì, che venga raggiunta l’intesa fra Stato e Regioni in ordine ai criteri con cui procedere al dimensionamento delle istituzioni scolastiche (Legge 8 novembre 2013, n. 128 – art. 12) che avrebbe posto fine -finalmente- all’annuale rito delle “incursioni” nel delicato assetto delle istituzioni scolastiche di ciascuna regione in quanto, come più volte evidenziato ai vari tavoli regionali, i parametri in illo tempore individuati dalla citata norma statale avrebbero dovuto trovare applicazione -esclusivamente- «Negli anni scolastici 2012-2013 e 2013-2014»;
“Ad aggravare la situazione – concludono – l’impossibilità da parte delle scuole di offrire debita informativa/orientamento alle famiglie e agli alunni dei percorsi formativi legati ai nuovi indirizzi richiesti, peraltro non presenti sul sistema online di iscrizione del Miur”.