“La Mafia non è più quella di una volta”: Il 27 presentazione al cinema De Seta con Maresco e Battaglia
Il prossimo 27 dicembre Franco Maresco presenterà, al cinema De Seta, il suo film “La mafia non è più quella di una volta”, vincitore del premio speciale della giuria alla edizione numero 76 del festival di Venezia. E’ la prima uscita pubblica del regista a Palermo dopo la presentazione del film nelle sale italiane. Con lui ci saranno il giornalista del Fatto Quotidiano Giuseppe Lo Bianco e la fotografa Letizia Battaglia, co-protagonista della pellicola insieme a Ciccio Mira. Un appuntamento da non perdere per chi vuol saperne di più sulla genesi di quest’opera controversa che molto ha fatto discutere, ma che rimane uno dei titoli più importanti e apprezzati di questo 2019. Secondo gran parte della critica nazionale, “La mafia non è più quella di una volta” è un film di rara originalità nel panorama della cinematografia contemporanea, una riflessione potente, seppure estremamente pessimista, sulla società italiana, impietosa nella rappresentazione dei suoi difetti e della sua miseria morale. Ma gli italiani “brava gente” che fine hanno fatto? ” Quella degli italiani brava gente è una favola che per decenni ci siamo raccontati per nasconderci, per auto assolverci dei tanti misfatti di cui la Storia ci accusa”, dice il regista. “E per conoscere veramente gli italiani è istruttivo rivedere i grandi film della commedia all’italiana, i capolavori di Germi, Monicelli o Risi. Oggi il cinema nazionale è più tollerante, più superficiale nella descrizione di questo Paese sempre più incarognito e indifferente, i giovani registi non possiedono più la salutare cattiveria dei maestri che citavo prima”. Ma la mafia è stata sconfitta? Secondo lei gli italiani sono più interessati di prima a conoscere Cosa Nostra e i suoi rapporti col potere? “Per gli italiani la mafia è soprattutto spettacolo, sotto forma di fiction o serie televisive. Per il resto, nella realtà, se ne strafottono. E lo dimostra il fatto che di mafia nei giornali si parla sempre meno, con l’eccezione del Fatto Quotidiano e di alcuni giornalisti di Repubblica. La Rai da tempo ha relegato l’argomento a pochi spazi di Rai 3 , per il resto non fa altro che competere, vergognosamente, con le reti commerciali cercando di strappare loro ascolti, fottendosene che è una azienda pubblica e avrebbe quindi il dovere di informare ( e formare ) “il popolo” ai massimi livelli qualitativi. Siamo arrivati al punto, paradossale, che Rai 1 rifiuta la nuova serie di Pif ” La mafia uccide solo di estate “per la scarsezza degli ascolti. Il che è quanto dire, se pensiamo che la serie è veramente brutta e l’antimafia di Pif parla nella lingua degli spot pubblicitari, o di quella delle inchieste televisive ruffiane e inutili”.
Sinossi
Nel 2017, a 25 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, Franco Maresco decide di realizzare un nuovo film. Per farlo, trova impulso in un suo recente lavoro dedicato a Letizia Battaglia, fotografa ottantenne che con i suoi scatti ha raccontato le guerre di mafia, definita dal New York Times una delle “undici donne che hanno segnato il nostro tempo”. Il regista sente il bisogno di affiancare a Letizia una figura proveniente dall’altra parte della barricata: Ciccio Mira, ‘mitico’ organizzatore di feste di piazza, già protagonista nel 2014 di Belluscone. Una storia siciliana. Nei pochi anni che separano i due film, Mira sembra cambiato. Forse cerca un riscatto, come uomo e come manager, al punto da organizzare un singolare evento allo Zen di Palermo: i neomelodici per Falcone e Borsellino. Eppure le sue parole tradiscono ancora una certa nostalgia per “la mafia di una volta”. Intanto, assistendo alle celebrazioni dei martiri dell’antimafia, il disincanto di Maresco si confronta con la passione di Battaglia.
Nel 2017, a 25 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, Franco Maresco decide di realizzare un nuovo film. Per farlo, trova impulso in un suo recente lavoro dedicato a Letizia Battaglia, fotografa ottantenne che con i suoi scatti ha raccontato le guerre di mafia, definita dal New York Times una delle “undici donne che hanno segnato il nostro tempo”. Il regista sente il bisogno di affiancare a Letizia una figura proveniente dall’altra parte della barricata: Ciccio Mira, ‘mitico’ organizzatore di feste di piazza, già protagonista nel 2014 di Belluscone. Una storia siciliana. Nei pochi anni che separano i due film, Mira sembra cambiato. Forse cerca un riscatto, come uomo e come manager, al punto da organizzare un singolare evento allo Zen di Palermo: i neomelodici per Falcone e Borsellino. Eppure le sue parole tradiscono ancora una certa nostalgia per “la mafia di una volta”. Intanto, assistendo alle celebrazioni dei martiri dell’antimafia, il disincanto di Maresco si confronta con la passione di Battaglia.