Arresti a Casteldaccia, Fava: “Sistema raccolta rifiuti nei comuni è al centro inchiesta in Antimafia”

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Giovanni Di Giacinto

Si registrano alcune reazioni del mondo politico dopo gli arresti domiciliari, scattati questa mattina, per il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto, ex capogruppo all’Ars del Megafono dell’ex presidente della Regione Rosario Crocetta, per il suo vice Giuseppe Montesanto, per l’assessore alla Pubblica istruzione Maria Tomasello, per la funzionaria del Comune Rosalba Buglino e per un geometra Salvatore Merlino, libero professionista che a vario titolo devono rispondere di corruzione, abuso d’ufficio, falso materiale ed ideologico.

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“Gli arresti di oggi nel comune di Casteldaccia – dichiara  Claudio Fava, presidente della Commissione regionale antimafia – confermano i rischi e la pericolosità degli affidamenti diretti nel servizio di raccolta dei rifiuti. Per questo, come Commissione antimafia e anticorruzione, abbiamo avviato nelle scorse settimane un censimento della situazione Comune per Comune, con uno specifico focus sugli affidamenti diretti e in proroga in questo delicato settore. È nostra convinzione, e le notizie che arrivano da Casteldaccia sono una conferma, che dentro la giungla degli affidamenti diretti e senza gara di appalto del servizio di raccolta dei rifiuti – conclude Fava – si annidino malaffare e corruzione, oltre a costituire uno dei principali elementi di un ingiustificato aumento del costo del servizio  di raccolta”.
“Da anni il nostro gruppo parlamentare denuncia la pericolosità del rischio di infiltrazioni malavitose nella gestione del ciclo dei rifiuti. In assenza di un piano che faccia uscire la Sicilia dalla perenne emergenza la nostra Regione sarà terreno fertile per sistemi come quello emerso a Casteldaccia” – dichiarano i deputati del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci e Antonio De Luca, componenti della Commissione Regionale Antimafia all’Ars a proposito delle misure disposte nei confronti del sindaco e vice sindaco di Casteldaccia nel Palermitano, finiti agli arresti domiciliari nell’ambito di una indagine della Procura di Termini Imerese che indaga su un presunto giro di tangenti al comune palermitano legato alla raccolta dei rifiuti.
“La commissione di inchiesta sul ciclo dei rifiuti – spiegano Schillaci e De Luca – dimostra giorno per giorno come gruppi di interesse più o meno leciti abbiano messo l’occhio su tutti i livelli di gestione del ciclo dei rifiuti con la complicità della politica. Ogni giorno una discarica arriva a guadagnare anche 300mila euro, una cifra che scatena facili appetiti di malavita, politica e burocrazia corrotte. Una via d’uscita certa per questo sistema, deve essere il piano regionale dei rifiuti, un sistema cioè che metta definitivamente la parola fine agli affidamenti diretti con la logica dell’emergenza. Un piano dei rifiuti cioè che abbia una visione lungimirante capace di guardare oltre la stessa raccolta differenziata” – concludono i deputati.

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