Voto segreto, Pontrelli e Tantino (DB): “I dibattiti parlamentari meritano gli auspici del viso scoperto e della dialettica”
“Il voto segreto per questioni non attinenti alla persona o alla sfera etica, è oggi uno strumento vigliacco, infido, nelle mani di uno sparuto gruppo di ‘untori’ incapaci di azione politica costruttiva (anche di opposizione). Esso non garantisce più l’autonomia dei parlamentari, semmai ‘sorregge’ gli stessi nelle loro beghe di palazzo; è uno strumento per consumare vendette private, per togliersi sassolini dalle scarpe, per nascondere la propria posizione – magari scomoda e impopolare per se stessi – di fronte a problemi che invece meriterebbero gli auspici del viso scoperto, della dialettica politica, del metterci la faccia ‘perché ci credo’ nel mio assenso o nell’eventuale dissenso. Ma la paura delle urne elettorali (leggasi: il giudizio dei cittadini) ha abituato certa politica politicante a ricorrere all’istituto del voto segreto, in modo che i ‘soliti untori’, da qualunque parte essi siano schierati, possano ‘non esprimere’ pubblicamente i propri intendimenti, in un contesto che apre le porte a bagatelle, rancori, malumori, vendette trasversali. L’ultimo caso all’Ars, che ha ‘impallinato’ una legge sui rifiuti discussa e dibattuta in tutte le sedi prima di arrivare in aula, ha dimostrato ancora una volta – ahinoi – che molti esponenti politici hanno a cuore esclusivamente il mettere in difficoltà l’esecutivo: che operi bene, che garantisca l’interruzione di un sistema costoso e clientelare (con uno sguardo alle sue venature da consorteria mafiosa), poco importa ai ‘pugnalatori’ a tradimento. Poco importa a chi della politica ha fatto un lauto stipendio mensile e non un servizio. D’altronde cosa attendersi da soggetti eredi di quella parte politica che costruì il famigerato Muro e oggi sfrontatamente, bugiardamente, si propone nei suoi slogan come demolitrice di ogni muro, compreso quello stesso Muro (neanche Cetto LaQualunque avrebbe saputo dire di più inverosimile)? Bisogna prendere coscienza che il voto segreto è ormai diventato il ‘Compendium Maleficarum ’ di ogni slealtà, di ogni antipolitica, di ogni spirito di distruzione nei confronti dei cittadini e della stessa istituzione parlamentare cui si appartiene. Per questo la sua abolizione, come ha tuonato il presidente Musumeci, è un’operazione, un atto, un ‘disinfettante’ contro logge e consorterie da approvare immediatamente. La stessa richiesta proviene dalla società civile. “Posto ciò, è perlomeno conseguenza prima facie che il dovere di votare, come qualsiasi altro dovere, venga adempiuto al cospetto del pubblico, sotto la minaccia della censura del pubblico”, soleva dire John Stuart Mill, già nell’Ottocento”.
Lo dichiarano, in una nota, Tania Pontrelli e Luca Tantino del Direttivo Regionale di Diventerà Bellissima.