Piano per il Sud, Copagri: “Il primario può essere il volano della ripresa economica e del rilancio del Meridione”
“Il rilancio del Meridione, attraverso uno specifico Piano concordato con le parti sociali, è una necessità sempre più improcrastinabile, dettata dai segnali di forte crisi che vengono dal Sud del Paese. Ben venga, quindi, l’inserimento nella prossima manovra economica di un organico ‘Piano per il Sud’ che vada a intervenire sulle tante criticità che insistono sul Mezzogiorno, quali l’alto tasso di disoccupazione, con il dato record di quella giovanile, il crollo del PIL pro capite, il forte deficit infrastrutturale, sia con riferimento alle reti fisiche che a quelle digitali, il calo dell’export e la frenata fatta registrare dalla crescita del numero delle imprese”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina, intervenendo al tavolo di confronto con le parti sociali sul Piano per il Sud, svoltosi a Palazzo Chigi alla presenza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
“Quello che a nostro avviso bisogna fare a livello politico, inoltre, è continuare a lavorare per andare a rovesciare il triste paradigma comune che vede il Sud del Paese come un peso e andare invece nella direzione di considerare il nostro Mezzogiorno come una risorsa ineguagliabile, in termini ad esempio di turismo, ma anche e soprattutto in ragione delle numerose eccellenze agroalimentari che esso esprime e che sono un vero e proprio vanto del Made in Italy nel Paese, in Europa e nel mondo”, ha aggiunto Verrascina.
“In tal senso, possiamo e dobbiamo considerare il grande ruolo giocato dal primario del Meridione, che se adeguatamente supportato può rappresentare il vero volano di una sicura ripresa economica, nonché un elemento di coesione sociale, fondamentale per la tenuta dei territori, e in modo particolare di quelli svantaggiati”, ha continuato il presidente della Copagri.
“Un ‘Piano per il Sud’ non può quindi prescindere da misure che favoriscano l’accesso al credito delle aziende agricole e il supporto all’internazionalizzazione, così come da interventi per la semplificazione e per la sburocratizzazione; analoga attenzione andrà destinata al ricambio generazionale e alla gestione delle risorse idriche”, conclude Verrascina.