XXVII anniversario della strage di via D’Amelio
La Cgil Palermo ricorda il sacrificio di Paolo Borsellino e dei suoi cinque agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli che con il magistrato persero la vita nella strage di via D’Amelio di 27 anni fa.
La Cgil partecipa oggi alle iniziative per ricordare le vittime della strage. “Ricordiamo il grande impegno civile e la profonda umanità che hanno contraddistinto il lavoro di Paolo Borsellino – Noi oggi – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo – continuiamo sul solco di quei valori di giustizia sociale, democrazia e legalità per i quali sono morti i magistrati Falcone, Borsellino, Francesca Morvillo e i poliziotti delle loro scorte a cavallo delle due stragi del ’92. E lo facciamo con le battaglie per il lavoro e per l’affermazione dei diritti che che hanno avuto origine lontane, da quel movimento dei lavoratori che nella nostra terra ha pagato con le sue lotte per l’emancipazione degli uomini e delle donne un tributo di sangue altissimo”.
La Cgil si associa alla richiesta di verità e giustizia espressa dai familiari del giudice. “Le domande su quello che avvenne ventisette anni fa sono ancora tante – aggiunge Campo – Chiediamo anche noi, avendo fiducia nel lavoro dei magistrati, che sia fatta al più presto luce sulle omissioni e irregolarità, sui depistaggi, sui furti di agende e sui tanti incomprensibili perché rimasti senza risposta che hanno caratterizzato le indagini e i processi su via d’Amelio, perché non debba sentirsi offesa non solo l’intelligenza e la buona fede della famiglia Borsellino ma di tutta la società e del popolo italiano. La verità riguarda tutti noi. Chiediamo che al più presto vengano desecretati e resi pubblici tutti i materiali e le testimonianze che possono contribuire a fornire elementi utili per identificare i mandanti delle stragi di mafia”.
“Commemorare Paolo Borsellino è un dovere per tutti noi – dichiarai l presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè –. Un dovere che non si deve manifestare soltanto il giorno della ricorrenza della strage di via D’Amelio, il 19 luglio, ma quotidianamente. Bisogna, soprattutto, parlarne con i più giovani per mantenere viva la memoria non solo di vittime come Borsellino e Giovanni Falcone ma di tutte quelle che, innocenti, sono cadute a causa della violenza mafiosa”. “Le istituzioni giudiziarie – ha aggiunto Miccichè – sono chiamate a fare luce sui depistaggi e sulle false verità che hanno contraddistinto le indagini su via D’Amelio”.
In occasione del XXVII anniversario della strage di via D’Amelio, il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha partecipato stamani ad un incontro-dibattito, svoltosi presso il chiostro della Questura, sul tema del contrasto al fenomeno mafioso. “Ho espresso grande apprezzamento al Questore di Palermo ed un saluto al Capo della Polizia presente a Palermo – ha dichiarato il Sindaco – a conferma della grande attenzione per la nostra realtà, ma anche dello straordinario contributo della Polizia di Stato per un profondo cambiamento della nostra città. La Questura di Palermo si è ancora una volta confermata come punto di riferimento della legalità, dei diritti e della promozione della cultura come fondamento per l’affermazione della dignità della persona e della comunità. Artisti, docenti, studenti e operatori sociali hanno testimoniato l’importanza di un cammino comune per affrancare le nostre comunità da egoismi individualistici e soffocanti logiche di appartenenza delle mafie di ieri e di oggi”.
“Vogliamo conoscere la verità sulla strage di via D’Amelio, in cui vennero uccisi il procuratore Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta. Per questa ragione ho firmato per l’istituzione della commissione d’inchiesta, così come annunciato dalla presidente Giorgia Meloni, sull’attentato del 19 luglio di 27 anni fa”. Lo dice Carolina Varchi, deputato nazionale di Fratelli d’Italia e capo gruppo in commissione giustizia, che stasera parteciperà alla fiaccolata in ricordo del magistrato ucciso assieme ai poliziotti. “Paolo Borsellino – aggiunge – è un martire della mafia, così come i tanti uomini dello Stato che sono caduti per assolvere al proprio dovere, e noi abbiamo il diritto di conoscere la verità e di raccontarla ai cittadini che in questi anni bui hanno dovuto assistere a depistaggi, bugie, insabbiamenti e falsità. La lotta per liberare la Sicilia dalla mafia non è finita e lo dimostrano le operazioni in serie condotte da forze dell’ordine e magistratura per debellare un cancro che ormai non affligge soltanto la nostra Isola”, conclude Varchi.