8 luglio 1960. Ricordata una pagina di storia tragica di Palermo, con 4 cittadini morti in difesa della democrazia
“I lavori fatti dagli studenti, per ricordare gli avvenimenti dell’8 luglio 1960, siano donati alla città e realizzati in scala, con delle installazioni, per ricordare i 4 morti di Palermo di quell’anno in una piazza o in vicolo di Palermo”. Lo ha chiesto il segretario generale Fillea Cgil Palermo, Piero Ceraulo, a conclusione delle iniziative svolte oggi in memoria dei tragici avvenimenti dell’ 8 luglio 1960 a Palermo, in cui persero la vita Andrea Gangitano, 19 anni, operaio edile, Francesco Vella, dirigente sindacale della Fillea di 42 anni, Giuseppe Malleo, un altro giovane, e la signora Rosa La Barbera, che per caso si era ritrovata coinvolta negli scontri con la polizia.
Un corteo alle 9 si è svolto da piazza Verdi, angolo via Spinuzza, fino all’angolo tra la via Celso e la via Maqueda, con la deposizione di fiori lungo i posti dove furono uccisi i manifestanti. Quindi l’iniziativa alla Camera del Lavoro dove sono stati messi in mostra i lavori premiati, tra cui una poesia, tre temi, due disegni e le due installazioni di Irene Pedalino e Vittoria Fidelio, studentesse di terzo anno del liceo artistico economico “Crispi-Damiani Almeyda”.
Il lavoro della Pedalino raffigura una gabbia di farfalle, simbolo di una società piena di restrizioni, che il governo di allora esercitava nei confronti della popolazione. Le 4 farfalle che lasciano la gabbia si librano in volo a costo della vita. Nel manufatto di Vittoria Fidelio, si vedono 10 birilli bianchi in piedi e quattro birilli rossi caduti, con in mezzo una palla color piombo, simbolo del fuoco sparato dalla polizia.
“Quelle giornate, quei mesi furono importanti non solo per Palermo ma per l’Italia intera. L’Italia scendeva in piazza contro il neofascismo che si andava affermando. Il governo Tambroni, il congresso del Movimento sociale italiano a Genova, che aveva scatenato una reazione popolare fortissima contro l’affermazione del fascismo e a Palermo era esplosa la lotta non solo in difesa della democrazia e della Costituzione ma anche per il lavoro – dichiara il segretario generale della Cgil Palermo Enzo Campo – A Palermo scesero in piazza migliaia di giovani edili, disoccupati, ragazzi dei quartieri, che rivendicavano il lavoro. Quindi non solo la memoria e il ricordo per non dimenticare: allora come oggi il tema centrale è il lavoro che manca, il lavoro senza diritti, il lavoro senza dignità, il lavoro come strumento per poter sopravvivere. Noi, nel ricordo dell’8 luglio, rilanciamo il tema del lavoro a Palermo, condizione fondamentale per l’emancipazione, la giustizia, la democrazia”.
La Fillea, per il secondo anno di fila, ha voluto coinvolgere nell’iniziativa i giovani e gli studenti “per tramandare il concetto della memoria che si va perdendo”. “Riteniamo sia importante partire dalle giovani generazioni, per fissare i valori di quel tempo, che hanno determinato una scossa in questa città, sfociata in una lotta cittadina – aggiunge il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Anche quest’anno ci siamo battuti per far emergere il ricordo di un pezzo della storia della città di Palermo per molti sconosciuta. Oggi si sono celebrati i 59 anni dell’uccisione di 4 cittadini, in una giornata che molti non ricordano ma in cui Palermo è stata invece protagonista. Sotto il governo Tambroni, centinaia di giovani disoccupati e di studenti furono spinti a manifestare per la difesa della democrazia. Palermo ha dato il suo contributo di sangue. Coinvolgere le giovani generazioni nell’opera del ricordo è fondamentale”.