Marina di Libri, domani la presentazione di “Santa Muerte”, l’ultimo libro di Ettore Zanca

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Sarà presentato domani (ore 18, sotto il ficus), alla Marina di Libri all’Orto Botanico, “Santa Muerte”, l’ultimo libro di Ettore Zanca, pubblicato per la casa editrice Ianieri. Un libro bellissimo e originale, sia per la trama che per la struttura linguistica, passionale e paradossale. Il paradosso è di trovarsi davanti a una storia che parla spietatamente di morte e che nello stesso tempo è un inno alla vita.

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Il titolo si riferisce al protagonista, Leonida, un killer soprannominato Santa Muerte perché porta sempre con sé la statuetta della Madonna messicana così chiamata, venerata da criminali e trafficanti. Ha firmato un contratto con una multinazionale che gli ha commissionato una serie di “particolari” uccisioni di persone che, per un motivo o per un altro, non hanno più necessità o voglia di vivere. Non si tratta di un giallo ma è preferibile non addentrarsi troppo nella trama, per non diminuire l’alto livello di emozione che prova il lettore man mano che legge la storia e arriva all’epilogo che non è affatto scontato. Una menzione particolare va fatta però dell’altra protagonista di questo affascinante viaggio: la gatta Morgana. Santa Muerte l’ha salvata da una fine sicura balzando sul cofano di un Suv che stava per schiacciarla e da quel momento i due sono diventati inseparabili. Morgana rappresenta la speranza di una vita migliore, sempre possibile, perché c’è sempre una seconda possibilità. Morgana è il sogno non realizzato. Morgana è l’amore fine a sé stesso e che non chiede nulla in cambio. Per il resto si viene trascinati dall’autore in questo percorso dell’anima, che si svolge in una città bellissima e in decadenza per colpa dei suoi amministratori corrotti , che si chiama Labella e che, per la posizione che occupa, tra il mare e i monti, potrebbe ricordare le città di Genova e Palermo tanto care a Ettore Zanca. E così, tra un racconto e un altro, l’autore riesce a tradurre in parole, gli stati emotivi dei vari personaggi che incontra e che figurano nella famosa lista delle persone da uccidere. Il coinvolgimento del lettore è massimo perché davvero ci si trova davanti a storie di vita dolorose e frequenti che facciamo finta che non ci riguardino se capitano ad altri e che possono compromettere il raggiungimento dei sogni di tutti.

Zanca procede con un linguaggio fluido e semplice senza tralasciare le proprie passioni e i propri interessi quali il calcio e la musica soprattutto, che sono da sfondo nei vari racconti e che possono essere occasioni di salvezza dell’anima per ciascuno di noi.

C’è anche il riferimento alla storia e alle ingiustizie che essa ha prodotto e che hanno lasciato un segno tangibile che deve essere sempre presente, oggi, nella nostra vita politica attuale. C’è lo spregio della corruzione e del razzismo e si affronta anche la questione della incomunicabilità fra gli uomini e soprattutto all’interno dei rapporti familiari. E’ un racconto pieno d’amore e di morte ma lui stesso fa dire alla voce narrante che “Amore e morte non dovrebbero nemmeno frequentarsi, dovrebbero darsi del lei, del vossia, dovrebbero cambiare marciapiede quando si incontrano”. Riuscirà l’amore a prevalere sulla morte ? Vi lascio leggere la storia fino in fondo là dove c’è la risposta a questo interrogativo ma una cosa è certa: è necessario prima “disincastrare le anime dai fondali”. Un forte messaggio questo, forse inconsapevole, che Zanca riporta nella bellissima canzone di uno dei personaggi descritti, un giovane cantante, che l’ha dedicata al padre morto quando lui era bambino e i cui versi iniziali recitano:

Anime incastrate nei fondali cercano la strada

Anime che la vita non la odiano, vada come vada

Lasciamo immaginare agli stolti vie disperate

Le notti intense valgono per quel poco che le hai vissute.

La vita c’è chi la vive come in un binario

Io e te siamo stati treni mai in orario

 Insomma si tratta di un libro imperdibile che vi farà stare meglio, così come è successo a me.

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