Palermo celebra il grande cantautore genovese Fabrizio De André

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Sabato scorso Palermo ha vissuto una giornata memorabile. Sono state intitolate al grande cantautore genovese Fabrizio De André, una targa vicino il Conservatorio musicale, con esibizione degli allievi, e uno slargo all’interno dei Cantieri culturali alla Zisa. E la città si è stretta a Dori Ghezzi, presente in città, amatissima vedova del grande Faber, cantante di successo e da vent’anni impegnata con la fondazione a lui intitolata della quale è presidente attivissima.

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Alla memoria di De Andrè è stato anche realizzato, da bravi studenti dell’Accademia di belle arti, un bellissimo  murale nello stesso slargo a lui intitolato. L’evento principale è stato però, il bellissimo concerto realizzato nel pomeriggio proprio ai Cantieri Culturali e che ha visto bravissimi artisti cittadini, cimentarsi con le più belle canzoni di De André.

Più di tre ore di grande musica a cui ha assistito, in piedi, un pubblico che, nel trascorrere del tempo, aumentava sempre di più ma che certamente avrebbe meritato una ribalta maggiore, se solo ci fosse stata una maggiore comunicazione dell’evento attraverso i media.

Hanno aperto il pomeriggio musicale i ragazzi dell’istituto Catalano di Palermo e dell’Istituto Siciliano di Capaci, poi i Tamuna e i Tre Terzi che tra l’altro hanno eseguito Il testamento di Tito con la partecipazione del cantante Rocco Tarantino, direttore artistico della manifestazione. Il Brass Group, direttore il mitico Ignazio Garsia, metteva in scena una deliziosa “Canzone dell’amore perduto” solo strumentale e la struggente e suggestiva  “Inverno”.

Daria Biancardi a questo punto entrava in scena e, accompagnata al pianoforte interpretava “La canzone di Marinella” con la sua bella e intensa voce, emozionando la stessa Dori Ghezzi sorpresa ad asciugarsi le lacrime dopo questa esibizione.

Il pezzo forte di questo grande omaggio musicale è stato però quello offerto da una Ensemble di bravissimi musicisti palermitani, formata per l’occasione,  chiamata “Sidùn”, dal titolo di una bellissima canzone in “genovese” di Fabrizio De André e che ha eseguito ben 15 fra i suoi brani più noti e più belli.

Guidati dal Maestro Vincenzo Zaami, che ha suonato il pianoforte e ha anche trascritto i brani, questi grandi musicisti hanno entusiasmato il pubblico presente suonando piano, violino, basso, batteria, mandola, percussioni, chitarre, basso, flauti e clarinetti, sulle note di tante famose canzoni fra le quali “Volta la carta” “Dolcenera” e “Creuza De Ma”. Questi ultimi due brani De André li scrisse, ponendosi l’intento di valorizzare il genovese unendolo a sonorità mediterranee e  costituiscono certamente pietre miliari di questo tipo di contaminazione musicale.

Un plauso va oltre che all’ottimo cantante Rocco Tarantino, il cui timbro ricordava quello del grande Faber, alle bravissime  vocalist che hanno in queste canzoni, una parte essenziale e preponderante.

La cantante siciliana Chiara Minaldi dava il suo contributo con voce e piano e si faceva accompagnare da una delle tre vocalist, la brava e giovane Roberta Scacciaferro già sua allieva alla scuola CAST, che peraltro partecipava all’evento con diversi artisti e docenti fra cui il bassista Mariano Tarsilla.

L’attore-cantante Cocò Gullotta contribuiva ad accendere l’entusiasmo, interpretando “Don Raffaè”, “Bocca di Rosa” e in ultimo “Il pescatore” nella versione prodotta con la P.F.M. ,con il quale il bellissimo gruppo musicale si congedava non prima d’avere coinvolto il pubblico estasiato in balli, applausi a tempo e cori.

Tutti siamo tornati a casa contenti e soddisfatti d’avere assistito a un ottimo spettacolo, frutto dell’impegno di tanti musicisti della nostra città e per questo, ancora più bello.

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