La XII edizione de “La Rosa d’oro” a Madison Cox, architetto paesaggista americano
“La Rosa d’oro”, il celebre riconoscimento, organizzato da Novecento diretta da Domitilla Alessi e sostenuto dal Comune di Palermo, è stato assegnato a Madison Cox, architetto paesaggista americano, considerato fra i più importanti “designer di giardini” del mondo.
“La Rosa d’Oro”, giunta alla dodicesima edizione, è stata ideata e istituita nel 1984 da Jorge Luis Borges che, ricevendo quell’anno il riconoscimento a Palermo, ne auspicò la continuità, manifestando il desiderio di proseguirla nel tempo. Un simbolo unico la rosa, a cui il grande scrittore attribuiva un particolare significato. Da qui, un riconoscimento che potesse testimoniare bellezza, creatività e conoscenza, da conferire negli anni a personalità straordinarie del mondo della cultura mondiale.
La cerimonia di consegna de “La Rosa d’oro” è in programma il 17 maggio alle 11 a Villa Malfitano, Palermo, alla presenza, fra gli altri, di Maria Kodama, moglie di Jorge Luis Borges, del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, di Domitilla Alessi e, ovviamente, di Madison Cox, che riceverà il prestigioso riconoscimento.
Madison Cox è un paesaggista americano, creatore di prestigiosi giardini negli Stati Uniti, in Europa e nel Nord Africa. È responsabile dei Giardini Majorelle di Marrakech, e direttore dei Musei Saint Laurent di Parigi e di Marrakech e presidente della Fondazione Pierre Bergé – Yves Saint Laurent (PBYSL) dalla morte di Pierre Bergé nel settembre 2017. È stato uno dei disegnatori dei Jardins du Nouveau Monde, nel 1986, al Castello di Blérancourt, prima di creare un giardino sperimentale per il Chelsea Flower Show di Londra.
“La rosa d’oro” è una creazione con gambo in acciaio e corolla in oro. Fino al 1998 è stata un bassorilievo tratto da un arazzo eseguito nel 1891 da William Morris e dal 2001 è realizzata dallo scultore francese Jean Claude Farhi. La sua attribuzione non prevede giuria, ma, fin dalla sua istituzione, chi riceve questo prestigioso riconoscimento indica una rosa di nomi, dalla quale selezionare chi lo riceverà nell’edizione successiva. Il nome di Madison Cox è stato scelto con questo criterio: una candidatura condivisa unanimemente da coloro che lo hanno preceduto.
Sono nomi celebri quelli di coloro che nelle varie edizioni hanno ricevuto “La Rosa d’oro”: personalità che si sono distinte nel panorama mondiale per il proprio genio creativo, grazie al quale – recita il regolamento – «hanno contribuito con opere letterarie, musicali o figurative, al patrimonio di creatività, conoscenza e bellezza dell’umanità».
Nel 1984, si diceva, fu Jorge Luis Borges : è lui stesso a consegnare due anni dopo, nel 1986, la Rosa d’Oro nelle mani di Henry Cartier Bresson, il grande fotografo francese pioniere del fotogiornalismo. Il terzo a ricevere il prestigioso riconoscimento è l’editore e intellettuale Giulio Einaudi (1988). Nell’edizione successiva, del 1992, l’assegnazione al musicista Pierre Boulez, e poi, nel ‘94, al regista Peter Stein, considerato tra i più importanti artefici del teatro tedesco ed europeo. Dalle sue mani, il riconoscimento passa, quindi, all’architetto Ieoh Ming Pei (1996), uno degli ultimi maestri dell’architettura modernista e autore della piramide di vetro del Louvre a Parigi. Dopo di lui, nel 1998 a ricevere “La Rosa d’oro” è lo scultore spagnolo Edoardo Chillida. Indimenticabile l’edizione del 2001, quando il riconoscimento viene attribuito al grande sarto e stilista francese Yves Saint Laurent, tra i più conosciuti creatori di moda del Ventesimo secolo. Nel 2004 è il turno del grande pittore, disegnatore, incisore, fotografo e scenografo britannico David Hockney. L’edizione successiva, nel 2007, vede l’attribuzione all’eclettico artista, regista e scenografo texano Robert Wilson. La Rosa d’oro, nella sua undicesima edizione, nel 2014, viene quindi attribuita allo scrittore ed editore Roberto Calasso, fondatore della casa editrice Adelphi.
Negli anni, insieme alla cerimonia di consegna del riconoscimento, “La Rosa d’Oro” ha dato vita a momenti culturali di altissimo livello. Fra questi, si ricordano la lezione di Borges sulla metafora alla facoltà di Ingegneria; la prima mostra antologica su Giulio Einaudi, con esposti i manoscritti di alcune celebri opere della casa editrice; la lectio magistralis di Ieoh Ming Pei sui numeri; la mostra di Chillida a Palazzo dei Normanni; la mostra di costumi di scena di Yves Saint Laurent dello spettacolo teatrale “L’Aquila a due teste” di Jean Cocteau; la mostra dedicata a Bob Wilson con ottanta disegni creati per la messa in scena di Les Fables de La Fontaine alla Comédie Française.
Inoltre, nell’ambito de La Rosa d’oro, anche quest’anno sono previsti diversi appuntamenti culturali: sabato 18 maggio alle ore 11 all’Orto Botanico è in programma un incontro di Madison Cox, Piero Zanetov e Giuseppe Barbera con gli studenti. Seguirà una visita guidata all’Orto e l’esposizione di dieci pannelli fotografici di giardini di Madison Cox.
Dal 30 maggio al 10 giugno, poi, alla Galleria Novecento di via Siracusa 16, a Palermo, si svolgerà una mostra intitolata “David Hockney Performance Theater”: manifesti originali di Hockney per i teatri Lirici.
“Evviva la Roso d’Oro dedicata a Madison Cox l’artista del giardino! – sottolinea Domitilla Alessi – A colui che conosce centinaia di varietà di rose e che ora scopre la Rosa d’Oro, che cresce nel giardino delle rose di ogni tempo, la rosa mistica, romantica, leggendaria, la rosa unica che fu ideata dal “maestro giardiniere” Jorge Luis Borges. Madison Cox, l’arista che dipinge la terra di fiori donandoci la Bellezza dei colori, rivelandoci l’Armonia e i segreti delle piante”.
“Giunge alla sua 12esima edizione un riconoscimento prestigioso che ha dato, sin dalla sua istituzione, grande contributo al cammino di Palermo nel suo percorso per essere Città di CulturE – dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – coinvolgendo artisti ed intellettuali di primo piano nel panorama mondiale. Non posso che esprimere apprezzamento per la scelta di Madison Cox. Il suo amore per la cultura, le culture e per l’arte, unito alla sua maestria nel realizzare giardini trovano naturale collocazione a Palermo, definita da Manifesta, la biennale migrante tenutasi nella nostra città nel 2018, “giardino planetario di pacifica coesistenza”.